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Il mestiere del meteorologo: «Così preveniamo i dissesti ambientali a Piacenza»
Nel piacentino, c’è un gruppo di meteorologi che ha installato centraline di monitoraggio nei punti strategici delle vallate. Si tratta di Marco Gambazza, Vittorio Marzio e Vincenzo Rigolli, anime dell’associazione “Meteo Val Nure-Piacenza”.
Sicurezza ambientale ed emotiva. Dalle previsioni del tempo dipende la salvaguardia del territorio, ma anche il condizionamento delle nostre attività quotidiane: dagli hobby al lavoro, dalle aziende agricole alla pratica sportiva, dal traffico marittimo a quello aereo.
Nel piacentino, c’è un gruppo di meteorologi che ha installato centraline di monitoraggio nei punti strategici delle vallate. Si tratta di Marco Gambazza, Vittorio Marzio e Vincenzo Rigolli, anime dell’associazione “Meteo Val Nure-Piacenza”: «Nel 2008, la provincia di Piacenza era quasi completamente priva di stazioni meteo professionali; nelle aree montane erano praticamente assenti le webcam. Grazie a una rete formata da varie telecamere posizionate ad altitudini diverse e ben distribuite, nel tempo si è potuto garantire un monitoraggio perfetto della situazione meteorologica, individuando in quali località le precipitazioni assumono un carattere nevoso, la possibile formazione di ghiaccio sulla carreggiata o i paesi soggetti ad inversioni termiche».
L’embrione di “Meteo Val Nure-Piacenza” si forma proprio in quel periodo, dalla passione per la meteorologia e dal desiderio dell’allora diciassettenne Gambazza di offrire un servizio totalmente gratuito per tutti coloro interessati a visualizzare dati meteorologici e immagini del territorio. Il progetto si rafforza nel 2013, quando portano il loro contributo alla causa anche Marzio e Rigolli. Nel 2014, il sogno diventa realtà: nasce formalmente l’associazione, che ora lavora in stretta collaborazione con i Comuni, la Protezione Civile, il Corpo Forestale e i Vigili del fuoco per la prevenzione degli incendi e il monitoraggio climatico-ambientale.
Perché monitorare l’ambiente a Piacenza?
«Quasi il 70 percento dei comuni italiani è classificato a elevato rischio idrogeologico, cioè potenzialmente colpito da frane e alluvioni», risponde Vittorio Marzio, che ha appreso i “trucchi del mestiere” da autodidatta, partecipando a forum online specializzati. «Il monitoraggio ambientale ricopre un ruolo fondamentale sia per la prevenzione di eventi potenzialmente catastrofici sia per l’individuazione di politiche efficaci di mitigazione del rischio». Ma l’installazione delle webcam può soddisfare anche i fini turistici. Questi occhi virtuali in grado di riprendere angoli suggestivi del territorio, potrebbero contribuire a valorizzare il territorio e a promuovere qualsiasi iniziativa turistica presente nella zona. Il servizio potrebbe fungere da stimolo, incuriosendo il popolo dei naviganti di internet e invitandolo all’esplorazione fisica (e non solo virtuale) dei luoghi.
«Troppo inquinamento e poca attenzione della politica»
«La politica ignora i problemi legati all’inquinamento e all’eccessiva cementificazione. Questi fattori incidono sull’aumento della temperatura globale che – pur essendo un fenomeno ciclico del Pianeta – sta accelerando in modo preoccupante», avverte Marzio. «Bisogna sensibilizzare i bambini sulla materia già dalle scuole elementari. Su di loro graveranno i danni da noi provocati».