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L’ascensore è libertà. Rita: «Sono in sedia a rotelle, il montascale mi ha cambiato la vita»
Sulle 73mila abitazioni nella provincia di Piacenza, solo 1.570 dispongono di un ascensore. A primo impatto, potrebbero sembrare dati puramente tecnici. Ma quando un semplice ascensore può garantire la libertà di muoversi, di uscire, di vedere gli amici o di andare al cinema, allora la problematica si fa seria. E una mancanza strutturale diventa un diritto negato. Perché oltre ai numeri, ci sono le storie delle persone. Come quella di Rita Rosi, una signora in sedia a rotelle a causa dell’amputazione di una gamba, che tre anni fa si è appellata all’Associazione per l’invecchiamento attivo (Auser) per denunciare la sua situazione: «Dall’aria aperta alla mia casa, ci sono nove gradini. L’Ausl mi ha fornito un montascale “scoiattolo”: al primo utilizzo però è precipitato velocemente fino in fondo e io mi sono fratturata entrambi i femori. Nel mio edificio, non c’era abbastanza spazio per costruire l’ascensore, così due anni fa ho trovato la soluzione ideale: una cabina esterna elettrica. La mia vita è cambiata». Oggi Rita può uscire dalla propria abitazione e – grazie al sostegno dei volontari Auser – «andare al supermercato o in piazza».
Sono tanti gli anziani che soffrono di questa lacuna. Individui che magari, a un certo punta della propria esistenza, per difficoltà fisiche possono intravedere la città solo dallo spiraglio di una finestra, essendo così costretti a trasformare in un ricordo le chiacchiere ai giardinetti, proprio quando forse avrebbero più cose da raccontarsi. Nel piacentino, si contano addirittura 4.725 appartamenti oltre il quarto piano che sono collegati al terreno esclusivamente dalle rampe di scale. I comuni di Agazzano, Alseno, Besenzone, Bettola, Borgonovo, Calendasco, Caminata, Caorso, Carpaneto, Castelvetro, Cerignale, Coli, Farini, Ferriere, Gropparello, Morfasso, Ottone, Vigolzone e Travo sfiorano la soglia del 100 percento per assenza di ascensori nei nuclei abitativi.
Nelle scorse settimane, durante il convegno “Piano terra, poi ci pensa il volontariato. Tra reclusione e libertà” organizzato da Auser Piacenza, il presidente dell’associazione Sergio Veneziani, l’assessore ai servizi sociali Federica Sgorbati, il presidente di Acer Patrizio Losi e il segretario provinciale di SPI Cgil Luigino Baldini si sono confrontati sul grave impedimento per le persone anziane o con disabilità a coltivare relazioni sociali e partecipare alla comunità nel caso in cui non dispongano degli ascensori, «anelli di connessione tra casa e territorio». Ha moderato l’incontro il giornalista Mattia Motta, dopo l’introduzione dell’ingegnere Stefania Irti e della vicepresidente regionale di Auser Magda Babini.
«Da sempre Auser, specialmente attraverso il “Filo d’argento”, sostiene la mobilità con servizi di accompagnamento protetto con auto, ma ciò non è fattibile se le persone sono letteralmente impossibilitate a uscire dalle proprie abitazioni», ha spiegato Veneziani, convinto che «per stimolare gli anziani a investire a lungo termine sull’acquisto degli ascensori, occorra coinvolgere anzitutto gli utenti finali di questo servizio: i loro figli». Nel 1989, è entrata in vigore una legge che prescrive l’ascensore obbligatorio per gli edifici con più di tre livelli fuori terra. Dopo quattordici anni, nel 2018 è stato rifinanziatocon 180 milioni di euro il Fondo nazionale per l’abbattimento delle barriere architettoniche negli edifici civili, di cui 29 milioni di euro destinati alla Regione Emilia-Romagna. Inoltre, recentemente la Regione ha stanziato 2 milioni di euro per dotare di ascensori le case di edilizia residenziale pubblica (Erp). «La politica è sempre stata insensibile nei confronti di questa tematica. Tra i fondi stanziati, ad Acer sono arrivati 115mila euro che impiegheremo per sistemare due ascensori a Piacenza e uno a Castelsangiovanni», ha dichiarato Losi.
«Da una parte bisogna riqualificare il patrimonio pubblico, dall’altra è fondamentale convincere gli anziani a spendere per l’acquisto degli ascensori proponendo crediti agevolati o fondi di garanzia», ha esortato Baldini. L’assessore Sgorbati ha manifestato l’impegno dell’amministrazione comunale «a intercettare il maggior numero di fondi» e ha constatato che «spesso, a causa del momento di crisi, vengono scelti appartamenti pubblici senza ascensore per risparmiare sulle spese condominiali, ma poi tale decisione diventa un problema sociale per la deambulazione e la mobilità dei soggetti».
Thomas Trenchi
(Pubblicato sul quotidiano Libertà)