ambiente
La diga in Valnure è la soluzione? Le perplessità di alcuni residenti
Riceviamo e pubblichiamo la lettera di alcuni residenti della Valnure preoccupati per la realizzazione di una diga in Valnure «con ogni probabilità ad Olmo».
Oggi, venerdì 17 agosto, alle ore 21 nel borgo Sant’Ambrogio a Bettola si terrà l’incontro pubblico “Le dighe sono la soluzione?” con Fabrizio Binelli di Legambiente (clicca qui per saperne di più).
Buongiorno ,
Giovedì scorso, i giornali hanno riportato la notizia del progetto di costruzione di una diga in Valnure da realizzare con ogni probabilità ad Olmo. A parte alcune opinioni ispirate alla cautela, il tenore dei vari interventi, come gia in passato, è di una generale adesione alla necessità di immagazzinare acqua, che altrimenti se ne andrebbe dispersa e “improduttiva” per uso potabile, irriguo e per la produzione di energia elettrica.
Viviamo, risediamo e lavoriamo in Valnure e ci capita parlando della diga di sentire anche tante opinioni di perplessità e pure di aperta contrarietà a questo progetto che finora non ha trovato un corrispondente risalto sul nostro quotidiano.
Dalla grande siccità dell’anno scorso il progetto ha subito un’accelerazione, ma l’impressione che abbiamo ricevuto dai vari incontri e interventi è che sia portato avanti dai vertici di enti territoriali ed organizzazioni agrarie senza un vero e ampio dibattito preliminare con gli abitanti della valle.
Anche noi ci stiamo formando qualche opinione e quando leggiamo che “la presenza di una diga avrebbe potuto salvare la vita alle tre vittime dell’alluvione del settembre 2014” restiamo perplessi e stupiti perché, pur nella nostra ignoranza non essendo tecnici o professionisti del settore ma semplici cittadini, ci pare inverosimile la costruzione di una diga per mantenerla semivuota affinché possa svolgere la funzione di cassa di espansione e mitigare gli effetti di un’eventuale alluvione.
Ci pare al contrario che la gran massa d’acqua di quel settembre, che era di una imponenza tale come nessuno a memoria d’uomo aveva mai visto nel nostro fiume, se si fosse sommata all’acqua già presente in una diga avrebbe potuto causare danni ben maggiori a Bettola e a Pontedellolio.
In ogni caso riteniamo che il tratto di alveo senza la diga da Olmo a Farini che a monte di rio Ribà si allarga sensibilmente, abbia potuto accogliere e trattenere una buona quantità d’acqua fungendo effettivamente da cassa di espansione.
Ci preoccupa pure la riconosciuta fragilità idrogeologica del nostro territorio e il pericolo che possa franare un tratto di strada provinciale posta su un versante molto scosceso, unica via di collegamento diretto con la città, la scuola, il lavoro, l’ospedale…
E pure è stato detto che la Valnure è l’unica valle del piacentino che non ha una diga come fosse un demerito, riteniamo invece che sarebbe necessario valorizzare la valle per il notevole valore paesaggistico e per l’opportunità che sempre più offre a giovani imprenditori agricoli che avviano colture di sani prodotti biologici e naturali riproponendo l’idea della “Natural Valley”.
Anche per vari altri argomenti, riteniamo che sarebbe opportuno che le amministrazioni locali promuovano incontri pubblici per diffondere l’informazione e dibattere un tema di tale e tanta importanza sia per la sicurezza che per l’incidenza sull’ambiente, affinché ogni decisione sia partecipata e condivisa con gli abitanti della Valnure.
Lettera firmata da Domenica Morisi e Gian Piero Devoti