cultura
Palazzo Mandelli riapre al pubblico. Tour nelle stanze segrete di Maria Luigia d’Austria
Martedì 22 maggio, alle 16.30, si terrà una conversazione a tre voci tra la direttrice della Banca d’Italia Carmela Lanza, il professore Carlo Mambriani e lo storico dell’arte Alessandro Malinverni. Il 26 maggio, il 9 e il 23 giugno, toccherà a tre visite condotte da Malinverni.
Palazzo Mandelli, uno dei gioielli architettonici più significativi di Piacenza, sarà di nuovo accessibile alla collettività. Si tratta di un’occasione irripetibile per i cittadini, che potranno ammirare da vicino le stanze segrete dove risiedeva Maria Luigia d’Austria.
Quando si entra in un edificio così bello, così presente e così sconosciuto, si ritorna bambini. Con gli occhi spalancati e pieni di stupore, si scopre un patrimonio che, pur manifestandosi ogni giorno sotto i propri occhi, viene puntualmente ignorato. Ma in questo caso non per sbadataggine degli adulti. «Palazzo Mandelli non può passare inosservato. Eppure, i piacentini che camminano sotto questo stabile non possono soddisfare la loro curiosità all’interno. Il palazzo infatti è destinato agli uffici della Banca d’Italia dal 1913. La filiale, dopo la riforma territoriale migliorativa introdotta da Mario Draghi, ha conservato solo funzioni connesse alla circolazione dei contanti: è stata chiusa al pubblico per accogliere apparecchiature tecnologiche sofisticate, cercando comunque di salvaguardare la vocazione storica del luogo», ha chiarito la direttrice bancaria Carmela Lanza, affiancata dal funzionario Stefano Schettino, dallo storico dell’arte e conservatore del Museo Gazzola Alessandro Malinverni e dal professore di storia dell’architettura Carlo Mambriani.
Ieri pomeriggio, nella cerimonia d’inaugurazione con le autorità e i giornalisti, è stato annunciato un ciclo di appuntamenti dal titolo “A casa di Maria Luigia”. Martedì 22 maggio, alle 16.30, si terrà una conversazione a tre voci tra la direttrice Carmela Lanza, il professore Carlo Mambriani e lo storico dell’arte Alessandro Malinverni. Il 26 maggio, il 9 e il 23 giugno, toccherà a tre visite condotte da Malinverni (per prenotare bisogna inviare una mail a palazzomandelli@libero.it).
Queste iniziative culturali hanno un valore storico e artistico esclusivo per la città, dato che risveglieranno un gigante dormiente del centro storico e permetteranno di ritrovarne l’identità.
Come anticipato, l’inquilina più celebre di Palazzo Mandelli fu Maria Luigia d’Austria, seconda moglie di Napoleone Bonaparte, figlia dell’imperatore d’Austria e duchessa di Parma e Piacenza che soggiornò nella struttura tra il 1816 e il 1847 durante le sue apparizioni cittadine. «Fu una figura ricca di benevolenza, amante dell’arte e attenta alle infrastrutture, che interseca il passato e il presente di Piacenza e Parma», ha esordito Malinverni. «La duchessa abitava a Palazzo Mandelli ogni volta che faceva tappa a Piacenza: era il fabbricato più sontuoso della città, costruito tra il 1745 e il 1755. Inoltre si fidava ciecamente di Bernardino Mandelli, l’ultimo rappresentante della famiglia morto nel 1827: filantropo, grande benefattore degli Ospizi Civili e mecenate di tanti artisti (tra cui Antonio Gemmi, Gaspare Landi e Stefano Ricci)». Dopo l’estinzione della famiglia, il palazzo divenne prima residenza ducale e poi sede della Banca d’Italia.
Nelle date prefissate, i visitatori passeranno nel cortile d’onore, dopodiché percorreranno lo scalone in marmo pregiato che un tempo dava accesso diretto al salone delle feste – affacciato su un piccolo giardino – e all’appartamento nobile. Proseguiranno nella galleria del palazzo, che duecento anni fa era ornata da tre lampadari in cristallo, trentacinque seggiole, un bronzo di Maria Luigia e diciassette quadri della famiglia Mandelli misteriosamente scomparsi. Entrando nello studio e nella camera da letto, arriveranno nei locali privati della duchessa. Questi ambienti, oltre a essere gli uffici operativi dei funzionari bancari, sono un vero e proprio museo. Da cui, però, mancano alcuni reperti: «Parte degli arredi e degli ornamenti furono portati via nel 1866 dai Savoia. Spero che un giorno possano tornare a Piacenza per una mostra», si è augurato lo storico dell’arte.
La scoperta di Malinverni: l’acquerello di Naudin è ambientato a Palazzo Mandelli
Malinverni ha comunicato anche una «scoperta importante», frutto di una scrupolosa ricerca personale ancora agli albori: un famoso acquerello di Giuseppe Naudin, da sempre considerato raffigurante il Palazzo Ducale di Parma, «invece è stato ambientato con certezza a Palazzo Mandelli».