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A Piacenza un ambulante su due non è italiano. Il consorzio che dice “No” ai banchi stranieri
Reagendo alla trasformazione del commercio itinerante, un gruppo di ambulanti ha formato il consorzio “Mercanti di qualità”: uno dei paletti principali è proprio la contrarietà ai banchi stranieri.

È straniera quasi il 50 percento della fetta di ambulanti registrati presso la Camera di Commercio di Piacenza. Le imprese individuali attive a dicembre 2017 sono in totale 597 (circa il 40% di esse commerciano prodotti tessili, abbigliamento e calzature), di cui 302 italiane, 171 marocchine, 22 cinesi, 18 senegalesi, 15 nigeriane, 13 indiane, 12 bengalesi, 9 tunisine, 7 pakistane e altre nazionalità minoritarie. È difficile stimare le nazionalità di tutti i commercianti itineranti che lavorano nel piacentino, visto che la maggior parte di essi proviene dalle province limitrofe. Un dato però è certo: il contatto con nuove culture ed etnie sta portando in questo settore forti cambiamenti, sia nella merce che nella clientela. Reagendo a questa trasformazione, nel 2007 un gruppo di ambulanti molto attivi e propositivi ha formato il consorzio “Mercanti di qualità”: uno dei paletti principali è proprio la contrarietà ai banchi stranieri.
«Ai “Mercanti di qualità” sono invitati ad aderire solamente gli italiani. Con gli ambulanti stranieri, infatti, si è abbassata la qualità delle frequentazioni, dell’utenza e degli articoli, causando la diffidenza dei cittadini verso gli acquisti in piazza. Si tende a voler spendere meno, accettando anche vestiti usati, malmessi o di dubbia provenienza», osserva la presidente Gloriana Tironi. «I mercati non stanno sprofondando per la mancanza di soldi, ma per il contesto fatiscente». Ecco perché il consorzio prevede che gli iscritti s’attengano a un regolamento calibrato anche sulla “bella presenza” della merce esposta. «I criteri di valutazione riguardano i cartelli con i prezzi, l’allestimento, le tipologie di appendiabiti o il rispetto delle norme burocratiche. Per esempio, non sono ammessi gli ormai classici cesti a tutto 1 euro».
L’abusivismo è un’altra piaga con la quale gli ambulanti devono fare i conti. «Noi paghiamo le tasse, loro no! È una concorrenza sleale che deve essere fermata», prosegue Tironi. Nel 2017, in città la Polizia municipale ha svolto 7.635 servizi per il controllo del territorio, effettuando 106 sequestri a venditori abusivi. È diventata celebre – soprattutto su internet e in ambiente politico – la confisca di un centinaio di carciofi a due ambulanti di nazionalità straniera senza autorizzazione in Piazza Duomo, che sono stati sanzionati per un importo pari a 1.032 euro. Nella festa della donna, invece, la Polizia Municipale ha svolto un’intensa attività di contrasto alla vendita non autorizzata di fiori su strada, che hanno portato al sequestro di oltre duecento mazzi di mimose, nonché di alcune cassette di prodotti agroalimentari.
I “Mercanti di qualità” a Piacenza riuniscono 30 commercianti itineranti, interessati a organizzare fiere innovative. Il prossimo appuntamento da segnare sul calendario sarà il 25 marzo a Gossolengo con stand alimentari e non solo. «Abbiamo un nucleo di fan che attraverso i social rimane aggiornato sulle località in cui potranno trovarci. In questo periodo di stallo totale, con un’offerta talmente vasta, siamo costretti a creare degli eventi alternativi, interagendo collateralmente con le pro loco e i soggetti culturali. Svolgo la professione ambulante dalla nascita», conclude con enfasi la presidente. «Il mio lavoro è mutato sotto tutti i punti di vista, vorrei che riacquistasse il valore che gli spetta. Anche se viviamo in un’era in cui predominano i negozi online e le chat, il valore aggiunto del mercato è la possibilità di coltivare ancora i rapporti umani».
