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Giochi e tornei, ecco come rinascerà lo storico Palio della Besurica

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In un mondo che si ritrova e confronta sempre più spesso in piazze virtuali, l’associazione Besuricando ha deciso di tornare (e far tornare) i cittadini nelle piazze e nelle strade reali. In quelle conosciute da chi vi abita, ma troppo spesso attraversate di sfuggita e con disinteresse.

La Besurica è un luogo di passaggio, vicinissimo alla città e in cui non sembra apparentemente mancare nulla, dove però gli associati non vogliono rischiare di vederlo diventare un “dormitorio”. E così, dopo essersi rimboccati le maniche, non solo hanno creato un soggetto che sta riunendo idee e progetti, ma sono arrivati ad annunciare il primo evento che coinvolgerà tutto il quartiere. Parliamo del Palio 2.0 – oltre a tante iniziative correlate – sulla scorta del Palio che si svolgeva fino agli anni ’90. Si terrà il 16 giugno 2018.

In vista dell’appuntamento così atteso, abbiamo incontrato i protagonisti di questo risveglio.

Alessandro Calabretti, membro di Besuricando, con l’assessore alle politiche giovanili Luca Zandonella

Perché avete sentito l’esigenza di un’associazione per il quartiere?

«Negli ultimi due anni sono nate nuove realtà, come la biblioteca, dei laboratori e dei corsi. Questa associazione vuole raggruppare i giovani che solitamente non vengono o non si sentono coinvolti. Il quartiere è ben servito, con molto verde, forse la migliore zona residenziale della città, ma potrebbe avere ancora di più in fatto di socialità».

Da chi è composta l’associazione?

«Daniele Spina, Thomas Trenchi, Marco Caviglioni, Andrea Bergonzi, Andrea Mastronardo, Corrado Adamo, Oscar Romanini, Francesca Gatti, Alessandro Calabretti e Alessandro Dentoni. In pratica esclusivamente da giovani che abitano o frequentano la Besurica, con età media di 20 anni».

Parliamo del Palio 2.0 per il quale avete lanciato un concorso per scegliere il logo. Come sarà strutturato?

«Dal mattino si terranno tornei di calcetto e pallavolo, su iscrizione, presso le strutture della parrocchia. Poi, sempre la mattina, un laboratorio per la costruzione di aquiloni in biblioteca rivolto ai bambini. E al pomeriggio, sempre per i più piccoli, nel giardino dedicato alle vittime della mafia si svolgeranno dei giochi all’aperto con animatori volontari. Inoltre, alcune associazioni si occuperanno di attività pomeridiane, probabilmente anche un torneo di carte nonni-nipoti. Dalle 18.30 è previsto un concerto musicale di band composte da giovani del luogo. Oltre a food truck e mercatini, durante lo spettacolo serale verranno premiati i vincitori dei tornei. Il contest per scegliere il logo, invece, si è concluso lunedì 26 febbraio. Non vogliamo che le persone si ritrovino a giugno qualcosa di preconfezionato, quindi abbiamo avviato il concorso per il logo, ma anche chiesto nelle assemblee pubbliche di proporre attività ludiche, culturali, informative a costo zero, da inserire nella locandina della giornata. Chiediamo quindi la più ampia partecipazione e chi avesse qualcosa da suggerire può farlo tramite questa mail: besuricando@gmail.com».

Entriamo nello specifico del Palio. Anche perché ha una storia da tramandare.

«Sì. Il Palio 2.0 verrà anticipato – in collaborazione con l’associazione Nuovi viaggiatori – a maggio, con una mostra fotografica presso la biblioteca con le foto storiche del Palio, che si teneva nel quartiere negli anni ’90. Rimarrà visitabile nei locali fino al 16 giugno, quando si svolgerà l’evento pubblico. In seguito vogliamo far partire un’altra mostra di foto, ma questa volta di giovani fotografi amatoriali, nella fascia dai 16 ai 20 anni, per dare spazio anche a loro. Il tutto auspicando la collaborazione con il Comune di Piacenza»

Quali sono i maggiori problemi per un quartiere come la Besurica?

«La Besurica è composta da molti bambini e anziani, forse non c’è abbastanza per la fascia intermedia. Vogliamo organizzare eventi per loro e con loro. Non ci sono particolari disagi o problemi, si tratta semplicemente di convogliare le varie energie, metterle in rete, pensando a tutte le età».

Come sono i rapporti con l’amministrazione comunale?

«Finora molto buoni. Abbiamo vinto il bando Giovani progetti. Speriamo che si possa continuare così, contando sull’aiuto per districarci nella selva della burocrazia in cui ci si imbatte quando si vuole organizzare qualsiasi cosa in Italia».

Come possiamo sostenervi? 

«Inviate alla mail besuricando@gmail.com le foto storiche del Palio da inserire nella mostra. E poi, chi volesse, può fare una donazione e riceverà in omaggio le maglie con il nostro logo».

Il logo vincitore – emerso dalla votazione interna all’associazione- è quello di Valeria Gosmar, che ci ha spiegato com’è nato: «Lo studio grafico è stato realizzato nell’ottica di porre al centro dell’attenzione la vita di quartiere e la strada. Per questo motivo il logo ha voluto richiamare la Street art e i murales che colorano molto spesso i quartieri di periferia.  L’obiettivo è stato quello di rivedere un’antica tradizione come il Palio delle Contrade in un’ottica moderna e giovanile al fine di recuperare quei momenti di socialità e quello spirito di comunità che in passato erano molto più sviluppati nel nostro tessuto urbano».

Gianmarco Aimi

Muove i primi passi alla Cronaca e dopo un anno passa alla Libertà. Nel frattempo entra nella redazione di Radio Sound. Da sei anni collabora con il Fatto Quotidiano e attualmente dirige le riviste Soccer Illustrate e Sport Tribune, oltre a essere tra i contributors di Riders magazine.