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Tra scuola e sport, parlano i giovani atleti che rendono orgogliosa Piacenza 

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Andrea Dalla Valle, vicecampione europeo di salto triplo

Qual è il ricordo sportivo che porti con più piacere nel tuo cuore?

«Sicuramente quello che serbo riguardo la vittoria dello scorso anno agli europei di Grosseto in cui mi sono piazzato al secondo posto, dato che è stato il mio primo Europeo e si è svolto qui in Italia».

Immaginati tra dieci anni. Lo sport è presente nella tua vita? Se sì quanto?

«Fin da adesso sto notando un cambiamento tra quello che prima era solo un “hobby” e adesso sta diventando  un vero e proprio lavoro; spero che tra dieci anni io sia diventato un professionista e che possa riuscire a mantenermi con lo sport, cioè facendo quello che amo di più».

Se dovessi convincere qualcuno ad iniziare il tuo sport cosa gli diresti?

«In realtà non lo so. Tutti giocano a calcio, ma la bellezza dell’atletica consiste nell’essere soli ma allo stesso tempo ci si sente parte di un gruppo: durante la gara si è da soli con sé stessi e bisogna dimostrare se si è forti davvero, essendo consapevole però che i tuoi compagni di squadra ci sono e sono pronti a sostenerti».

La tua particolarità è quella di fare salto triplo che non è uno sport così comune, quindi cosa ti ha spinto a cominciarlo?

«Perché secondo me è una delle specialità più “eleganti” dell’atletica (e forse anche più traumatica perché al minimo errore ti sfasci un’articolazione) ma è comunque stata una scelta molto casuale dato che aveva cominciato anche mio fratello e di conseguenza ho deciso di provare anch’io».

Beatrice Saltarelli, ballerina di danza classica

Con l’inizio del liceo hai mai pensato di mollare la danza? Se no cosa ti ha spinto a continuare?

«Prima del liceo facevo sia danza che conservatorio; in prima mi sono trovata di fronte ad una scelta e ho sacrificato il conservatorio per continuare danza e negli anni successivi mollare la danza è stato per me assolutamente impensabile».

Immaginati tra dieci anni. La danza è presente nella tua vita? Se sì quanto?

«L’anno prossimo andrò all’Università e sicuramente continuerò la danza, probabilmente con meno allenamento di adesso di certo però tra dieci anni non credo di poter diventare una professionista, perché ho scelto di investire nello studio».

Chi ti ha sostenuto di più nel tuo percorso? Ti sei sentita supportata dal Liceo Gioia?

«Fin da quando ero in prima i miei professori sanno che studio danza quasi a livello “agonistico” perché impiego dalle 2 alle 5 ore di pratica a settimana. I miei professori sono sempre stati contenti di questo mio percorso, ma non mi sono sentita supportata dal Liceo Gioia poiché la danza non è riconosciuta come sport dal Coni perciò non ho mai potuto usufruire della convenzione».

Molti considerano la danza un’arte più che uno sport. Tu cosa ne pensi?

«Io non sono molto d’accordo con quest’affermazione perché secondo me la danza è un’arte in quanto espressione di emozioni, ma anche uno sport perché è faticosa mentalmente e fisicamente quanto lo può essere l’atletica o il nuoto».

Matilde Zucchini a 360°

«Matilde Zucchini è una promettente nuotatrice piacentina classe 2003. Cresciuta nel Fiorenzuola Nuoto, la studentessa del nostro liceo, ora in forza alla Gam Nuoto di Brescia, ha già ottenuto svariati trofei, fra i quali spiccano l’oro nei 200 rana e l’argento nei 100 rana ai campionati italiani, tenutisi a Roma lo scorso agosto».

Quando hai iniziato a praticare nuoto?

«Il mio primo corso di nuoto risale all’ultimo anno di asilo, quando mia madre mi ha iscritta perché imparassi a nuotare e, di conseguenza, fossi più sicura al mare».

Quante ore al giorno ti alleni?

«Mi alleno in acqua due ore al giorno, dal lunedì al sabato, e svolgo anche due ore aggiuntive di allenamento in palestra».

Come uno sport ad un livello così alto influisce sullo studio e sulla tua vita in generale?

«Riguardo alla scuola, è necessario essere sempre organizzati per non rimanere indietro con lo studio. Riguardo alla vita privata, invece, bisogna fare molti sacrifici, come rinunciare alle feste o a uscire la sera con gli amici, perché spesso nel nuoto le competizioni sono di domenica».

Quali emozioni hai provato sul podio ai campionati italiani?

«Ho provato tantissima gioia perché, quando sono arrivata, sono stata subito circondata e festeggiata dalla mia squadra. Sul podio ho provato anche tanta soddisfazione, perché è stato il coronamento di tutti i sacrifici e di tutto il lavoro svolto nell’arco dell’anno».

Come mai hai scelto uno sport individuale e non uno di squadra?

«Il nuoto si può definire per certi versi un sport di squadra, infatti in allenamento a squadra ha un ruolo molto importante. Tuttavia, in gara si è soli e questa è la cosa che mi piace di più del nuoto. Infatti, si è artefici nel bene e nel male della riuscita della gara. Non possiamo incolpare nessuno per un eventuale fallimento e nelle vittorie il merito è esclusivamente nostro».

Quali sono i tuoi obiettivi per il futuro?

«Spero di continuare a vincere sia campionati italiani sia competizioni ancora più importanti. Riuscendo ad arrivare prima nelle nazionali giovanili e magari un giorno allenarmi in un centro federale, come quello di Ostia, ed entrare nella nazionale A».

Matilde Carassai, Alice Gogni, Francesca Sabia e Tommaso Cagnoni (redazione della testata del liceo Gioia “L’Acuto”)

L'Acuto è la testata studentesca del Liceo Gioia di Piacenza, che periodicamente condivide i propri approfondimenti con i lettori di Sportello Quotidiano.