politica
Elezioni, Zanardi: «Rallentamento dei moderati». Fiazza (Pd): «Giuste le dimissioni di Renzi»
Anche a Piacenza il centrodestra è la prima coalizione politica. Le urne hanno attestato la vittoria alla Camera di Tommaso Foti (Fratelli d’Italia) con il 47,38% dei voti e di Pietro Pisani (Lega Nord) al Senato con il 46%. Il Carroccio ha raccolto il 24,71% alla Camera, seguito dal Movimento 5 Stelle al 22,14% alla Camera e al 21,66% al Senato. Forza Italia ha registrato il 13,23% dei voti e Fratelli d’Italia il 6,22%. Brutte notizie per il Partito Democratico, che alla Camera ha totalizzato solo il 19,58%, mentre al Senato circa il 19%. La coalizione di centrosinistra, a livello locale, non ha superato l’asticella del 24,41% alla Camera e del 24,05% al Senato. La lista +Europa di Emma Bonino si è aggrappata circa al 3,62% e al 3,54% alla Camera e al Senato. Liberi e Uguali, il simbolo di Piero Grasso esterno alla coalizione di centrosinistra, ha collezionato il 4,43% alla Camera e il 4,50% al Senato. Nessuna coalizione ha da sola abbastanza seggi per una maggioranza di Governo.
«Dai risultati elettorali emergono alcuni dati significativi. Il primo è l’incontenibile voglia di un radicale cambiamento da parte dell’elettorato. Il centrodestra è la coalizione più forte. I 5 Stelle sono il partito che singolarmente ha la percentuale più alta. E da questi dati si evince inequivocabilmente che i cittadini sentono il bisogno di dare una scossa al governo del Paese. I moderati hanno subito un rallentamento a favore delle forze che, per il metodo e per il contenuto, si pongono con un atteggiamento più forte. I cittadini hanno voluto enfatizzare la loro necessità di stravolgere le dinamiche passate, con un segnale volto a una rivoluzione meno dolce e più incisiva», analizza il consigliere comunale Gloria Zanardi (gruppo misto), che in campagna elettorale ha sostenuto pubblicamente Forza Italia. «Per quanto riguarda il dato piacentino di Forza Italia, la percentuale è in linea con il risultato nazionale. Non può nascondersi che ha subito un incremento rispetto al dato delle elezioni comunali. Questo secondo me dipende dal fatto, come ho sempre sostenuto, che sono le persone a fare la differenza: in primis, la candidatura di rappresentanti credibili e, in secondo luogo, l’appoggio di alcuni esponenti che per ovvie ragioni era venuto meno alle amministrative, come il mio. L’ultimo dato è il fallimento del PD, addirittura inferiore rispetto alle aspettative, che già avevano preventivato un calo considerevole».
Andrea Gabbiani, attivista ed ex consigliere comunale del Movimento 5 Stelle, sembrerebbe appoggiare un eventuale accordo tra grillini e leghisti: «Sempre fantapolitica. M5S e Lega, a livello nazionale, hanno preso molti voti, ma lo scenario è cambiato dal momento che PD e Forza Italia non hanno più possibilità di coalizzarsi per un governo di scopo. La palla passa a Salvini nel centrodestra, anche se in realtà la vera palla ce l’avrà Mattarella che potrebbe chiedere a Di Maio di provare a formare un governo. Cosa accadrà non lo si può ancora sapere, ma un’asse tra M5S e Lega andrebbe contro un modello economico imposto dall’Europa, diventando una speranza per le piccole e medio imprese e per i coltivatori diretti. Un’economia che tira porta vantaggi per tutti, dipendenti inclusi. Se dovessero trovare cinque o sei riforme in comune, oltre alla creazione di una nuova legge elettorale, potrebbero governare per cinque anni senza problemi. In cambio ci potrebbero essere le presidenze di Camera e Senato e un numero alto di sottosegretari. In questo modo PD e Forza Italia scomparirebbero dalla scena nazionale».
Sulla débâcle del centrosinistra, il consigliere comunale del Pd Christian Fiazza ha valutato positivamente l’annuncio delle dimissioni di Matteo Renzi da leader del partito, che tuttavia verranno formalizzate dopo la formazione del nuovo Governo: «Il popolo al sud ha appoggiato i 5 Stelle e al nord la Lega. Il Pd ha perso la sua identità e i suoi valori. A questo punto, o si cambia tutto o si rischia di diventare uno schieramento professionale di minoranza. Il passo indietro di Renzi è logico e dovuto. Il Pd riparta dal basso: da tutti gli amministratori locali, non solo dai sindaci, ma anche dai consiglieri comunali, quelle figure abituate a dialogare con la gente e ad ascoltarne i problemi quotidiani con serietà e onestà». Patrizia Calza, ormai ex candidata all’uninominale alla Camera nel collegio piacentino, ieri notte, durante gli spogli, ha commentato: «Ci troviamo in un Paese in crescita, in ripresa, dove si sono creati milioni di posti di lavoro. In una Regione dove non manca nulla quanto a servizi. Evidentemente chi parla alla pancia, chi lancia proclami è colui che ha la meglio. Ciò mi demoralizza, perché chi lavora seriamente non vede i frutti del proprio lavoro. Ci sono momenti di sconforto che lasciano comunque spazio sempre al senso di responsabilità verso la comunità. Gli elettori sono sovrani, chi avrà la maggioranza cercherà di formare un Governo».