cultura
Dal 18 al 25 agosto torna la 17esima edizione di Concorto Film Festival
Corti da tutto il mondo in concorso, 4 focus tematici su Giappone, Africa, identità di genere e cinema horror, una mostra, workshop e tanta musica.

Ritorna dal 18 al 25 agosto, il Concorto Film Festival, la rassegna internazionale di corti giunta alla diciassettesima edizione che si terrà a Pontenure in provincia di Piacenza, nella tradizionale cornice del Parco Raggio.
Una settimana all’insegna del cinema dove, oltre ai film in concorso che si sfideranno per aggiudicarsi il tradizionale Asino d’oro, sarà possibile vedere pellicole all’interno di quattro focus: WABI SABI – FOCUS JAPAN, VISA POUR L’AFRIQUE, RASSEGNA WANNABE e RASSEGNA DEEP NIGHT. Concorto quest’anno, inoltre, ospiterà il Torino Horror Film Festival per una piccola rassegna dedicata al genere.
Protagonista del festival sarà come sempre la musica, quest’anno tra i vari appuntamenti, anche VAMPYR di Carl Theodor Dreyer musicato dal vivo da Paolo Spaccamonti e Ramon Moro.
I FOCUS
Uno degli elementi più importanti e distintivi che rafforzano l’identità di Concorto Film Festival è la sua visione internazionale. Ampliare gli orizzonti cinematografici del proprio pubblico introducendolo a filmografie estere e poco note, è una questione che sta particolarmente a cuore al festival.
Di conseguenza, sin dal 2009, parallelamente al concorso principale, è stato deciso di cogliere la sfida e dedicare una sezione speciale a un particolare Paese con lo scopo di far luce su prospettive nuove e insolite, indissolubilmente legate al contesto culturale e sociopolitico del paese in questione. Sono nati così i focus su Polonia, Israele, Québec, Corea, Svezia, Belgio, Iran, Grecia, Cuba, Argentina e Romania.
WABI SABI – FOCUS JAPAN
Quest’anno, Concorto rivolge lo sguardo sul cinema cinema giapponese.
Se si volesse condensare la lunga storia della cinematografia nipponica in un’espressione, la scelta più azzeccata sarebbe wabi-sabi. Il significato di questa voce giapponese potrebbe essere definito come un insolito cambiamento di prospettiva che può generare un mutamento interiore molto potente e profondo, in grado di spingerci a rallentare e considerare i dettagli della realtà circostante, in tutte le loro sfumature più squisite ed evocative. Ed è proprio questo l’obiettivo della rassegna organizzata da Concorto: riflettere e indagare su questo concetto attraverso le opere dei giovani autori giapponesi, eredi di questa lunga e ricca tradizione filmica.
VISA POUR L’AFRIQUE
Il progetto intende indagare il grande continente africano attraverso una serie di film che possano descrivere la cultura, le tradizioni e i paesaggi caratteristici dei vari Paesi che compongono l’Africa, in una mappatura la più ampia possibile. Non si vuole focalizzare l’attenzione sul fenomeno contemporaneo della migrazione, nel senso che questo fenomeno, pur importante e che coinvolge ogni anno milioni di persone, rappresenta solo uno dei fenomeni che interessano l’attuale geopolitica.
Questa volta, quello che interessa mettere in luce dell’Africa è la sua ricchezza culturale, la bellezza dei suoi paesaggi, le virtù e le contraddizioni di un insieme di Paesi troppo spesso relegati alla cronaca delle guerre o della povertà. All’interno di questo focus sarà proiettato anche “Black American Again” di Bradford Young, direttore della fotografia di “Arrival” e “Solo: A Star Wars Story”. L’invito al pubblico del festival è quello di munirsi di Visto (è il Visto che ottengono tutti i sognatori) e partire con Concorto per un Gran Tour che ci farà scoprire la terra delle nostre radici più antiche. Occorrerà anche imparare nuove parole: serviranno per catalogare i mille modi in cui la sabbia si accumula vorticando nel deserto oppure per descrivere i colori abbaglianti di una natura e di una Terra troppo spesso dimenticata.
RASSEGNA WANNABE
La rassegna Wannabe proporrà una serie di storie che trattano il tema dell’identità di genere.
