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Il sottosegretario Siri: «Ragioniamo su una quarta corsia in A1 a Piacenza»
«Ragioneremo sull’aggiunta di una corsia autostradale nel tratto piacentino dell’A1 che congiunge Piacenza a Modena, ma la priorità del Governo resta quella di agevolare il trasporto logistico sulla ferrovia». Il sottosegretario alle infrastrutture Armando Siri, eletto alla Camera nel collegio proporzionale di Piacenza, Parma e Reggio Emilia, torna su un progetto tante volte sbandierato negli anni scorsi (anche dalla stessa società Autostrade), ma finora rimasto lettera morta. Si concede alle domande di Libertà e, a fronte dei tanti cantieri bloccati dalla Soprintendenza (ad esempio la variante tra Cernusca e Rivergaro), fa una premessa significativa: «Bisognerebbe abolire le Soprintendenze, perché sono un ganghero della burocrazia che intralcia la buona volontà dei singoli cittadini e delle istituzioni».
Sottosegretario, Piacenza è un importante snodo logistico nel Nord Italia. Dopo il drammatico crollo del ponte Morandi a Genova, buona parte del traffico pesante proveniente dalla Francia verso la Toscana potrebbe deviare sul viadotto dell’A21 a pochi chilometri dal nostro centro storico. Come pensate di affrontare questo sovraccarico?
«I parlamentari locali mi hanno già sottoposto una serie di dossier, sia sulla città che sulla provincia. Piacenza ha la necessità di essere tenuta adeguatamente in considerazione, ci lavoreremo. Abbiamo la massima disponibilità a vagliare tutte le proposte, anche per l’arricchimento dell’offerta logistica».
Nell’aprile 2009, i cittadini ricordano le immagini spaventose del cedimento del ponte sul fiume Po tra Piacenza e Lodi. Cosa non ha imparato la politica da questi eventi?
«Per anni, le istituzioni hanno giocato al risparmio e non si è fatto nulla per alleggerire il peso della burocrazia. I lavori di manutenzione sono soggetti a ordinamenti pieni di vincoli, che comportano l’allungamento delle tempistiche in modo inammissibile e ostacolano le intenzioni positive. I cittadini si aspettano risposte dalla politica, ma la politica a sua volta si trova a combattere con la pubblica amministrazione».
Qual è la soluzione?
«Ho chiesto che venga nominato un commissario nazionale per le infrastrutture con la facoltà immediata di mettere in sicurezza le strutture e realizzare in tempi brevi alcune opere pubbliche».
La Provincia di Piacenza lamenta la scarsità di fondi per la gestione dei 1.112 chilometri di strade e 378 ponti di sua competenza. Occorre dare più risorse all’ente o trasferire queste arterie allo Stato?
«Sarebbe ideale dare incarichi e finanze alla Provincia, trovandosi in prossimità del territorio. Detto questo, però, non è da escludere che in ambito riorganizzativo alcuni tratti vengano inglobati da Anas (Ente nazionale per le strade)».
In Valtidone, il sindaco di Castelsangiovanni Lucia Fontana chiede velocità al ministero per la messa in sicurezza del malandato ponte di Pievetta.
«Incontrerò gli amministratori di Castelsangiovanni – il sindaco Fontana e l’assessore Valentina Stragliati – il prossimo 13 settembre a Roma. In quell’occasione, avrò modo di ascoltare dettagliatamente le esigenze del paese».
Invece, a proposito della tragedia nel capoluogo ligure, da genovese come ha vissuto la notizia?
«È una catastrofe che mi ha colpito profondamente. Che brutta sensazione! Ho pensato subito a parenti e amici, afferrando il telefono e contattandoli per accertarmi della loro salute. Ho percorso il ponte Morandi decine di volte, così come tutti i genovesi: d’altronde, viene utilizzato come tangenziale per viaggiare da est a ovest della città».
Ha un’opinione sulle cause del disastro?
«Non entro nel campo della magistratura, ma si sapeva che il ponte Morandi non avrebbe potuto sostenere a lungo il traffico aumentato negli anni, in particolare a causa dei mezzi pesanti. Già negli anni ’80 era emersa la proposta di una bretella stradale alternativa per alleggerire la compressione del viadotto, ma i vari comitati d’opposizione e i relativi veti non l’hanno consentita. L’usura non può certo essere una giustificazione, date le evidenti mancanze di chi aveva la responsabilità della manutenzione del ponte».
È favorevole alla revoca della concessione autostradale alla società privata della famiglia Benetton?
«Sì, stralciare la concessione è un atto dovuto. È corresponsabile di questo grave fatto».
Nel futuro c’è la statalizzazione delle autostrade?
«La nazionalizzazione delle autostrade avrebbe senso. Oggi avviene in regime di monopolio, cioè senza concorrenti. Il concessionario riconosce alla Stato una percentuale. Così, se da una parte l’ente pubblico viene sollevato dalla manutenzione, dall’altra incamera meno risorse. La gestione diretta porterebbe a maggiori entrate».
Thomas Trenchi
(Pubblicato sul quotidiano Libertà)