testimonianze
Emergenza gelo per i clochard: quando un bicchiere di tè caldo fa la differenza
Un bicchiere di tè caldo, tutto sommato, non altera la temperatura nell’atmosfera e non placa l’ondata di gelo siberiano “Burian”. Fa freddo, c’è un clima ghiacciato che solo il corso della natura saprà portarsi via nei prossimi giorni. Ma per chi ieri sera si sentiva isolato, senza un tetto sopra la testa o abbandonato alla vita di strada, un goccio di tè caldo ha fatto eccome la differenza. Fisicamente e moralmente.
I volontari della Croce Rossa – in totale 6 quelli schierati sul campo – hanno presidiato fino all’alba piazzale Marconi, davanti alla stazione ferroviaria di Piacenza (dove c’è stata comunque poca affluenza di indigenti), con in mano una teiera termica e alle spalle una sala operativa mobile rifornita di bevande, generi di prima necessità, coperte e brande.
Altri volontari, a bordo delle vetture di servizio e dell’ambulanza, hanno controllato le vie critiche di Piacenza, tra l’ex-mercato ortofrutticolo, la Lupa, l’area dietro la Questura e la zona della Caorsana, trovando uomini e donne rifugiati in abitazioni in disuso o rintanati negli angoli più disparati. Per gli operatori più giovani, Alessandro (18 anni) e Parmjit (26 anni), instancabili nella loro divisa rossa nonostante le temperature sotto zero, questi interventi sono il carburante della passione irriducibile «per il volontariato e l’aiuto ai bisognosi». Anche la Croce Bianca, con 5 soccorritori e 2 mezzi, ha effettuato dei sopralluoghi in città.
Verso le 23, è arrivata sul posto una delegazione dell’associazione “Alternativa Piacenza”, con una macchina piena di sacchi contenenti vestiti, giacche, cappotti e teli di pile. Insomma, tutto lo stretto indispensabile. «Abbiamo promosso questa raccolta benefica sui social», ha spiegato il referente Eugenio Carli, «perché vogliamo intervenire dove esistono situazioni di scontento sociale, portando un sorriso. Il nostro simbolo, infatti, è uno smile. Il Piacenza Calcio ci ha aiutato a diffondere il messaggio: in poco tempo, tante persone ci hanno consegnato gli approvvigionamenti per i poveri. Desideriamo rappresentare un’alternativa a questa città triste e desolata, dando una scossa al sistema. Le istituzioni hanno tempi di reazione eccessivamente lunghi».
Di fronte a questo freddo, si tentenna a immaginare un anfratto abbastanza caldo in cui rintanarsi. A Milano, un vagabondo di 47 anni – che avrebbe sempre rifiutato i ricoveri del Comune e i rifugi notturni – è stato trovato steso sul marciapiede in arresto cardiaco. Per scongiurare tragedie di questo tipo nel nostro territorio, il vicesindaco Elena Baio ha comunicato che nelle serate di emergenza gelo – come quella appena trascorsa – sono ammessi nell’atrio della stazione ferroviaria i clochard anche con i loro animali: «Tale servizio umanitario, rispettoso tanto dei diritti delle persone quanto di quelli degli animali, evita che vengano separati i cani dai loro proprietari, solo perché senza un ricovero per la notte. In queste giornate di temperature molto rigide, nessun senzatetto dovrà separarsi dal proprio amico a quattro zampe, che potrà quindi essere alloggiato al caldo nell’atrio della stazione messo a disposizione dalle Ferrovie dello Stato, ed essere al coperto con il suo proprietario. Ringraziamo quindi le Ferrovie dello Stato, Croce Rossa e Anpas», ha concluso il vicesindaco, «per la loro disponibilità e per aver aderito all’appello rivolto loro in tal senso».
Nel frattempo, visto che nel Rifugio Segadelli e nella casa accoglienza di via Buffalari non ci sono più posti letto liberi, gli uffici comunali hanno coordinato la messa a punto di dormitori e punti di ristoro per incrementare e intensificare i servizi di accoglienza. L’Asp ha reso disponibile una palazzina ristrutturata in via Gaspare Landi, attualmente vuota e riscaldata, di circa 450 metri quadrati, dove possono trovare ospitalità una decina di senzatetto, usufruendo di brande, coperte, docce con acqua calda e bagni.