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Piazza Cittadella, compaiono i cartelli di Alberto Esse contro il parcheggio interrato

Al grido (amplificato dal megafono) di «cosa c’è sotto?», questo pomeriggio l’eccentrico artista Alberto Esse ha riunito alcuni fedeli cittadini in piazza Cittadella per opporsi al cantiere del parcheggio sotterraneo e al conseguente abbattimento degli alberi in zona. Gli scavi dovrebbero partire nel 2019, ma per gli attivisti del “Laboratorio di Alberto Esse” – sostenuti da rappresentanti del Comitato Pertite, “Piacenza in Comune” e Legambiente – «produrranno una montagna di rifiuti equivalente alla metà del liceo Gioia».
L’appalto, assegnato sei anni fa durante la Giunta Dosi, in passato è stato osteggiato anche dal centrodestra. Una volta arrivato al governo della città, tuttavia, il sindaco Barbieri – pur manifestando lo scarso gradimento verso questa soluzione – non ha revocato il cantiere, chiamando in causa «i vincoli contrattuali e gli impegni economici robusti per il Comune che potrebbero esporre la cittadinanza a un risarcimento di qualche milione di euro alla società con cui l’ente ha sottoscritto l’accordo».
Perciò, i lavori per i 250 posti auto interrati e la riqualificazione in superficie dovrebbero partire l’anno prossimo, nell’ambito del bando periferie che ammonta a 10,7 milioni di euro: 8 milioni dallo Stato e 1,2 milioni stanziati da una cordata privata (Ccc di Bologna, Edilstrade building di Piacenza, Final di Palermo e Apcoa), ora tenuta a elaborare un progetto esecutivo dell’opera.
Il volantino di Esse: «Qui sotto c’è un tesoro di almeno tredici milioni di euro»
Nel giardino di Piazza Cittadella, dopo aver piantato nel terreno quattro cartelli con la ripetuta domanda «cosa c’è sotto?», Esse ha distribuito dei volantini allusivi: «Qui sotto c’è un tesoro di almeno tredici milioni di euro, cioè il costo previsto dell’opera. Un bottino da spartirsi tra i vari furbetti del cantiere? Qui sotto è possibile che ci siano una chiesa rinascimentale, forse due affreschi di Cimabue e più giù un mosaico romano, poi ossa di piacentini illustri, armi da taglio, utensili, vasi e vasetti, mattoni, sassi, terra, archetti e volte, antichità piacentine che potrebbero diventare occasione di cultura e turismo e che invece verranno tombate o magari selezionate e pulite sfruttando giovani volenterosi o profughi? Qui sotto, dopo aver eliminato la vecchia stazione dei bus e sedici alberi simbolo di bellezza, frescura, ossigeno e salute, si farà una grande buca e si produrranno cinquemila metri cubi di macerie che andranno spostate altrove con cinquecento camionate. Qui sotto ci sarà un grande cantiere che terrà impegnata la piazza per anni, come successo in piazza Mazzini a Cremona durante la costruzione di un analogo parcheggio. Qui ci saranno motoseghe per rimuovere i sedici alberi ritenuti di intralcio, e poi verranno i martelli pneumatici, le grandi scavatrici, carpentieri e muratori per rivestire e rinforzare lo scavo con le loro seghe, le frese, i martelli, le betoniere, sforzandosi di non far mancare nulla ai malcapitati residenti per quanto riguarda polvere, rumore, gas di scarico e disagi vari. E intorno al cantiere graviteranno centoventi famiglie e una ventina di commercianti, oltre a tutti i piacentini, che si chiederanno: ma è proprio necessario?».