Spesso i protagonisti dei cortometraggi più emozionanti sono adolescenti e la storia ruota intorno alle loro fragilità e al loro desiderio di vivere la vita nel modo più intenso possibile. Altre volte i protagonisti sono esploratori in viaggio, alla ricerca di sé stessi, alla ricerca di un nome che possa aderire alla loro immagine interiore e soprattutto al loro corpo.
Sono storie intense immerse in realtà multicolori, amplificate dal caleidoscopico meccanismo dei social, un tentativo di rendersi continuamente visibili, nelle nostre molteplici forme, agli occhi del mondo.
La libertà di essere ciò che si è a volte è frutto di un percorso difficile fatto di dubbi, di paure, di difficoltà nelle relazioni familiari, di silenzi. I protagonisti che incontreremo sono persone disposte a mettersi in gioco, disposte quasi a morire pur di vivere nella verità, pur di essere amate per quello che sono.
RASSEGNA DEEP NIGHT
L’edizione 2018 di Concorto Film Festival segna il consolidamento della sezione Deep Night. Lanciato nel 2016 come esperimento all’interno delle proiezioni di mezzanotte e riproposto con successo nell’ultima edizione, lo spazio concortiano dedicato al mondo dell’horror e del fantastico, punta quest’anno ad imporsi come uno degli appuntamenti imperdibili del Festival.
All’interno della suggestiva cornice della Serra di Parco Raggio, il pubblico potrà godersi una selezione di cortometraggi da tutto il mondo che oscilleranno dal cinema horror classico a quello sperimentale, passando per commedie surreali e thriller adrenalinici. I film di Deep Night saranno tutti accomunati da un animo folle e da un forte impatto sullo spettatore, avendo come obiettivo primario la ricerca di quell’atmosfera resa celebre negli anni ’70 nei cinema di New York con le proiezioni dei midnight movies. Divertimento e brividi saranno assicurati.
RASSEGNA UBIK
Ubik è una sezione non competitiva del festival dove trovano spazio le opere dal linguaggio più innovativo. La ricerca di cortometraggi che sperimentano nuove strade di espressione è una prassi che sta alla base della valutazione e della selezione di tutti i film presenti a Concorto, ma con i corti presenti in UBIK ci si è spinti in territori ancora meno esplorati, dove il confine tra cinema e video arte si fa sempre più labile. È un cinema che parla di sé medesimo, un cinema che rivolge l’occhio verso se stesso, rivelando senza pudore i meccanismi alla base della registrazione visiva, un cinema che, consapevole delle proprie strutture e del proprio specifico linguaggio, decide di “scoprire l’inganno” ma proprio questa procedura fa sì che lo “svelare” renda la visione opaca, come se il meta-cinema fosse una lente che funziona al contrario, in grado di offuscare gli strati infiniti di cui è composta la realtà e l’esperienza della visione.
MUSICA
“VAMPYR” DI CARL THEODOR DREYER MUSICATO DAL VIVO DA PAOLO SPACCAMONTI E RAMON MORO – venerdì 24 agosto, Parco Raggio
A cinquant’anni dalla morte del grande maestro del cinema nordico Carl Theodor Dreyer, Paolo Spaccamonti e Ramon Moro trasformano “Vampyr”, uno dei suoi film più celebri, in un’esperienza visiva e sonora che restituisce al pubblico contemporaneo tutto il mistero e l’inquietudine di un capolavoro horror onirico che ha influenzato generazioni di cineasti.
Paolo Spaccamonti: chitarra elettrica e synth
Ramon Moro: tromba
Un concerto nato dalla collaborazione del duo di musicisti con il Museo del Cinema di Torino e il Festival del cinema di Pesaro.
Il film del maestro del cinema degli anni Venti e Trenta è ispirato dalle novelle dello scrittore irlandese Joseph Sheridan Fanu. Classico del 1932, questo horror onirico affida il suo fascino più all’atmosfera e alla suggestione che alla tensione. I dialoghi sono ridotti al minimo, accompagnati da efficaci mix di rumori. Il regista Carl Theodor Dreyer iniziò a ideare “Vampyr” verso la fine del 1929, pensato come il suo primo film sonoro, decise di creare una storia basata sul soprannaturale e a tal proposito lesse circa trenta racconti del mistero e del terrore. Nel 1927, a Londra e New York, la versione teatrale di “Dracula” di Bram Stocker era stata un grande successo, quindi Dreyer scrisse una storia basata sui vampiri, che all’epoca cominciavano a diventare sempre più più popolari. Dreyer costruì la trama di “Vampyr” utilizzando elementi dai racconti scritti da Sheridan Le Fanu. Difficile fu la scelta del titolo del film: Inizialmente avrebbe dovuto essere Destino, poi Ombre dell’inferno, ma infine si decise per Il vampiro (Vampyr).
