cultura
La gita scolastica a Piacenza diventa una mostra fotografica: «La città si racconta timidamente»
La gita scolastica di alcuni studenti brianzoli a Piacenza è diventata una mostra fotografica. Il 31 maggio e l’1 giugno, nel Centro di Formazione Professionale “Guglielmo Marconi” a Concorezzo, un comune della provincia di Monza in Lombardia, ha avuto luogo un’esposizione di immagini scattate qualche mese fa dagli alunni del corso di animazione turistico-sportiva in uscita didattica nella nostra città.
L’idea è stata curata dalla professoressa Marta Bonfanti: «È stato un evento mirato a valorizzare e far conoscere alla cittadinanza la figura dell’animatore turistico sportivo, sbocco professionale della scuola. Il progetto rientra nell’ambito di una programmazione didattica più ampia di promozione turistica ed educazione all’immagine. Nel corso della mostra, è stato distribuito del materiale informativo interamente realizzato dagli alunni, volto a evidenziare le peculiarità e le tradizioni di Piacenza». L’allestimento ha richiesto molto tempo, così come il coordinamento e la redazione minuziosa delle didascalie.
Abbiamo dialogato con alcuni studenti del CFP Marconi.
Qual è stato il vostro impatto con Piacenza?
«Di stupore e di curiosità, soprattutto per l’esteso patrimonio artistico».
Cosa conoscevate della città prima di visitarla?
«La nostra insegnante ci aveva preparato dandoci informazioni sulla storia di Piacenza e sul suo comparto culturale. Abbiamo cercato e rielaborato materiale tratto dai principali siti internet di promozione territoriale, preparando brochure informative – tradotte anche in inglese – in base a ciò che maggiormente ci ha colpiti».
Cosa vi ha colpito?
«Ci ha stupito la particolarità del centro storico con le vie e i monumenti che portano in una dimensione fuori dal tempo. Piacenza è una città che parla, che si racconta, quasi timidamente, ma addentrandosi si scopre quanto sia ricca e degna».
Qual è il dettaglio urbano che si presta maggiormente alla fotografia?
«Ci ha soddisfatto la cupola affrescata dal Pordenone nella Basilica di Santa Maria di Campagna, perché il restauro ha messo in risalto i colori degli affreschi che danno vivacità alla struttura architettonica».
Come giovani osservatori esterni al territorio e studenti di animazione turistico-sportiva, pensate che la promozione di Piacenza vada migliorata?
«Per noi Piacenza è stata una sorpresa e una novità, un contesto molto diverso rispetto a dove viviamo. Scrutando attentamente il territorio, probabilmente ci saremmo aspettati un maggiore legame con il Po, il grande fiume che l’attraversa. Invece sembra che, anche con le sue mura, voglia difendersi dal fiume e non farsi attraversare. Ci piacerebbe, magari un giorno, poter vedere edifici di pregio e fare delle passeggiate lungo il fiume. In relazione al nostro corso, bisognerebbe rilanciare lo scenario di Piazza Cavalli come location per spettacoli e concerti abbinando l’offerta di gadget ai partecipanti. I piacentini dovrebbero essere maggiormente consapevoli e orgogliosi del potenziale della loro città, che non ha nulla da invidiare alle vicine e più famose Parma e Cremona».