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Padel, anche nel piacentino si potrà giocare al nuovo sport con la racchetta
Nel piacentino da alcuni giorni è possibile calpestare un campo da padel. Da giovedì scorso, infatti, è attivo il primo terreno presso il circolo Tennuoto di San Nicolò. A breve anche altre realtà si attrezzeranno in tal senso, in primis Rivergaro e Podenzano, dove sono stati aperti i cantieri.
Nel piacentino da alcuni giorni è possibile calpestare un campo da padel. Da giovedì scorso, infatti, è attivo il primo terreno presso il circolo Tennuoto di San Nicolò. A breve anche altre realtà si attrezzeranno in tal senso, in primis Rivergaro e Podenzano, dove sono stati aperti i cantieri.
Ma come si pratica effettivamente questo sport in cui si usano attrezzi simili ai racchettoni da spiaggia e che a prima vista ricorda un misto tra tennis e squash? Le regole di base e il principio di gioco sono proprio quelli del tennis. Il campo – contornato da pareti in materiale trasparente alte tre metri – è più piccolo: misura soltanto venti metri di lunghezza e dieci metri di larghezza. Pure la racchetta a piatto pieno è di dimensioni ridotte. La pallina risulta più gommosa ed elastica, per rendere gli scambi veloci e incalzanti. I muri utilizzabili sono solo quelli facenti parte la propria metà campo, come sponda per salvare palline difficili o rendere le traiettorie più imprevedibili. Non può essere colpito il muro avversario senza che prima la sfera tocchi terra, pena la perdita del punto. È invece permesso uscire dal campo per cercare di recuperare la pallina: se il tiro da fuori rientra nel terreno avversario, anche senza “scavalcare” la rete, è da ritenersi valido. I punteggi e la partita sono organizzati esattamente come il tennis e questo aiuterà sicuramente molti giocatori, nell’ottica del passaggio da uno sport all’altro.
Il padel nacque nel 1969, quando Enrique Corcuera voleva costruire un campo da tennis prima di accorgersi di aver calcolato male gli spazi: le linee del terreno di gioco combaciavano con i muri limitanti. Concepì quindi di considerarli come parte del campo e nacque il padel. Dopo parecchio tempo in cui è stato appannaggio esclusivo del Sudamerica, questa disciplina è sbarcata in Europa e, col nuovo millennio, anche l’Italia ha iniziato a collezionare i primi seguaci.
Approfondite le regole, bisogna comprendere l’apporto emotivo e sociale di questo nuovo gioco. I tre responsabili dei circoli iniziatori, Marco Beccari di San Nicolò, Elena Colombi di Rivergaro e Daniele Margarita di Podenzano, hanno risposto alle nostre domande, definendo il padel «più immediato e divertente per tutti». Abbastanza distante dal tennis, in cui la tecnica e la potenza sono dominanti, più agile, leggero e preciso.
Alla Tennuoto è sorto il “Bakery Paddle”, la cui struttura è stata costruita da Bakery all’interno dell’impianto di San Nicolò grazie a Italian Padel, azienda italiana leader nel settore. Beccari ha spiegato il suo interesse verso le nuove realtà ludico-sportive («perché per passare da gioco a sport il passo è breve») e di come il circolo Tennuoto gli abbia dato fiducia e spazio per intraprendere questa avventura. «Non sarà solo una moda, come accadde con lo squash in passato», ha tenuto a sottolineare.
Colombi è rimasta «elettrizzata» dalla prima partita di prova di padel, perciò ha voluto realizzare un campo a Rivergaro, nel circolo che ha rilevato da un anno. Vedere la “migrazione” di molti piacentini verso altre province per giocare l’ha convinta definitivamente ad avviare i lavori. Margarita ha deciso di puntare su Simone Cremona, campione italiano ora affiliato al circolo valnurese. Tutti concordano sull’augurio che la provincia di Piacenza si muova in modo unito: solo così il padel prenderà piede e non rimarrà un flash momentaneo. Per invogliare le persone, nei prossimi mesi verranno organizzate varie dimostrazioni pubbliche con personalità di spicco.
Davide Reggi