Seguici su

curiosità

Come sono i piacentini su Pornhub? Ecco i numeri della nostra provincia

Pubblicato il

“Italian” e “Valentina Nappi” sono le prime ricerche più digitate su Pornhub dagli internauti piacentini. La nostra città è la 737esima realtà italiana per traffico sul noto portale internet per la fruizione di contenuti pornografici (28.5 miliardi di visitatori mondiali, quasi 81 milioni di visitatori unici al giorno). Piacenza ha un tempo medio di permanenza sul sito di 10 minuti e 3 secondi, ovvero 33 secondi in più rispetto la media nazionale. Dopo i video espliciti girati nel Belpaese e le scene della promettente Nappi, al terzo posto c’è Mia Khalifa, la pornoattrice e modella libanese naturalizzata statunitense che nell’estate del 2016 ha momentaneamente annunciato il suo ritiro dai cast a luci rossi (recitati con tanto di hijab, cioè il copricapo delle donne musulmane) a causa delle minacce di morte ricevute dall’ISIS. Appena dietro al podio, ci sono gli amanti dei filmati caratterizzati dall’orgasmo femminile. Poi, tra i dieci termini più inseguiti su Pornhub a livello locale, rientrano anche le attrici ultraquarantenni dette “milf”, le “teen” e le “mom” che interpretano un ruolo materno nella trama erotica. Non manca all’appello la famosissima Lisa Ann, celebre soprattutto dal giorno delle elezioni presidenziali americane del 2008, quando ha diffuso il film hard “Who’s Nailin Paylin?” in cui interpretava l’ex governatrice dell’Alaska Sarah Palin intenta a districarsi con attrici e attori simili a Hillary Clinton, a Condoleezza Rice e al commentatore televisivo Bill O’Reilly. All’ottavo posto delle preferenze su Pornhub a Piacenza si trovano gli “hentai”, ossia i cartoni animati sexy. Alla decima casella della classifica, ecco la camaleontica Sasha Grey, che – dopo essere stata una delle pornodive più pagate al mondo – ora sta sperimentando la carriera da scrittrice e dj-girl.

Un ulteriore approfondimento sul quadro piacentino viene offerto dall’agenzia di web marketing Infonet. Secondo la sua rilevazione, basata sui parametri delle tendenze di Google Trends, Piacenza avrebbe un basso consumo di pornografia. «La nostra città è al ventesimo posto in Emilia-Romagna. Dopo Piacenza, prendendo in considerazione gli ultimi ventiquattro mesi, Fiorenzuola è al secondo posto. Ma stringendo l’obiettivo sugli ultimi dodici mesi, sul secondo scalino si colloca Castelsangiovanni, che ha dunque registrato un incremento, seguito da Borgonovo e Podenzano – si legge nella relazione di Infonet -. La previsione di Google è che nel prossimo anno le località piacentine con la fruizione maggiore di scene hard saranno Piacenza e Castelvetro». Neanche a dirlo, lo smartphone è il dispositivo più impiegato per guardare furtivamente i video porno (nel 69 percento dei casi). Provando a orientarsi in questa moltitudine di flussi, categorie e (legittime) perversioni, conviene dar ragione alla giornalista Olga Mascolo su Linkiesta.it: «In breve: il porno in qualche caso è svezzamento, spesso è un antidoto alla noia. Ma soprattutto, come dissero molto tempo fa nella canzone, il porno è POP».

Daphne “Vibrante” Sangalli: «Serve consapevolezza»

Gli antichi Greci e i Romani realizzavano sculture e affreschi a luci rosse. Il popolo Moche dell’antico Perù dipingeva scene sessuali su ceramica. L’aristocrazia giapponese nel sedicesimo secolo era appassionata di xilografia e stampe erotiche. Ma i tempi sono cambiati: l’arte e la pornografia non vanno più a braccetto. O meglio, non nel senso classico. Oggi si prediligono i filmati su internet, spesso attraverso lo schermo del cellulare. «Storicamente, la pornografia è nata prima della fotografia o del cinema. Gli esseri umani sono sempre stati interessati a guardare immagini relative al sesso, utilizzando mezzi diversi in base alle varie epoche – chiarisce l’eccentrica consulente sessuologa Daphne Sangalli, nota ai più come “Daphne Vibrante” -. Se prima si poteva acquisire un’eccitante consapevolezza tramite una rappresentazione erotica, ora sembra quasi che il processo sia invertito: si perde consapevolezza iniettandosi dosi di immagini e video di cui non si vuole e non si può comprendere il significato».

