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San Lazzaro, i residenti: «Macchine prese d’assedio dai vandali»
Alcuni finestrini sono stati crepati con forza, altri sono stati rimossi “chirurgicamente”. La scorsa settimana, un gruppo di residenti del quartiere San Lazzaro a Piacenza ha subìto dei fastidiosi atti vandalici contro i propri veicoli posteggiati in via Menicanti, dietro al centro commerciale di Porta San Lazzaro sulla via Emilia.
«L’amministrazione comunale e le forze dell’ordine sembrano focalizzate maggiormente sul centro storico – commenta l’abitante Federico Cassinari -, vorremmo più attenzione per la nostra zona». I cittadini hanno contato sei automobili danneggiate nell’arco di una notte, forse ad opera di una banda di teppisti avvistati il giorno stesso per le vie di San Lazzaro. Al loro risveglio, hanno ritrovato i mezzi con i vetri distrutti, con una sassata o, in altri casi, estratti in modo impeccabile dal vano laterale, «destando perfino lo stupore dei professionisti che hanno effettuato la riparazione». I danni arrecati valgono centinaia di euro: «Ho speso circa 250 euro – fa sapere Leonella Neagu -, al mio compagno hanno rubato il bancomat lasciato nel vano della macchina». A Giulia Dapero è toccata una sorte simile: «Hanno fracassato il finestrino e hanno preso il libretto di circolazione».
I residenti hanno denunciato l’accaduto ai carabinieri. Ora pensano di ricorrere a un esposto collettivo per far sentire ulteriormente la proprio voce. «Il contesto della sicurezza nel nostro quartiere sta peggiorando», prosegue Cassinari, riferendosi soprattutto all’enorme sagoma di un edificio abbandonato da almeno dieci anni alle spalle delle abitazioni. «Lì si annidano il degrado e l’inciviltà. Sembra frequentato da malviventi, a volte s’intravedono le luci delle torce accese». Infatti, alcuni tratti di staccionata del mega-palazzo incompleto sono divelti. In questo perimetro di scarso decoro urbano, giace un piccolo prefabbricato metallico – circondato da cocci di vetro, graffiti e sterpaglie – che contiene stracci, materiale ferroso e legni abbandonati.
Thomas Trenchi
(Pubblicato sul quotidiano Libertà)