curiosità
Pensionato piacentino in Tunisia: «Pensione defiscalizzata e una vacanza costante»
Al bando le partite di briscola al bar e la scrupolosa osservazione dei cantieri. Qualche anno fa, il pensionato piacentino Alberto Fattorini ha riempito la valigia col minimo indispensabile ed è partito in direzione Tunisia. Oggi abita a Susa, la così detta “perla del Sahel” a un centinaio di chilometri dalla capitale. Sul suo profilo Facebook, pubblica gli scatti quotidiani a bordo di fiammeggianti moto d’acqua o in riva al mare azzurro dei “Caraibi del Mediterraneo”.
Al di là del relax e dei paesaggi mozzafiato, però, Alberto – ex funzionario del provveditorato territoriale – ci svela subito il fiore all’occhiello della sua nuova vita: «Ho ottenuto la defiscalizzazione della pensione. Trasferendo la mia residenza in Tunisia, ricevo la pensione pressoché lorda, ovvero non pago più le tasse allo Stato italiano ma a quello tunisino. E qui godo di un’esenzione dalle aliquote dell’80 percento. Questo beneficio fiscale (valido anche per gli ex dipendenti pubblici), aggiunto al basso costo della vita, permette agli anziani di trascorrere in piena serenità la meritata pensione, senza dover guardare con preoccupazione alla fine del mese; bollette, luce, acqua e gas sono spese ridicole». Per esempio, a una pensione mensile di mille euro vengono “sottratti” circa quaranta euro. La convenienza rispetto al Belpaese è notevole.
La giornata-tipo del 67enne comincia molto presto, prima che sorga il sole: «Vivo in una vacanza costante, priva di stress e corse. Mi sveglio intorno alle cinque del mattino, esco e cammino a piedi per sei chilometri aspettando l’alba. Faccio colazione con cornetto, cappuccino, spremuta, miele e yogurt al costo di cinque Dinari tunisini (la moneta locale), corrispondenti a poco più di un euro e cinquanta centesimi. Poi sto al mare tutto il giorno, pranzo sulla spiaggia e ceno in un ristorante sotto a casa, nella zona turistica della città. Ho conosciuto diversi amici, sia italiani che stranieri. In Tunisia, anche se è caratterizzata dalle abitudini islamiche, l’approccio è simile a quello occidentale. Sembra quasi di essere indietro nel tempo di quarant’anni, ma con le tecnologie moderne. Soprattutto, noto un ritorno ai rapporti umani. Sono stato accolto benissimo e non ho mai percepito atteggiamenti di intolleranza nei miei confronti». Nel giugno 2015, quando due attentatori hanno fatto irruzione in un resort a Susa, Alberto si trovava a dieci chilometri dal luogo della strage in cui sono state uccise trentanove persone, in maggioranza turisti stranieri: «L’incubo degli attacchi terroristici è in parte sfumato, grazie alle nuove misure adottate dalle forze armate, che presidiano i siti sensibili. Nelle spiagge vi sono telecamere di sorveglianza, agenti di sicurezza e polizia armata».
La qualità della vita, secondo il piacentino, è buona. «La sanità, per quanto mi dicono, funziona bene. Ma non ho mai avuto bisogno direttamente del ricovero in ospedale. Per noi stranieri o per chi non ha un lavoro regolare le cure sono a pagamento. I costi però sono irrisori: le visite mediche private costano circa quattordici euro, mentre i prezzi delle medicine sono almeno la metà di quelli italiani». Torna a Piacenza una volta all’anno per salutare gli amici e gestire alcune questioni burocratiche. Se deve trarre un bilancio della sua scelta, non esita neanche per un minuto: «Trasferirsi all’estero è uno dei passi più grandi nell’esistenza di un individuo. Per me è stato estremamente gratificante. Non vorrei più tornare indietro».
Thomas Trenchi
(Pubblicato sul quotidiano Libertà)