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Via da Piacenza per aprire una gelateria in Portogallo. La storia di Graziano e Gaia

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Via da Piacenza per aprire una gelateria in Portogallo. La storia di Graziano e Gaia

I pistacchi della Sicilia e le nocciole del Piemonte che aggiunge alle ricette dei suoi gelati gli ricordano l’Italia ogni giorno. Il piacentino Graziano Sesenna – figlio dell’eclettico artista Maurizio – è emigrato in Portogallo sette anni fa, inizialmente per caso: «Sono venuto a trovare un amico in Portogallo, un paese che mi ha sempre attirato, e ho iniziato a girarlo in lungo e in largo. Mi sono innamorato dell’Algarve, una regione meridionale. Mi sono trasferito lì e per tre anni ho lavorato nelle cucine dei ristoranti». Da un po’ di tempo, il 44enne ha aperto una gelateria insieme alla giovane Gaia Puzello nell’affascinante località di Sagres, l’angolo più a ovest d’Europa.

Perché hai pensato di aprire un gelateria?
«Gaia è una grande appassionata di pasticceria, sognava di preparare il gelato artigianale. Ha iniziato ad approfondire la materia. A dire il vero, io l’ho un po’ snobbata. Ma poi mi sono ricreduto, esplorando la sfera della gelateria ad alto livello, fatta di numeri e formule».

In che senso?
«Ho ricominciato a studiare la chimica e la matematica. Bisogna smontare gli ingredienti, conoscere le quantità di proteine, grassi e zuccheri, e riassemblarli insieme con armonia. Altrimenti il gelato – che si mantiene a quindici gradi sotto zero – cambia totalmente consistenza».

Avete creato dei gusti particolari?
«Sì, il “caffemiele” è una nostra idea originale. Si tratta di un “caffé bianco” solo per infusione dei grani in una base di fiordilatte senza zucchero, addolcito solo da miele di Sagres. In più, ci sono tanti piccoli contadini che girano da un negozio all’altro per vendere i prodotti dell’orto, così prepariamo parecchi gusti con la frutta di stagione».

Vi siete aggiudicati alcuni premi importanti.
«Abbiamo raggiunto il secondo posto nel concorso indetto dalla Camera di commercio italiana in Portogallo per la miglior gelateria. Inoltre, siamo entrati nel team del “Gelato world challenge”».

Come si vive a Sagres?
«Benissimo. Sembra di essere su una terra isolata dal mondo, infatti è una realtà molto diversa anche dal resto del Portogallo. È una cittadina che unisce valori antichi e flussi di novità. Per esempio, non chiudo mai la porta di casa: malgrado l’aspetto burbero, c’è una profonda fiducia tra la gente. Non c’è un turismo di massa, ma solo relax, sport e natura. La presenza dell’oceano è ovunque».

Quali sono le differenze rispetto a Piacenza?
«Dal punto di vista della clientela, Sagres è frequentata da cittadini di tutto il mondo. Coesistono classi sociali opposte tra loro, si alternano persone benestanti a surfisti o hippie. Piacenza è una realtà fissa e poco stimolante. Avviare un’attività imprenditoriale in Portogallo è molto semplice: la burocrazia è più umana. Gli stipendi sono bassi, ma la vita costa meno».

Cosa ti manca della nostra città?
«Rimpiango la varietà e la qualità della cucina piacentina, ma anche l’architettura, l’estetica degli edifici e la possibilità di passeggiare in centro storico circondato dalla bellezza».

Thomas Trenchi
(Pubblicato sul quotidiano Libertà)

Classe 1998, giornalista professionista dell'emittente televisiva Telelibertà e del sito web Liberta.it. Collaboratore del quotidiano Libertà. Podcaster per Liberta.it con la rubrica di viaggi “Un passo nel mondo” e quella d’attualità “Giù la mascherina” insieme al collega Marcello Pollastri, fruibili anche sulle piattaforme Spreaker e Spotify; altri podcast: “Pandemia - Due anni di Covid” e un focus sull’omicidio di via Degani nella rubrica “Ombre”. In passato, ideatore di Sportello Quotidiano, blog d'approfondimento sull’attualità piacentina. Ha realizzato anche alcuni servizi per il settimanale d'informazione Corriere Padano. Co-fondatore di Gioia Web Radio, la prima emittente liceale a Piacenza. Creatore del documentario amatoriale "Avevamo Paura - Memorie di guerra di Bruna Bongiorni” e co-creatore di "Eravamo come morti - Testimonianza di Enrico Malacalza, internato nel lager di Stutthof". Co-autore di “#Torre Sindaco - Storia dell’uomo che promise un vulcano a Piacenza” (Papero Editore, 2017) e autore di "La Pellegrina - Storie dalla casa accoglienza Don Venturini" (Papero Editore, 2018). Nel maggio del 2022, insieme ai colleghi Marcello Pollastri e Andrea Pasquali, ha curato il libro-reportage "Ucraina, la catena che ci unisce", dopo alcuni giorni trascorsi nelle zone di guerra ed emergenza umanitaria. Il volume è stato pubblicato da Editoriale Libertà con il quotidiano in edicola. Ecco alcuni speciali tv curati per Telelibertà: "I piacentini di Londra" per raccontare il fenomeno dell'emigrazione dei piacentini in Inghilterra nel secondo dopoguerra, con immagini, testi e interviste in occasione della festa della comunità piacentina nella capitale britannica dal 17 al 19 maggio 2019; “I presepi piacentini nel Natale del Covid”; “La vita oltre il Covid” con interviste a due piacentini guariti dall’infezione da Coronavirus dopo dure ed estenuanti settimane di ricovero in ospedale; il reportage “La scuola finlandese” negli istituti di Kauttua ed Eura in Finlandia.

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