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Dalla rovesciata di Milanesi al mitico Villa. Il torneo Libertas è alle porte
Nell’estate degli anni Settanta, la rovesciata di Enrico Milanesi sul prato dell’epico “Calamari” entrava nella storia. La Champions League piacentina ha saputo mischiare professionisti e dilettanti, raggiungendo uno spirito altissimo di agonismo. Giunto alla sua 46esima edizione, il Torneo Libertas non ha mai smesso di infiammare lo stadio dietro al Corpus Domini. E anche quest’anno promette di regalare emozioni a tutti gli appassionati.
Tra le novità della competizione, vi è il cambio al timone: la gestione non è più in mano alla Figc ma al Cai (Calcio Amatoriale Italiano), che si occuperà del tesseramento, degli arbitri, della diffusione dei risultati e delle classifiche. Il nuovo regolamento prevede il doppio arbitro sul terreno da gioco, i cambi “volanti” come nell’hockey e l’espulsione a tempo. Gli organizzatori hanno l’obiettivo di raggiungere 16 squadre iscritte, incluse le formazioni dalle province limitrofe per contendersi il ricco montepremi. Il fischio d’inizio sarà l’11 giugno e la finale si terrà l’11 luglio. Non mancherà l’anteprima riservata ai piccoli calciatori con un torneo riservato ai ragazzi classe 2008 e 2009.
Saranno trenta giorni di calcio giocato e parlato. I tavoli in legno del Torneo Libertas, infatti, nel tempo sono diventati la culla del calciomercato dilettantistico locale, con i direttori sportivi che trattano di fronte a spiedini, salamelle, patatine e birre.
«È il ritrovo dei calciofili piacentini, che ha visto passare molti calciatori professionisti, a volte sotto nomi fasulli per non farsi scoprire dalle squadre d’appartenenza», svela il presidente-chef della Libertaspes Paolo Confalonieri, operativo in prima persona negli stand gastronomici. «L’evento è importante per il sostentamento economico della nostra associazione sportiva, che punta la maggior parte delle energie sul settore giovanile con oltre duecento tesserati». Il modello degli iscritti al Torneo Libertas è cambiato: «Chi veniva a giocare nell’arena estiva del “Calamari” doveva essere forte. Oggi, invece, il livello tecnico si è abbassato. Comunque, rimane un fiore all’occhiello radicato nella cultura dei piacentini». Ciò che non ha subito modifiche è la struttura, che trasuda di storia: «I lampioni del campo risalgono al 1969 e sono ancora in cemento. Forse sono gli ultimi reperti di questo tipo in Italia. Appartengono al vecchio stadio del Piacenza Calcio a barriera Genova».
Il dirigente della Libertaspes Guido Sozzi ha seguito fin da bambino le sorti del torneo: «Il Torneo Libertas è nato come alter ego cittadino al “piccolo Maracanà” di Gragnano trebbiense. La mia memoria si ricollega ai nomi delle squadre, sempre abbinati agli sponsor. Ricordo le compagini dell’azienda agricola Vitelmi, dell’Autogas Fantini – che, dopo aver cambiato nome in “Fiacchi e Deboli”, ha iniziato a vincere – e del SharmRock Cafè». L’album degli aneddoti della Champions League piacentina si arricchisce con la versatilità di Renato Villa – detto Il Mitico Villa nel periodo a Bologna -, con la presenza del portiere Enrico Alfonso (in forza al Cittadella in serie B) o col millesimo goal segnato da Grazioli in gare ufficiali. Personalità capaci di far registrare il tutto esaurito. «Abbiamo abbassato i prezzi all’ingresso. Dai quarti di finale in poi, si potrà acquistare un abbonamento al costo di dieci euro», comunica Sozzi. «La partecipazione del pubblico sarà essenziale».