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Tennis, il podenzanese Daniele Margarita verso gli Internazionali di Roma

Si è conclusa la tappa piacentina delle qualificazioni agli Internazionali d’Italia. Abbiamo intercettato uno dei pretendenti al titolo: Daniele Margarita, vincitore del singolare maschile nonché presidente del circolo ospitante.

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Si è conclusa questa domenica, presso il Circolo Tennis Valnure di Podenzano, la tappa piacentina delle qualificazioni agli Internazionali d’Italia, che si svolgeranno a Roma dal 7 al 20 maggio. Prima di arrivarci, però, bisognerà superare la fase regionale di Casalecchio sul Reno, in provincia di Bologna, e noi di Sportello Quotidiano siamo riusciti a intercettare in esclusiva uno dei pretendenti al titolo: Daniele Margarita, vincitore del singolare maschile nonché presidente del circolo ospitante. Raggiunto al telefono, si è mostrato molto aperto e gioviale, non ponendo alcuna resistenza a svelare i suoi “segreti”. La parlantina sciolta ha reso la chiacchierata particolarmente piacevole.

Sei il fondatore del circolo del tuo paese e l’organizzatore di uno dei tornei più importanti mai arrivati nella nostra provincia per la quarta categoria. Ti aspettavi anche di vincerlo? 

«Ci credevo, come sempre nella vita cerco di essere convinto dei miei mezzi e di non partire mai già sconfitto. È stato un torneo molto equilibrato in cui nessuno era certo fin dove potesse arrivare e io stesso ho dovuto lottare moltissimo. Di quattro partite disputate, in ben tre ho dovuto sudare anche il terzo set e credo di aver sfruttato al meglio tutte le opportunità che mi sono capitate. Ho affrontato la manifestazione con serietà e impegno usando la testa come motore principale».

La testa?

«Si, perché a 51 anni non puoi più avere il fisico dei ragazzi di 20, ma puoi fare affidamento sulla tua esperienza, sulla tua capacità di leggere le situazioni motivarti, sulla calma e la pazienza che si educano col passare del tempo».

Però, immagino che anche la preparazione fisica sia stato un fattore importante.

«Ovviamente… e credo che per questo debba ringraziare il mio amico Max Drigo, che nella sua palestra propone una preparazione atletica propedeutica al tennis e mi è venuto in aiuto in uno dei momenti più difficili».

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Ti riferisci al tuo stiramento durante la finale? 

«Esatto, il medical time out e la sua bravura sono state la mia salvezza. Anche perché mi portavo dietro la stanchezza della semifinale, durata ben tre ore e combattuta all’ultimo punto con il mio amico Gianluigi Tedesco».

Lo definiresti l’avversario più tosto che hai incontrato? 

«Ogni avversario che ho incontrato è stato molto difficile. Fare una classifica tra loro non mi sembra giusto».

Ti sei sentito un po’ come Del Potro contro Federer agli Indian Wells?

ride di gusto – «La finale è stata durissima. Fabrizio Bernardoni è un ottimo giocatore e l’eliminazione della testa di serie Paolo Biagi e dell’ottimo Cattivelli in semifinale l’hanno dimostrato. Poi magari non abbiamo espresso il miglior tennis della competizione ma è stata una partita più passionale, in cui eravamo entrambi al massimo del nostro agonismo e coinvolgimento emotivo».

Quanto credi abbia influito l’infortunio? 

«È stato un momento cruciale. Fino a quel momento ero veramente contento della mia partita, ma dopo sono entrato in un “trip” negativo: soffrivo tantissimo e avevo paura di farmi ancora più male. Ho trovato risorse che non credevo d’avere e a Fabrizio sono venuti i crampi: ha comunque continuato a lottare come un gladiatore».

Come hai reagito alla vittoria? 

«Ero incredulo ed è stato un cocktail di emozioni indescrivibili. C’era mio figlio di otto anni a tifarmi e vedermelo addosso dopo il punto della vittoria sarò uno dei ricordi che porterò sempre con me. Ora, a freddo, sono convinto di essere stato bravo a risolvere le situazioni più complicate. L’euforia non accenna ad andarsene».

Già la prossima settimana dovrai giocare a Bologna.

«Sì, spero di recuperare le forze fisiche in tempo. Anche se ho già raggiunto il mio traguardo, voglio battermi per andare avanti e continuare a sognare. Ovvio che poi mi auguro che a Roma vada un giovane, una nuova promessa che possa crescere tramite questa manifestazione, e farsi conoscere a livello nazionale».

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La chiacchierata si è conclusa così, parlando dei giovani protagonisti del torneo, e della loro crescente presenza rispetto agli anni passati. Oltre al già citato Tedesco, infatti, sono vari i virgulti ad aver ben figurato: Mirko Fra U16 arrivato fino ai quarti, oltre alle due promesse Nicolas Capelli e Andrea Salvi.  Sabina Hasancic, U12 della Nino Bixio vincitrice del torneo, ha siglato il botto nella categoria femminile, seguita a ruota dalla promessa casalinga Noemi De Gasperi, eliminata ai quarti. Il doppio è rimasto invece prerogativa di coppie più navigate. Nel maschile si sono imposti Cornelli e Scagnelli 6-3/6-4 su Tosi e Tosi e nel femminile Corbellini e Boiocchi hanno avuto la meglio su Tinelli e Bonini sempre in due set 6-2/6-4.

I risultati del Trofeo Kinder alla Vittorino

In questo periodo è terminato anche Trofeo Kinder organizzato dal Circolo Tennis Vittorino Da Feltre, che ha visto le finali due settimane fa. Il boom d’iscritti è stato notevole e i partecipanti totali sono stati 162. Piacenza ha ben figurato mostrando ancora una volta lo stato di salute del movimento: Carlo Zacconi e Giulio Di Trapani (Nino Bixio) si sono sfidati nella finale U11. Carlotta Querin ha vinto l’U16 femminile e Noemi de Gaspari l’U14. Per la squadra di casa molto sfortunato Michele Brambilla, che non ha potuto disputare la finale U13 a causa dell’influenza, ma buona la prestazione generale con Carolina Fiamma sconfitta all’ultima curva in U11.

Davide Reggi

Classe 1995, da amante folle di cibo e vino si laurea in Scienze Gastronomiche a Parma, dove inizia a coniugare la passione con la scrittura. Ama il silenzio ma anche chi sa parlare, tanto da avere l'ipod pieno di monologhi; venera Marco Paolini, Roberto Bolano e chiunque si esprima con un po' di intelligente leggerezza.