cultura
Cinema Jolly, Tagliafichi: «Il grande schermo è magico, ma deve catturare i giovani»
Dal 15 al 29 marzo, si svolgerà la rassegna Mondovisioni, per un totale di sei docufilm trasmessi in esclusiva in Italia, innescando una piacevole sinergia tra Jolly, Politeama e Corso.
Sarà pure in crisi, ma il cinema non ci pensa nemmeno un secondo ad arrendersi. «Ti sembriamo rassegnati?», ha ribattuto Alberto Tagliafichi, condottiero del cinema Jolly di San Nicolò, alle mie tante domande sulle difficoltà del settore. La sua sala, insieme al Politema e al Corso in centro storico a Piacenza, è una delle poche che – col coltello tra i denti – sta affrontando i multiplex periferici e la diffusione dei contenuti in streaming su smartphone e computer. «Gestire un cinema, in particolare d’essai come il nostro, significa costruire un puzzle infinito e interminabile, perché c’è sempre un nuovo tassello da incastrare. I prodotti e la volontà non scarseggiano. In questo momento, per completare l’opera bisognerebbe scovare il pezzo più importante: il pubblico».
Uno degli stimoli per riportare la gente in sala sarà la rassegna Mondovisioni, curata dalla rivista Internazionale e organizzata per la prima volta a Piacenza dall’associazione Cinemaniaci. Si svolgerà dal 15 al 29 marzo, per un totale di sei docufilm trasmessi in esclusiva in Italia, innescando una piacevole sinergia tra Jolly, Politeama e Corso. A San Nicolò, il 29 marzo verranno proiettati Stranger in paradise di Guido Hendrikx (alle ore 18.30), incentrato sulla crisi dei richiedenti asilo, e The Workers Cup di Adam Sobel (alle ore 21.30), focalizzato sulle ombre dei cantieri in Qatar per i mondiali di calcio 2022. «Ho apprezzato l’idea di creare un coinvolgimento totale tra i cinema del territorio», ha confermato Tagliafichi, che è anche presidente regionale della FICE (Federazione Italiana Cinema d’Essai). «Speriamo che l’iniziativa porti a ottimi risultati. La visione dei film sul telefono è impersonale, mentre la sala tradizionale, avvolta dal buio e valorizzata dalla dimensione dello schermo, origina nello spettatore un processo diverso, direi “migliore”. Permette, infatti, di immergersi nelle emozioni, condividendo pianti o risate con chi si trova accanto. Si socializza nell’emotività, si esce da casa, si riacquista contatto con la realtà, invece di isolarsi sui social network o nelle chat».
Tagliafichi vorrebbe chiedere agli adolescenti qual è, secondo loro, la carta in più nel mazzo dei cinema. «Non conosco ancora la ricetta per indurre un ricambio generazionale sulle poltrone e avvicinare i giovani. Normalmente promuoviamo i film al Jolly sulla pagina Facebook ufficiale e utilizziamo una mailing list, magari potrebbe essere questo il punto d’incontro con le nuove generazioni». Cosa vuol dire pellicole d’essai? «Sono trame sperimentali, meno omologate. A parte che, a mio avviso, ogni film è un prototipo unico di per sé. Il target degli spettatori ha un’età alta, differentemente dai multisala».
Rubando la citazione di Piera Detassis, forse “il cinema non è morto, ma bello svenuto”. Qualcuno sostiene che, abbassando il prezzo dei biglietti, si contribuirebbe a dare una scossa al comparto. Sono state testate tante promozioni in questo senso. Dal 14 settembre 2016 al 10 maggio 2017, il Ministero dei beni e delle attività culturali ha sostenuto il “Cinema2Day”, cioè l’adesione di tremila sale italiane al costo del biglietto pari a 2 euro ogni secondo mercoledì del mese. Sarebbero circa otto milioni gli spettatori entrati nelle sale nazionali durante Cinema2Day. «Ci sono due correnti di pensiero sull’efficacia o meno di tale provvedimento. C’è che ritene che abbia comportato la svendita dei cinema e la concentrazione dei fruitori ogni secondo mercoledì del mese, con una rarefazione negli altri giorni della settimana. E chi, come me, pensa che le agevolazioni siano una molla per invitare nuova gente in sala. A dire il vero, però, non c’è stato un exploit. Al Jolly proponiamo sempre formule ridotte, come lo sconto significativo al giovedì per gli under 30».
Le 306 poltrone di San Nicolò sono state riempite molte volte. La serata che sta più a cuore al titolare è quella del 26 maggio 2004 con ospiti Gianni Minà e Alberto Granado, grande amico di Che Guevara, per presentare I diari della motocicletta di Walter Salles. «Al pomeriggio era già tutto esaurito. Qui sono passati personaggi storici».
Al termine della chiacchierata, Tagliafichi – la cui famiglia gestisce il Jolly dal 1955 – ha insistito perché mi fermassi a guardare La forma dell’acquadi Guillermo del Toro, nonostante la mia iniziale resistenza: “Stasera non ho tempo, devo scappare a casa a scrivere”. Mi ha convinto a sedermi in sala «per qualche minuto, almeno per i trailer». Sono uscito alle 23.40, dopo i titoli di coda. Probabilmente, sapeva già che sarebbe finita così: «È impossibile sfuggire alla magia del grande schermo».