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La moda al tempo di internet. La sfida della giovane stilista piacentina Maria Francesca Milani

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La giovane stilista Maria Francesca Milani

Se la montagna non viene a Maometto, Maometto va alla montagna. Nel suo caso, la giovane stilista piacentina Maria Francesca Milani – che si è trovata ad amare la moda in un momento generale di crisi, «in cui le aziende del settore investono poco sullo sviluppo degli abiti» – ha iniziato a disegnare, confezionare e vendere autonomamente le proprie creazioni.

«Amo vedere un mio capo indossato da un’altra donna, sapendo che la fa sentire a suo agio. Quando ho assistito per la prima volta a una modella con un mio abito, mi sono commossa. È come se fosse un figlio in tessuto, col quale stringo un rapporto intimo e affettivo». Dopo essersi diplomata al liceo artistico Cassinari, la 28enne è partita alla volta di Firenze per frequentare il pregiato Polimoda Fashion Institute con una valigia piena di passione e perseveranza. Ha avuto l’opportunità di lavorare come stagista per il noto stilista Flavio Castellani, oltre che coi marchi Tod’s, Valentino e Gucci, arrivando all’apertura della sua etichetta personale “MFM”. A un certo punto, però, ha compiuto una scelta di cuore: «Tutte le mie coetanee hanno cercato di affermarsi all’estero, io invece ho voluto far ritorno al punto di partenza: Piacenza, la mia città. Forse è stato un passo azzardato, ma ritengo assurdo andare a Londra o Parigi abbandonando il “made in Italy”», racconta Maria Francesca, che realizza e promuove i propri cataloghi, li spedisce via mail ai canali di vendita («a volte parto in treno e li consegno direttamente nelle boutique») e propone i suoi vestiti ai negozi. «Il contatto diretto tra stilista e negoziante è proprio ciò che si è perso nel tempo. I confezionisti a cui faccio affidamento lavorano a Firenze. Mi reco in Toscana per trasformare la mia ispirazione in realtà, vigilando sulla qualità dei tessuti, sulle zip, sulle cuciture e sugli altri dettagli in maniera maniacale. Uso solo fibre naturali, non ricorro a tessuti sintetici o in poliestere. Preferisco ideare prodotti di nicchia, ciò che manca nei grandi brand e nel “fast fashion” presente anche in centro storico a Piacenza».

Un’altra componente della sua attività – che presto potrebbe diventare quella principale – è il web, dove si presenta così: “Immergo la mia anima nei colori e attraverso la tecnica e la mia creatività ne valorizzo l’estetica”. «Ho avviato un sito internet commerciale per rispondere alla richiesta di alcuni clienti esteri. Oggi noi giovani abbiamo la grande difficoltà di trovare aziende disposte a supportarci nella fase di creazione dell’abito. È complicato essere presi in considerazione. Chissà, lo strumento virtuale potrebbe essere il futuro». Il suo stile è raffinato ed elegante, ma a Piacenza non ha ancora trovato vita facile: «La clientela qui è un po’ particolare, con una mentalità poco aperta: credo che sia diffidente nei confronti dei marchi emergenti. A Roma, Firenze o Rimini è più facile», ammette Maria Francesca. Il suo sogno è quello di «inaugurare un laboratorio in città condiviso da più donne che amano quello che fanno, all’insegna dell’imprenditoria femminile. Uno spazio in cui far convogliare la moda nel mio territorio, creando qualcosa di grande. Sarebbe un’iniziativa rischiosa, ma in futuro voglio provarci».

Thomas Trenchi
(Pubblicato sul quotidiano Libertà)

Classe 1998, giornalista professionista dell'emittente televisiva Telelibertà e del sito web Liberta.it. Collaboratore del quotidiano Libertà. Podcaster per Liberta.it con la rubrica di viaggi “Un passo nel mondo” e quella d’attualità “Giù la mascherina” insieme al collega Marcello Pollastri, fruibili anche sulle piattaforme Spreaker e Spotify; altri podcast: “Pandemia - Due anni di Covid” e un focus sull’omicidio di via Degani nella rubrica “Ombre”. In passato, ideatore di Sportello Quotidiano, blog d'approfondimento sull’attualità piacentina. Ha realizzato anche alcuni servizi per il settimanale d'informazione Corriere Padano. Co-fondatore di Gioia Web Radio, la prima emittente liceale a Piacenza. Creatore del documentario amatoriale "Avevamo Paura - Memorie di guerra di Bruna Bongiorni” e co-creatore di "Eravamo come morti - Testimonianza di Enrico Malacalza, internato nel lager di Stutthof". Co-autore di “#Torre Sindaco - Storia dell’uomo che promise un vulcano a Piacenza” (Papero Editore, 2017) e autore di "La Pellegrina - Storie dalla casa accoglienza Don Venturini" (Papero Editore, 2018). Nel maggio del 2022, insieme ai colleghi Marcello Pollastri e Andrea Pasquali, ha curato il libro-reportage "Ucraina, la catena che ci unisce", dopo alcuni giorni trascorsi nelle zone di guerra ed emergenza umanitaria. Il volume è stato pubblicato da Editoriale Libertà con il quotidiano in edicola. Ecco alcuni speciali tv curati per Telelibertà: "I piacentini di Londra" per raccontare il fenomeno dell'emigrazione dei piacentini in Inghilterra nel secondo dopoguerra, con immagini, testi e interviste in occasione della festa della comunità piacentina nella capitale britannica dal 17 al 19 maggio 2019; “I presepi piacentini nel Natale del Covid”; “La vita oltre il Covid” con interviste a due piacentini guariti dall’infezione da Coronavirus dopo dure ed estenuanti settimane di ricovero in ospedale; il reportage “La scuola finlandese” negli istituti di Kauttua ed Eura in Finlandia.