curiosità
In via Trento apre il primo bar “alcol free” di Piacenza. La titolare: «Scelta etica»
Vino e cocktail? Sì, ma senza alcol. In via Trento, da quattro mesi ha aperto il primo bar “bianco” di Piacenza, dove non vengono categoricamente serviti alcolici. È tra le poche attività di questo tipo in Italia. La titolare si chiama Malika Zouari, è di origine algerina ed è mossa da una forte motivazione etica: «È una caffetteria in controtendenza. Il locale è collocato in una zona bazzicata da molti studenti, nei pressi del liceo Marconi. La clientela è giovane, perciò è importante tenerla alla larga dal vizio dell’alcol. Anch’io ho una figlia di 14 anni: da mamma, mi sento più serena sapendola lontana da questa brutta abitudine». Nel frigorifero all’ingresso ci sono bottiglie di birra e noti soft drink in veste assolutamente analcolica. «Ho un amico che soffre di alcolismo. In teoria non potrebbe bere, ma ogni volta che è fuori con gli amici purtroppo si lascia andare alla tentazione. Nel mio bar non può capitare. Tanti clienti stanno scoprendo il piacere di bere bevande alternative. Altri», ammette Malika, «si rifiutano di pranzare senza un bicchiere di birra e se ne vanno».
La ragazza professa l’Islam, che vieta rigorosamente l’alcol. Ma la sua scelta imprenditoriale non ha nulla a che vedere con la religione: «L’Islam non c’entra, infatti vendo i salumi e la carne di maiale. L’alcol dovrebbe essere limitato in tutti gli esercizi commerciali. Si potrebbe applicare un listino prezzi più alto sui liquidi inebrianti, in modo da limitarne l’acquisto. Se così fosse, anche in via Colombo o in via Roma ci sarebbero meno disagi legati all’ubriachezza. Nei paesi scandinavi, per esempio, hanno adottato questa misura per disincentivare la gente a ubriacarsi». Malika insiste su un concetto: «È possibile divertirsi anche senza alcol. È meglio avere la mente lucida. Alcuni giovani mi dicono che i superalcolici li aiutano ad avere meno freni inibitori: ragionando così, partono sconfitti in partenza. E poi va detto che non sempre le altre attività rispettano le leggi per la somministrazione ai minori».
Nel caso di somministrazione di bevande alcoliche a minori di 16 anni, è previsto l’arresto fino a un anno. Il divieto è posto anche per la somministrazione ai minori di 18 anni, con una sanzione amministrativa pecuniaria da 250 euro a 1.000 euro, e da 500 euro a 2.000 euro con sospensione dell’attività per tre mesi qualora il fatto fosse commesso più di una volta. Neanche a dirlo, non c’è l’ombra delle slot machine: «Il gioco d’azzardo crea danni enormi, non lo accetto nel mio bar», spiega la titolare. Forse ci vorrà del tempo per far comprendere a fondo questa «alternativa sana», ma la scelta di Malika – che a fine mese deve affrontare i bilanci e che non gode di alcuna agevolazione – è indubbiamente coraggiosa. A pochi metri si trova il Teatro Trieste 34 di Filippo Arcelloni, che propone spettacoli nazionali con la compagnia PKD proprio sul tema del consumo e l’abuso di sostanze alcoliche tra i giovani. Da qui l’annuncio che «durante la prossima stagione, verranno proposte esibizioni con aperitivi alcol free in collaborazione tra la caffetteria e il teatro».
Thomas Trenchi
(Pubblicato sul quotidiano Libertà)