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Incubo viabilità a San Lazzaro: «Via Emilia pericolosa per ciclisti e pedoni»

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Dall’università Cattolica alla città, la bicicletta non è il mezzo migliore. O meglio, non lo è il percorso ciclopedonale da seguire. Il disagio è stato segnalato dalla studentessa Maria Rossi, iscritta alla facoltà di scienze agrarie e alimentari: «Raggiungendo l’ateneo in bici, ho notato che la pista ciclabile è in pessime condizioni o addirittura assente in vari tratti. Tra buche, scalini, pali e piante, arrivare sani e salvi è un miracolo. La segnaletica è disordinata. In più – dove non è predisposta una corsia separata – si è costretti a costeggiare le automobili sulla strada, che lungo via Emilia Parmense viaggiano veloci. La problematica mi è stata confermata anche da molti compagni di classe. Credo che la Cattolica sia un polo importante per Piacenza, perciò non può rischiare di restare isolata».

Affidandosi alla mappa sul sito del Comune di Piacenza, non risulta presente un tragitto ciclabile in una porzione di via Emilia Parmense: dalla rotonda tra via Panini e via Colombo fino all’intersezione tra la strada delle Novate e la strada dell’Anselma. Questo tratto scoraggiante viene comunque attraversato sulle due ruote da alcuni universitari. «Abito vicino a via Colombo, quindi teoricamente sarei comoda ad andare all’università in bici. Ma al mattino la strada è molto trafficata e sinceramente non mi sento al sicuro. In generale, negli orari di punta è un disastro», afferma un’altra ragazza.

Le piste alternative che collegano la Cattolica alla città passano sulla strada dell’Anselma e sulla Caorsana per poi ricongiungersi a via Emilia Parmense. Oppure, transitando dietro al centro commerciale “Porta San Lazzaro”, è possibile ricorrere alla corsia ciclabile di via Mazzoni e via Ottobono, che tuttavia arriva a un “punto morto” su via Emilia Parmense in direzione del campus. Itinerari dunque non del tutto stimolanti, vista l’ampia distanza rispetto a un collegamento sicuro che potrebbe essere realizzato su via Emilia Parmense, direttamente verso le arterie principali della città: via Conciliazione, viale Dante, via IV Novembre, ma anche il centro storico e il pubblico passeggio. Una necessità ancor più accentuata dalla bella stagione, che porta tanti studenti a muoversi in bici.

Una città davvero intenzionata a diventare frizzante e attiva, non può ostacolare lo spostamento degli studenti universitari. Che ovunque, in Italia e nel mondo, portano fervore e vitalità. Piacenza dovrebbe far tesoro degli oltre tremila giovani frequentanti la Cattolica, tra cui centosessanta residenti nel Collegio Sant’Isidoro, facilitando l’utilizzo di un mezzo favorevole per l’ambiente e per la salute.

Il parroco si unisce al coro: «Via Emilia pericolosa»

Dopo la protesta di un gruppo di studenti dell’università Cattolica, arriva quella di don Silvio Pasquali, parroco di San Lazzaro: «Via Emilia Parmense è estremamente pericolosa per i ciclisti e i pedoni. Le automobili sfrecciano, le strisce non sono sufficientemente segnalate, in alcuni punti il marciapiede è assente, e gli abitanti del quartiere rischiano la propria incolumità».

Il tratto di Via Emilia Parmense che va dalla rotonda tra via Panini e via Colombo fino all’intersezione tra la strada delle Novate e la strada dell’Anselma, infatti, è privo di percorsi ciclopedonali ben separati e distinti. «L’anno scorso, sono stati investiti due anziani che si dirigevano in chiesa», ricorda don Silvio. «Al mattino, quando fiumi di studenti attraversano via Emilia Parmense per andare all’università, non è difficile assistere a inchiodate e tamponamenti. Ogni domenica, vi transitano quattrocento fedeli per la Santa messa. In inverno, con il buio e il maltempo, i pedoni sono invisibili e rischiano la vita».

