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cultura

Cinema Politeama, Leonardi propone di «far pagare i film in streaming»

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«È difficile, se non impossibile, fare squadra con tutte le sale». Per Roberto Leonardi, titolare del cinema Politeama in via San Siro a Piacenza, i multiplex stanno avendo la meglio sui cinema d’essai e del centro storico, ma unire le forze con le poche “piccole attività” rimaste sul territorio risulta più macchinoso di quanto sembri. «Il multisala Politeama ha una natura commerciale. Nella sala grande (1165 posti) facciamo assistere ai film spettacolari, mentre nelle sale Vip (85 posti) e Ritz (150 posti) riproponiamo i titoli già usciti».

Stasera, al Politeama si terrà la seconda tappa della rassegna Mondovisioni, una raccolta di docufilm selezionati dalla rivista Internazionale e proposti in esclusiva a Piacenza grazie alla regia dell’associazione Cinemaniaci. Alle 18.30, verrà trasmesso Brexitannia di Timothy George Kelly. Alle 21.30, si riaccenderà il grande schermo con Boiling Point di Elina Hirvonen. Entrambi sottotitolati in italiano, trattano rispettivamente le ricadute della Brexit sulla società britannica e la propagazione dei movimenti neofascisti nel Nord Europa. Giovedì prossimo Mondovisioni si concluderà al cinema Jolly, dopo aver esordito la scorsa settimana al Corso, mettendo in rete per la prima volta queste tre realtà. «È solo un’eccezione», accentua con tono pessimistico Leonardi, «verranno proposte pellicole di nicchia, indirizzate a un pubblico specifico, con il rischio che la gente si disperda nei vari cinema invece di avere un’unica sala di riferimento».

«Quarant’anni fa, i lungometraggi restavano su almeno un mese, ma oggi a causa di internet – che garantisce velocemente il prodotto – il pubblico interessato si esaurisce nelle prime due settimane. Per riportare la gente nelle sale, bisognerebbe far pagare lo streaming», suggerisce Leonardi. L’abbassamento dei prezzi non sarebbe mai stato attuato correttamente: «L’anno scorso, con la promozione ministeriale dei mercoledì a due euro si è verificato lo spostamento dell’utenza unicamente nelle date a costo ridotto, non coinvolgendo nuovi fruitori e causando l’azzeramento degli spettatori negli altri giorni della settimana. Non solo: con il biglietto a due euro, gli unici a rimettere l’incasso sono stati i cinema, perché nel resto della filiera, come per esempio nei negozi di noleggio, non c’è stata alcuna agevolazione. Noi per diciott’anni abbiamo mantenuto il prezzo invariato, solo da alcuni mesi l’abbiamo aumentato».

Gli spettatori del centro storico, secondo Leonardi, si differenziano da quelli dei multisala periferici: «Sono più esigenti, forse troppo. Se io comunico un orario d’inizio proiezione, quello effettivamente è. Altrove, ci sono lunghe anticipazioni pubblicitarie». Nel cuore della città, più che i parcheggi, «servirebbero locali aperti di sera, soprattutto alla domenica, in modo che si possa continuare la serata anche dopo il cinema».

Il portale “Piacenza Antica” riporta uno stralcio di storia del Politeama: I Leonardi, dal 1929, ebbero in affitto un importante locale piacentino, il “Politeama”. Come dice il nome stesso, il “Nuovo Politeama Piacentino” (questa era la sua esatta denominazione quando venne inaugurato il 10 febbraio 1883) era quello che oggi si chiama “uno spazio culturale” in grado di ospitare i più svariati tipi di rappresentazioni. Infatti, mantenendo fede al suo nome, il “Politeama” vide spettacoli di prosa, lirica, esibizioni circensi, spettacoli di rivista, addirittura riunioni di boxe, adunate di gerarchi fascisti, celebrazioni di regime, operette, pièces goliardiche e, ovviamente, anche il cinema. In origine, l’interno del “Politeama” era costituito da una vasta platea, due ordini di gallerie ed un loggione. […] Poi per gli amanti degli acuti, delle cabalette e del “do” di petto cominciarono tempi duri perché la lirica venne adagio adagio scalzata dalla settima musa, il cinema. Nel corso degli anni anche la struttura originaria del “Politeama” cambiò volto. Nel 1929 la capienza venne aumentata a 2300 posti di cui 1700 a sedere. Ben più radicale fu l’intervento portato a termini nel 1947 quando dall’interno della sala scomparvero le gallerie e il loggione per lasciar posto a una struttura molto simile a quella attuale.

Classe 1998, giornalista professionista dell'emittente televisiva Telelibertà e del sito web Liberta.it. Collaboratore del quotidiano Libertà. Podcaster per Liberta.it con la rubrica di viaggi “Un passo nel mondo” e quella d’attualità “Giù la mascherina” insieme al collega Marcello Pollastri, fruibili anche sulle piattaforme Spreaker e Spotify; altri podcast: “Pandemia - Due anni di Covid” e un focus sull’omicidio di via Degani nella rubrica “Ombre”. In passato, ideatore di Sportello Quotidiano, blog d'approfondimento sull’attualità piacentina. Ha realizzato anche alcuni servizi per il settimanale d'informazione Corriere Padano. Co-fondatore di Gioia Web Radio, la prima emittente liceale a Piacenza. Creatore del documentario amatoriale "Avevamo Paura - Memorie di guerra di Bruna Bongiorni” e co-creatore di "Eravamo come morti - Testimonianza di Enrico Malacalza, internato nel lager di Stutthof". Co-autore di “#Torre Sindaco - Storia dell’uomo che promise un vulcano a Piacenza” (Papero Editore, 2017) e autore di "La Pellegrina - Storie dalla casa accoglienza Don Venturini" (Papero Editore, 2018). Nel maggio del 2022, insieme ai colleghi Marcello Pollastri e Andrea Pasquali, ha curato il libro-reportage "Ucraina, la catena che ci unisce", dopo alcuni giorni trascorsi nelle zone di guerra ed emergenza umanitaria. Il volume è stato pubblicato da Editoriale Libertà con il quotidiano in edicola. Ecco alcuni speciali tv curati per Telelibertà: "I piacentini di Londra" per raccontare il fenomeno dell'emigrazione dei piacentini in Inghilterra nel secondo dopoguerra, con immagini, testi e interviste in occasione della festa della comunità piacentina nella capitale britannica dal 17 al 19 maggio 2019; “I presepi piacentini nel Natale del Covid”; “La vita oltre il Covid” con interviste a due piacentini guariti dall’infezione da Coronavirus dopo dure ed estenuanti settimane di ricovero in ospedale; il reportage “La scuola finlandese” negli istituti di Kauttua ed Eura in Finlandia.