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Ufologia e manifestazioni diaboliche a Spazio 4.0: «Fantasmi e oggetti volanti nel piacentino»
Non ci sono cerchi misteriosi o avvistamenti sospetti nel prato di via Manzoni. Ma il mondo alieno si avvicinerà comunque al centro d’aggregazione Spazio 4.0. Venerdì 22 giugno, alle ore 21, è in programma un incontro pubblico su ufologia e manifestazioni diaboliche a cura di EPAS (European Paranormal Activity Society).
A condurre la conferenza sarà Stefano Panizza, scrittore e ufologo originario di Salsomaggiore che “indaga” sugli «oggetti volanti non identificati» e sulla «letteratura esorcistica associata al diavolo». E ai detrattori che definiscono queste tematiche contro-cultura e lontane-dalla-scienza, Panizza risponde: «Sinceramente, mi fa sorridere: ogni fatto può essere analizzato da angolature diverse. Se prendiamo il fenomeno ufologico, si può anche essere convinti che siano tutte invenzioni del testimone, ma rimane ugualmente interessante analizzare gli eventi dal punto di vista sociologico, chiedendosi perché la gente racconti certe cose, in certi luoghi e in certe epoche».
Cosa si intende per “ufologia” e per “manifestazioni diaboliche”?
«Nel primo caso, mi verrebbe da rispondere in modo scontato. E cioè che riguardi lo studio degli “oggetti volanti non identificati”. Ma, come evidente, la soluzione sarebbe troppo generica. Perché al termine “oggetto volante” mancano le necessarie specifiche. A che altezza deve volare? Che colore deve avere? Quali dimensioni? Quindi, a rigor di logica, una luce sconosciuta che svolazza in una stanza durante una seduta spiritica, è un UFO. Per questo il mondo dell’ufologia è un contenitore molto ampio, in cui finiscono anche argomenti che, a badarci bene, nulla dovrebbero averci a che fare. Un esempio? Gli alieni… Insomma, non esiste una scuola di ufologia che ti dica cosa fare. E questo è un bene ed un male allo stesso tempo. Nel secondo caso, la risposta è più semplice. È tutto quanto la letteratura esorcistica associa al diavolo. Anche se gli stessi teologi non sono d’accordo. Perché, per quanto curiosi possano essere, certuni non riconoscono al Male una individualità ben precisa, che può chiamarsi in tanti modi, ma piuttosto una mera simbologia della sofferenza e del dolore».
Perché ritiene che occorra parlarne al pubblico, come nel caso della conferenza a Spazio 4.0?
«Mi sembra che, a livello mediatico, si parli poco del diavolo e delle connessioni che ha con il mondo ufologico. Ma voglio fare una precisazione importante. Io parlo di quello che si scrive nella letteratura esorcistica e delle sue peculiarità che possono trovare un riscontro anche in campi meno specifici. Mi limito, dunque, a porre all’attenzione quanto è emerso nel corso dell’esperienza di tanti religiosi. Il che non vuol dire che io avalli il suo contenuto. Il mio compito, se così posso dire, è far conoscere. Poi ognuno si farà la propria idea».
Quali sono i principali fenomeni paranormali rilevati nel piacentino?
«Premetto che sono di Salsomaggiore: ho scritto tre volumi sul parmense, raccontandone i misteri e le storie insolite. Solo recentemente mi sono avvicinato alle terre piacentine. Se per “paranormali” s’intende tutto quanto esula dall’ordinario, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Dagli UFO che scorrazzano dalla pianura alla collina – a Spazio 4.0 citerò un caso inedito -, ai fenomeni religiosi – sempre in quella occasione parlerò della tragica possessione di Santa Maria in Campagna -, senza dimenticare i tanti fantasmi degli ancor più numerosi castelli».
Come dovrebbe rapportarsi la cittadinanza con questa ipotetica presenza aliena o paranormale?
«Occorre molta prudenza. E questo sia nel valutare l’attendibilità del testimone che l’interpretazione della sua testimonianza. Spesso la cosa più onesta è sospendere il giudizio perché qualunque soluzione è raramente dimostrabile».
Come vanno intese tecnicamente le vostre indagini e il metodo che adottate?
«Analizziamo le fotografie, allo scopo di escludere ogni spiegazione convenzionale che è quasi sempre rintracciabile. Il “quasi” è motivato dal fatto che a volte la scarsa definizione dell’immagine impedisce di fare le necessarie analisi. Purtroppo di tracce fisiche non ne abbiamo mai riscontrate. È ugualmente importante saper intervistare il testimone. Ci sono delle regole precise che hanno l’obiettivo di far risaltare la genuinità del suo racconto».
Non bisogna confondere l’ufologia con la scienza, vero?
«Per chi non vuol credere non ci sono prove sufficienti e“per chi crede nessuna prova è necessaria. Questo per dire che vedo in giro molta prevenzione e creduloneria. Comunque, la scienza ha certe regole. Quindi, se si vuole “fare scienza” non si possono inventare metodi alternativi. Scendendo più nello specifico, le teorie vanno verificate in laboratorio oppure devono prevedere determinati eventi. Se ci si pensa un attimo, si comprenderà come il campo del “mistero” si presti poco ad uno studio scientifico. Cioè, ad esempio, non si può prevedere quando un UFO passerà in un certo punto del cielo, né dire che sia composto dalla tal sostanza. Insomma, l’evento misterioso spesso nasce e muore con il testimone.Quello che si può fare, è fornire una soluzione con la più alta probabilità di veridicità possibile. E per far questo è necessaria una preparazione in tanti campi del sapere. In ogni caso, mai dimenticare che non tutto quello che esiste può essere dimostrato. Si pensi all’amore che lega madre e figlio. Non ci possono essere dei parametri univoci, condizione che richiede la scienza. Quando ci sono elementi oggettivi da analizzare, come immagini, suoni e materiale fisico, ben venga il metodo scientifico. Negli altri casi, è solo “narrazione” su cui comunque si possono fare dei ragionamenti interessanti».