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cultura

Sosta selvaggia in Piazza Cittadella: l’ultimo stadio di un’area estranea ai cittadini

La storia di Piazza Cittadella – mai valorizzata come parte del patrimonio locale – è sempre stata caratterizzata da un’identità di “non-luogo”. Oggi è diventata una “zona franca” per gli automobilisti, dove impera la sosta selvaggia.

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Piazza Cittadella è diventata una “zona franca” per gli automobilisti. Un’area in cui sembra vietato l’accesso al buonsenso e al codice della strada. Dove, infatti, impera la sosta selvaggia. Le vetture sono parcheggiate ovunque: nei posti per gli autobus, in mezzo agli incroci, di fronte alle fermate, a cavallo tra i marciapiedi e le vetrine dei commercianti.

L’assessore alla viabilità Paolo Mancioppi, durante l’ultimo consiglio comunale, ha garantito un palliativo: «Siamo consapevoli che l’attuale situazione di Piazza Cittadella imbarazza la cittadinanza e chi frequenta quel luogo. Nei prossimi giorni, quando il meteo reggerà, verranno eseguiti alcuni lavori di segnaletica orizzontale, con una spesa minima, per perimetrare bene le aree di sosta degli autobus e delle auto. Ci sembra opportuno dare questo segnale, in attesa della sistemazione definitiva della piazza». La riqualificazione conclusiva di cui parla (e spera) Mancioppi, ventilata da decenni e da tanti contestata, riguarda la realizzazione del parcheggio interrato da 200 posti auto pubblici a pagamento più 50 box destinati alla vendita ai privati. Il cantiere a breve verrà ufficializzato da Palazzo Mercanti, con un costo che si aggirerebbe intorno ai 13 milioni di euro. L’assessore alla sicurezza Luca Zandonella ha rinforzato la dichiarazione del suo collega di Giunta: «Appena sarà pronta la segnaletica, che sarà molto chiara, saremo rigidi e ferrei nel far rispettare le regole. Non vogliamo che si ripeta la situazione degli ultimi mesi».

Le direttive ai vigili: più multe alle auto in sosta irregolare

Già nelle ultime settimane, però, sono aumentati gli interventi della Polizia municipale, che a suon di multe e carro attrezzi sta cercando di restituire decoro alla piazza. Lo conferma, seppur con qualche riserva, Miriam Palumbo, referente del sindacato di categoria SULPL: «La linea guida imposta dalla comandante ha intensificato i controlli sulle auto in sosta irregolare. Come SULPL sosteniamo invece che è certo importante sanzionare quei comportamenti che non rispettano le regole imposte dal codice della strada, arrecando intralcio e pericolo per la circolazione agli utenti deboli, ma occorrerebbe rivedere e razionalizzare la segnaletica verticale di divieto di sosta, in taluni casi non necessario, creando in questo modo anche più stalli di sosta (in certe zone davvero carenti) per gli automobilisti».

La personalità anonima di Piazza Cittadella

La storia di Piazza Cittadella – mai valorizzata come parte dinamica del patrimonio locale – è sempre stata caratterizzata da un’identità di “non-luogo”. Nel periodo rinascimentale, Ottavio Farnese cercò di imprimervi la gloria della propria casata, ordinando la costruzione del palazzo Ducale sopra la vecchia rocca viscontea risalente al 1373. I lavori non furono mai conclusi a causa dei cantieri troppo costosi per la città. Fallì anche la riconfigurazione urbanistica ambita dai Farnese. Piazza Cittadella rimase uno spazio vuoto e dimenticato dai piacentini. Nel Ventennio fascista, l’area divenne un polo celebrativo del Regime, nonché sede di vaste strutture militari prive di funzioni pubbliche o comunitarie (pertanto estranee ai cittadini). Fino a poco tempo, all’ombra di Palazzo Farnese c’era il capolinea dei pullman urbani ed extra-urbani, animato dal via e vai mattutino degli studenti. Ma l’autostazione delle corriere è stata trasferita alla Lupa, lasciando un residuo fatiscente: l’edificio dell’ex-biglietteria in stato d’abbandono. Oggi Piazza Cittadella, in attesa degli enigmatici scavi per il posteggio sotterraneo, conserva una personalità anonima nella quale i piacentini stentano a riconoscersi. Un distacco che emerge anche dal menefreghismo delle soste selvagge.

Classe 1998, giornalista professionista dell'emittente televisiva Telelibertà e del sito web Liberta.it. Collaboratore del quotidiano Libertà. Podcaster per Liberta.it con la rubrica di viaggi “Un passo nel mondo” e quella d’attualità “Giù la mascherina” insieme al collega Marcello Pollastri, fruibili anche sulle piattaforme Spreaker e Spotify; altri podcast: “Pandemia - Due anni di Covid” e un focus sull’omicidio di via Degani nella rubrica “Ombre”. In passato, ideatore di Sportello Quotidiano, blog d'approfondimento sull’attualità piacentina. Ha realizzato anche alcuni servizi per il settimanale d'informazione Corriere Padano. Co-fondatore di Gioia Web Radio, la prima emittente liceale a Piacenza. Creatore del documentario amatoriale "Avevamo Paura - Memorie di guerra di Bruna Bongiorni” e co-creatore di "Eravamo come morti - Testimonianza di Enrico Malacalza, internato nel lager di Stutthof". Co-autore di “#Torre Sindaco - Storia dell’uomo che promise un vulcano a Piacenza” (Papero Editore, 2017) e autore di "La Pellegrina - Storie dalla casa accoglienza Don Venturini" (Papero Editore, 2018). Nel maggio del 2022, insieme ai colleghi Marcello Pollastri e Andrea Pasquali, ha curato il libro-reportage "Ucraina, la catena che ci unisce", dopo alcuni giorni trascorsi nelle zone di guerra ed emergenza umanitaria. Il volume è stato pubblicato da Editoriale Libertà con il quotidiano in edicola. Ecco alcuni speciali tv curati per Telelibertà: "I piacentini di Londra" per raccontare il fenomeno dell'emigrazione dei piacentini in Inghilterra nel secondo dopoguerra, con immagini, testi e interviste in occasione della festa della comunità piacentina nella capitale britannica dal 17 al 19 maggio 2019; “I presepi piacentini nel Natale del Covid”; “La vita oltre il Covid” con interviste a due piacentini guariti dall’infezione da Coronavirus dopo dure ed estenuanti settimane di ricovero in ospedale; il reportage “La scuola finlandese” negli istituti di Kauttua ed Eura in Finlandia.