Paolo Spaccamonti. Chitarrista e compositore di ricerca, non ha mai perso occasione per affiancare alla propria attività solista collaborazioni di prestigio, dai reading con il giornalista Maurizio Blatto alle sonorizzazioni di film muti commissionate dal Museo del Cinema come Rotaie e Drifters (quest’ultimo in duo con Ben Chasny / Six Organs Of Admittance) , documentari quali “I mille giorni di mafia Capitale” prodotto dalla Rai (a cui ha collaborato firmando tre brani insieme a Riccardo Sinigallia) e il film Neve Rosso Sangue, presentato al Torino Film Festival del 2015 . Numerosi sono poi i risultati su disco: l’lp Spaccamombu, fusione in studio con i romani Mombu, lo split LP con Stefano Pilia e nel 2014 la musicassetta Burnout con Daniele Brusaschetto. Oltre a incroci con Damo Suzuki (CAN), Fabrizio M. Palumbo (Larsen), Chicco Bertacchini (Starfuckers), Bruno Dorella (Ronin, Ovo), Offlaga Disco Pax, il sound designer Gup Alcaro, i video-artisti Masbedo e Donato Sansone, che non fanno che aggiungere ad un curriculum in solitario già di assoluto livello, come testimonia l’accoglienza ai primi due album, Undici Pezzi Facili e Buone Notizie, oltre al terzo Rumors, uscito nella primavera del 2015 ed accolto entusiasticamente da pubblico e critica come uno dei migliori dischi dell’anno. L’inizio del 2016 lo vede tornare sul palco con quelli che ormai sono due abituali collaboratori come il già citato Stefano Pilia e la violoncellista canadese Julia Kent, per la sonorizzazione dal vivo di C’era una volta di Carl Theodor Dreyer, sempre su commissione del Museo del Cinema di Torino. A fine anno pubblica in solo vinile la colonna sonora del film I CORMORANI, esordio alla regia di Fabio Bobbio, composta insieme al trombettista Ramon Moro mentre ad aprile 2017 è uscito l’lp TORTURATORI, disco composto a quattro mani con il musicista americano Paul Beauchamp.
Ramon Moro, trombettista decisamente singolare, con un’impronta stilistica di “confine”, individuabile in ogni occasione per il suono visionario e immaginifico. In questi ultimi venti anni ha lavorato in ambiti jazzistici, sperimentazioni elettroniche, pura improvvisazione, supporto per band rock, preziosi interventi su album di musica leggera e cantautorale. (Stefano Battaglia, Lawrence D. Butch Morris, Arigret, Fiorenzo Sordini, Irene Robbins, Andrea Valle, Lorenzo Senni, Fluxus, Stearica, Larsen, Mau Mau, Northpole, Fabio Barovero, Luca Morino, Cesare Malfatti,
Igor Sciavolino, Paolo Spaccamonti, Fabrizio Modonese Palumbo, Xiu Xiu, Minus&Plus, Dan Solo, Davide Tosches, Olla, American Splendor. Per la sua predisposizione all’improvvisazione, alla cura del suono e alla sua sensibilità ad interagire con altre forme espressive, viene richiesto sempre più spesso a collaborare con artisti visivi e autori teatrali. É sua la doppia performance sull’installazione di Richi Ferrero “Bwindi Light Masks”; esibizione di rilievo all’interno del Cortile di Palazzo Carignano (TO), interagendo con l’opera “Waiting for the last bus” degli artisti Botto e Bruno.
Ha composto insieme a Paolo Spaccamonti le musiche del film “I Cormorani” del regista Fabio Bobbio. Band di riferimento: 3quietmen, esibizioni di rilievo come Festival Jazz di Magdeburgo, RomaJazzFestival2009, tournèe in Cina nel 2008.
