cultura
Sponsor cercasi per restaurare la statua di Romagnosi
Si cercano sponsor finanziari per un intervento di restauro che dovrebbe essere realizzato entro l’anno, con l’obiettivo di rallentare il degrado e non compromettere parti importanti del monumento.
Domina dall’alto piazza Cavalli e con la sua sagoma inconfondibile si staglia tra il cielo e la facciata della chiesa di San Francesco. E’ il monumento a Gian Domenico Romagnosi, ed ha urgente bisogno di restauro.
Opera dello scultore Cristoforo Marzaroli, è alto circa 7 metri e fu realizzato in marmo bianco di Carrara nel 1867: composto da una statua a tutto tondo, a grandezza più che naturale, è collocato su un alto podio modanato, issato a sua volta sopra a un basamento ottagonale.
Difficile quindi guardare direttamente in viso il Romagnosi, data l’imponente altezza del manufatto. Altezza che però non lo mette al riparo dai gas di scarico degli autobus, che lo hanno pesantemente danneggiato. Già restaurato nel 1998, il monumento, annerito da smog e intemperie, è nuovamente preda di infestazioni di licheni, entrati anche nelle crepe delle vecchie stuccature. Secondo gli esperti, il biodegrado dei monumenti è un’emergenza planetaria. Sarà questo il motivo dell’espressione corrucciata con cui Marzaroli l’ha ritratto?
“Le condizioni del monumento sono critiche” si legge sul sito del Comune di Piacenza “e si rende necessario un intervento di restauro per rallentare il degrado e non compromettere parti importanti dell’opera”. Si cercano sponsor finanziari per un intervento di restauro che dovrebbe essere realizzato entro l’anno, con l’obiettivo di rallentare il degrado e non compromettere parti importanti del monumento, le cui condizioni in questo momento sono peggiori rispetto ad altri monumenti cittadini. Il costo presunto si aggira intorno ai 32 mila euro.
Per debellare le colonie di microrganismi, l’intera superficie della statua andrà lavata, spazzolata con soluzione tensioattiva e risciacquata con cura; dovranno essere rimosse le stuccature deteriorate e si dovrà anche prevedere un trattamento anti scritte vandaliche che arrivi almeno fino a tre metri di altezza, data la prassi e il malcostume mai interrotto di deturpare i monumenti storici con nomi e segni di ogni genere. Oggi il basamento appare privo di scritte, grazie ai trattamenti già effettuati.
Ma chi era Giandomenico Romagnosi?
Nato a Salsomaggiore Terme – che oggi è provincia di Parma ma allora apparteneva al territorio piacentino – nel 1761, fu un giurista, economista, filosofo e scienziato di fama nazionale. Stretto il suo legame con Piacenza; dopo gli studi presso il Collegio Alberoni, si laureò in Giurisprudenza a Parma, e fece parte della Società letteraria di Piacenza dove lesse i suoi primi lavori scientifici, tra cui un avveniristico “Discorso sull’amore delle donne considerato come motore precipuo della legislazione”.
Tra i maggiori intellettuali italiani dei secoli XVIII e XIX, l’opera del Romagnosi è legata alla fondazione di una nuova scienza del diritto pubblico, penale e amministrativo. Agì nell’ambito del rinnovamento del pensiero giuridico italiano, in seguito ai nuovi elementi emersi con la Rivoluzione francese e consolidati nel successivo Codice napoleonico.
Nel 1802 intuì l’esistenza degli effetti magnetici dell’elettricità, anticipando di 18 anni la scoperta ufficiale del fenomeno dell’elettromagnetismo ad opera del fisico danese Orsted. Le sue pubblicazioni in proposito erano state ignorate dalla comunità scientifica internazionale, che gliele riconobbe solo in un secondo momento.
Vie, scuole e un antico teatro portano il suo nome
Un personaggio davvero di spicco, quindi, nell’Europa illuminista. A Romagnosi sono state infatti dedicate alcune vie in varie città, tra cui a Piacenza la centralissima strada che unisce via Cavour a piazza Duomo, e numerose scuole, tra cui l’Istituto Tecnico Commerciale di Piacenza e il Liceo Classico di Parma, oltre alla biblioteca comunale di Salsomaggiore Terme, sua città natale. Unica è invece la statua realizzata da Cristoforo Marzaroli, che di Romagnosi era concittadino, e che ora ha bisogno di cure urgenti.
Meno noto è il fatto che nella seconda metà dell’800 a Romagnosi fosse stato dedicato un teatro realizzato nell’ex chiesa di San Francesco da Paola, nel complesso monastico dei Gesuiti, sconsacrata da Napoleone, dove ora sorge il rinnovato Teatro Gioia. Una intitolazione che all’epoca fece scalpore tra gli intellettuali piacentini, come si legge nelle cronache di allora. Il conte Nasalli Rocca, interprete del pensiero comune, scrisse infatti che al Romagnosi avrebbe dovuto essere intitolato “un liceo, una scuola, non certo mai un luogo di ritrovo in cui vivendo forse non avrebbe mai posto piede”.
L’illustre giurista fu poi accontentato. Intanto staremo a vedere chi contribuirà a prendersi cura del monumento a lui dedicato.
Michela Vignola