La zona è frequentata da numerosi giovani. Oltre ai tremila studenti della Cattolica, dall’altra parte della strada nel periodo estivo ci sono decine di bambini iscritti al grest, centocinquanta scout nei fine settimana e novanta alunni della scuola materna. «La parrocchia è un centro d’aggregazione importante per San Lazzaro, frequentata da molti ragazzi e ragazze del quartiere che partecipano ad attività ricreative e formative», rileva don Silvio. «Per raggiungerci, spesso si muovono da soli, a piedi o in bicicletta». E qui sorge il problema anche per loro: non essendoci una pista ciclabile, sono costretti a invadere lo spazio dei pedoni o a tentare la sorte pedalando a pochi metri dalla carreggiata. Inoltre, per chi abita sul lato opposto della chiesa, l’attraversamento stradale è una sfida non banale.

«Chiediamo la messa in sicurezza delle strisce pedonali, magari segnalandole con cartelli luminosi o aggiungendo un semaforo per rallentare i veicoli in prossimità d’esse», propone il parroco. «A settembre, probabilmente formuleremo una richiesta formale d’intervento rivolta all’amministrazione comunale».
La tematica in passato era già stata sollevata dal residente di San Lazzaro ed ex consigliere comunale dei Cinquestelle Andrea Gabbiani. Nel giugno 2016, a Palazzo Mercanti era stato approvato un ordine del giorno affinché, in collaborazione con il servizio infrastrutture e lavori pubblici, si procedesse alla progettazione di percorsi sicuri per i fruitori delle strutture presenti tra via Radini Tedeschi e la rotonda con via Montelungo.

Thomas Trenchi
(Pubblicato sul quotidiano Libertà)

Classe 1998, giornalista professionista dell'emittente televisiva Telelibertà e del sito web Liberta.it. Collaboratore del quotidiano Libertà. Podcaster per Liberta.it con la rubrica di viaggi “Un passo nel mondo” e quella d’attualità “Giù la mascherina” insieme al collega Marcello Pollastri, fruibili anche sulle piattaforme Spreaker e Spotify; altri podcast: “Pandemia - Due anni di Covid” e un focus sull’omicidio di via Degani nella rubrica “Ombre”. In passato, ideatore di Sportello Quotidiano, blog d'approfondimento sull’attualità piacentina. Ha realizzato anche alcuni servizi per il settimanale d'informazione Corriere Padano. Co-fondatore di Gioia Web Radio, la prima emittente liceale a Piacenza. Creatore del documentario amatoriale "Avevamo Paura - Memorie di guerra di Bruna Bongiorni” e co-creatore di "Eravamo come morti - Testimonianza di Enrico Malacalza, internato nel lager di Stutthof". Co-autore di “#Torre Sindaco - Storia dell’uomo che promise un vulcano a Piacenza” (Papero Editore, 2017) e autore di "La Pellegrina - Storie dalla casa accoglienza Don Venturini" (Papero Editore, 2018). Nel maggio del 2022, insieme ai colleghi Marcello Pollastri e Andrea Pasquali, ha curato il libro-reportage "Ucraina, la catena che ci unisce", dopo alcuni giorni trascorsi nelle zone di guerra ed emergenza umanitaria. Il volume è stato pubblicato da Editoriale Libertà con il quotidiano in edicola. Ecco alcuni speciali tv curati per Telelibertà: "I piacentini di Londra" per raccontare il fenomeno dell'emigrazione dei piacentini in Inghilterra nel secondo dopoguerra, con immagini, testi e interviste in occasione della festa della comunità piacentina nella capitale britannica dal 17 al 19 maggio 2019; “I presepi piacentini nel Natale del Covid”; “La vita oltre il Covid” con interviste a due piacentini guariti dall’infezione da Coronavirus dopo dure ed estenuanti settimane di ricovero in ospedale; il reportage “La scuola finlandese” negli istituti di Kauttua ed Eura in Finlandia.