cultura
Piacenza promuove l’arte del cinema. Il bilancio della rassegna Mondovisioni
Piacenza si è illuminata sotto i riflettori di un cinema nuovo e diverso. Un cinema che porta sullo schermo i temi più scottanti presenti ogni giorno su quotidiani e telegiornali: che in chiave cinematografica, tuttavia, lasciano un segno ancora più profondo.
Dal 15 al 29 marzo Piacenza è stata animata da un vero e proprio festival del cinema promosso dall’associazione culturale Cinemaniaci, che ha avuto luogo nei due cinema piacentini Corso e Politeama, e nel cinema Jolly di San Nicolò, estendendosi anche a vari locali piacentini convenzionati con l’iniziativa. La rassegna ha compreso sei documentari targati “Mondovisioni”, proiettati a coppie nelle tre serate dell’iniziativa.
Lo scorso 15 marzo ha aperto la rassegna la pellicola Jaha’s Promise, che racconta la storia di Jaha, una donna gambiana che lotta dalla parte delle donne contro la pratica della mutilazione genitale femminile. Il secondo film, Entre os homes de bem, ha messo in luce la posizione degli omosessuali in Brasile, l’ostilità della politica, e soprattutto la lotta ai diritti degli LGBT, che nel film è porta avanti dal politico Jean Wyllys. Il 22 marzo è stato proiettato Brexitannia, documentario che raccoglie le opinioni degli inglesi, compresi gli esperti, a proposito dell’uscita del Regno Unito dall’Unione europea. Boiling Point invece ha trattato la xenofobia e la diffusione del razzismo, approfondendo queste tematiche nel panorama finlandese. Gli ultimi due film, quelli del 29 marzo, sono stati Stranger in Paradise, ambientato in un’aula scolastica dove alcuni immigrati entrano in contatto con la realtà dell’accoglienza e i suoi lati più spinosi, e The workers Cup, che ritrae la realtà dei lavoratori nei cantieri delle strutture che ospiteranno i prossimi mondiali di calcio in Qatar, una dimensione ricca di dinamiche psicologiche e sociali spesso trascurate.
L’associazione Cinemaniaci ha voluto portare, con quest’iniziativa, l’attenzione sul cinema come arte, come punto d’informazione fondamentale, come strumento per capire alcuni dei fenomeni sociali e attuali proposti nella rassegna. Il cinema significa contatto diretto con il pubblico, ma soprattutto con i giovani: tanti di loro, infatti, hanno riempito le sale dei nostri piccoli cinema piacentini. L’arte del cinema per essere tale deve essere preservata, continuando a vivere nel nostro quotidiano e resistendo all’avvento dello streaming. E la sopravvivenza di questa realtà dipende dalla capacità di avvicinare i ragazzi al piccolo cinema.
Il proprietario del cinema Politeama, Roberto Leonardi, ha riscontrato nel pubblico una buona affluenza alla sala, e questo significa che la comunicazione e il passaparola sono stati efficaci, sicuramente aiutati dal prezzo estremamente basso che ha permesso a tutti di poter partecipare al festival. Secondo il proprietario del cinema Jolly, Alberto Tagliafichi, la risposta del pubblico non è stata scoraggiante, ma sicuramente migliorabile, se si aggiunge il fatto che il cinema in generale non sta raccogliendo apici di interesse, dal momento che è molto più comodo guardare un film sul web con un semplice clic.
Piacenza si è illuminata sotto i riflettori di un cinema nuovo e diverso. Un cinema che porta sullo schermo i temi più scottanti presenti ogni giorno su quotidiani e telegiornali, e che sul grande schermo lasciano un segno ancora più profondo.
Chiara Brogi