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Affari a colazione, gli imprenditori di BNI: «A Piacenza poca mentalità collaborativa»

Intervista al direttore d’area di BNI Diego Craviari per diagnosticare lo stato di salute economica del nostro territorio: «Piacenza necessita una mentalità più collaborativa».

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Gli affari si possono concludere anche a colazione, di fronte a un cappuccino caldo e una brioche fragrante. Il capitolo Galileo di BNI Piacenza, un gruppo di imprenditori piacentini che collaborano tra loro per scambiarsi referenze e aumentare il proprio volume d’affari, si riunisce ogni mercoledì mattina dalle 7,30 nel centro congressi Galileo a Gariga di Podenzano: un orario che, già di per sé, rappresenta una sorta di selezione naturale per i professionisti con la ventiquattrore. Gli incontri, ai quali può aderire un solo “esemplare” per ogni settore («così da evitare spiacevoli giochi di concorrenza»), vengono anticipati da un’ottima colazione.

«BNI nacque nel 1985 negli Stati Uniti, come soluzione a un problema del suo fondatore, che aveva necessità di integrare il proprio fatturato dopo la perdita di un cliente importante. Per acquisire nuovi clienti, ebbe l’idea di riunire fornitori, collaboratori e clienti con l’ottica di avviare un meccanismo di reciproca referenziazione. Il Capitolo BNI Galileo di Piacenza è stato inaugurato in luglio 2016, a seguito della crescita dei primi gruppi in provincia di Parma», riassume il direttore d’area Diego Craviari, che abbiamo intervistato su Sportello Quotidiano per diagnosticare lo stato di salute economica del territorio piacentino. «Il progetto collaborativo, nel corso degli ultimi tre anni, si è diffuso in tutta l’Emilia Romagna e in tutto il sud della Lombardia. I Capitoli BNI sono in contatto tra di loro, permettendo lo sviluppo delle attività professionali anche al di fuori della propria provincia».

A BNI prendono parte alcuni professionisti del mondo edile, della pubblicità, del marketing, del benessere, delle automotive… Come fa un gruppo così disomogeneo a funzionare? 

«Facile, non sono le professioni ad essere rilevanti, ma la persone. Il passaggio di referenze avviene tramite la creazione di un rapporto fiduciario sufficiente a far sì che ciascun membro si senta sereno nell’aprire il proprio bacino di conoscenze ai colleghi di Capitolo. Quindi non è tanto il “cosa fa la persona” a essere rilevante, ma il “chi conosce la persona”».

Come si svolgono le riunioni settimanali? 

«Le riunioni BNI si svolgono al mattino presto per due motivi: perché è l’orario migliore per far incontrare persone piene di impegni, e perché a quell’ora del mattino le energie sono al massimo. Lo svolgimento prevede tre fasi fondamentali. La prima è di libera socializzazione tra tutti i presenti. La seconda è il giro di presentazioni in sessanta secondi ciascuno nell’assemblea. La terza è la condivisione delle referenze scambiate nel corso della settimana appena trascorsa e degli affari conclusi, cioè il volume d’affari generato dalle referenze andate a buon fine. Questo format, sviluppato con cadenza settimanale, crea un volano di contatti “caldi” tali per cui, nel medio periodo, chiunque possa trovare corrisposte le proprie necessità e richieste».

A quanto ammonta il giro d’affari prodotto a Piacenza grazie a BNI?

«Il Capitolo BNI Galileo di Piacenza in un anno e mezzo di attività ha prodotto due milioni di euro di volume d’affari per le aziende e gli studi professionali dei partecipanti, sfruttando il passaparola ben organizzato».

Di quale carburante necessita l’economia locale?

«I membri di BNI condividono la filosofia del “Givers gain”, tradotta in “Chi dà, riceve”. Si smette di pensare unicamente al bene della propria azienda, iniziando a dedicare un po’ del proprio tempo ad aiutare i colleghi di Capitolo e mettendoli in contatto con le opportunità professionali che stanno cercando. Piacenza necessita, per bocca dei cittadini stessi, una mentalità più collaborativa, formata da persone che abbiano voglia e piacere di unire gli sforzi nell’affrontare ognuno il proprio mercato. Le difficoltà del territorio piacentino sono conseguenti alla frammentazione professionale e a una mentalità eccessivamente egoistica. BNI in questo senso si pone come partner d’eccellenza per creare tavoli di lavoro collaborativi e performanti».

Classe 1998, giornalista professionista dell'emittente televisiva Telelibertà e del sito web Liberta.it. Collaboratore del quotidiano Libertà. Podcaster per Liberta.it con la rubrica di viaggi “Un passo nel mondo” e quella d’attualità “Giù la mascherina” insieme al collega Marcello Pollastri, fruibili anche sulle piattaforme Spreaker e Spotify; altri podcast: “Pandemia - Due anni di Covid” e un focus sull’omicidio di via Degani nella rubrica “Ombre”. In passato, ideatore di Sportello Quotidiano, blog d'approfondimento sull’attualità piacentina. Ha realizzato anche alcuni servizi per il settimanale d'informazione Corriere Padano. Co-fondatore di Gioia Web Radio, la prima emittente liceale a Piacenza. Creatore del documentario amatoriale "Avevamo Paura - Memorie di guerra di Bruna Bongiorni” e co-creatore di "Eravamo come morti - Testimonianza di Enrico Malacalza, internato nel lager di Stutthof". Co-autore di “#Torre Sindaco - Storia dell’uomo che promise un vulcano a Piacenza” (Papero Editore, 2017) e autore di "La Pellegrina - Storie dalla casa accoglienza Don Venturini" (Papero Editore, 2018). Nel maggio del 2022, insieme ai colleghi Marcello Pollastri e Andrea Pasquali, ha curato il libro-reportage "Ucraina, la catena che ci unisce", dopo alcuni giorni trascorsi nelle zone di guerra ed emergenza umanitaria. Il volume è stato pubblicato da Editoriale Libertà con il quotidiano in edicola. Ecco alcuni speciali tv curati per Telelibertà: "I piacentini di Londra" per raccontare il fenomeno dell'emigrazione dei piacentini in Inghilterra nel secondo dopoguerra, con immagini, testi e interviste in occasione della festa della comunità piacentina nella capitale britannica dal 17 al 19 maggio 2019; “I presepi piacentini nel Natale del Covid”; “La vita oltre il Covid” con interviste a due piacentini guariti dall’infezione da Coronavirus dopo dure ed estenuanti settimane di ricovero in ospedale; il reportage “La scuola finlandese” negli istituti di Kauttua ed Eura in Finlandia.