Daphne, come si può utilizzare correttamente la pornografia?
«Consiglio di utilizzare il “metodo delle 8C”, uno strumento che ho inventato io. Le C di consapevolezza, coraggio e cuore hanno un ruolo importante. Consapevolezza per domandarsi perché stiamo guardando un determinato video erotico e comprendere a cosa ci serva. Anche scrivere le proprie emozioni può essere utile per portale all’esterno e osservarle da una prospettiva diversa. Coraggio di ascoltare le emozioni e le sensazioni provocate da ciò che abbiamo dinnanzi, per scoprirci e conoscerci tramite esse. Cuore per accettare, accogliere, rispettare e amare noi stessi e le creature con cui condividiamo le nostre preferenze sessuali».

Come incide nel rapporto di coppia la pornografia?
«Può essere uno strumento volto al risveglio di istinti sopiti, oppure motivo di gelosie e incomprensioni. Alcuni si sentono più uniti guardando un film porno insieme, altri li trovano ridicoli perché le loro fantasie e la loro complicità hanno superato le pellicole cinematografiche, taluni invece vedono la pornografia come la peggiore delle impudicizie».

Quali casi specifici hai trattato a riguardo?
«Ricordo il primo appuntamento con una giovane assistita simpaticissima: entrò in studio con lo sguardo sconsolato, si sedette e, prima che io potessi comprenderne la causa, mi disse “Daphne, mi sento disperata. Sono entrata in casa e l’ho trovato davanti al computer con un film hard. Da tre anni gli chiedo di guardare un porno insieme, ma si è sempre rifiutato”. In questo caso c’era un problema di scissione, capita spesso: tu sei la mia “santa donna” e quindi non puoi essere la mia “meretrice”, sicché la cerco nel web o, in altri casi, altrove. È fondamentale vivere il proprio partner in modo completo. Alcuni assistiti cercano la pornografia nel web perché sanno che lì sono liberi di esprimersi: nessuno li giudica».

Thomas Trenchi
(Pubblicato sul quotidiano Libertà)

Classe 1998, giornalista professionista dell'emittente televisiva Telelibertà e del sito web Liberta.it. Collaboratore del quotidiano Libertà. Podcaster per Liberta.it con la rubrica di viaggi “Un passo nel mondo” e quella d’attualità “Giù la mascherina” insieme al collega Marcello Pollastri, fruibili anche sulle piattaforme Spreaker e Spotify; altri podcast: “Pandemia - Due anni di Covid” e un focus sull’omicidio di via Degani nella rubrica “Ombre”. In passato, ideatore di Sportello Quotidiano, blog d'approfondimento sull’attualità piacentina. Ha realizzato anche alcuni servizi per il settimanale d'informazione Corriere Padano. Co-fondatore di Gioia Web Radio, la prima emittente liceale a Piacenza. Creatore del documentario amatoriale "Avevamo Paura - Memorie di guerra di Bruna Bongiorni” e co-creatore di "Eravamo come morti - Testimonianza di Enrico Malacalza, internato nel lager di Stutthof". Co-autore di “#Torre Sindaco - Storia dell’uomo che promise un vulcano a Piacenza” (Papero Editore, 2017) e autore di "La Pellegrina - Storie dalla casa accoglienza Don Venturini" (Papero Editore, 2018). Nel maggio del 2022, insieme ai colleghi Marcello Pollastri e Andrea Pasquali, ha curato il libro-reportage "Ucraina, la catena che ci unisce", dopo alcuni giorni trascorsi nelle zone di guerra ed emergenza umanitaria. Il volume è stato pubblicato da Editoriale Libertà con il quotidiano in edicola. Ecco alcuni speciali tv curati per Telelibertà: "I piacentini di Londra" per raccontare il fenomeno dell'emigrazione dei piacentini in Inghilterra nel secondo dopoguerra, con immagini, testi e interviste in occasione della festa della comunità piacentina nella capitale britannica dal 17 al 19 maggio 2019; “I presepi piacentini nel Natale del Covid”; “La vita oltre il Covid” con interviste a due piacentini guariti dall’infezione da Coronavirus dopo dure ed estenuanti settimane di ricovero in ospedale; il reportage “La scuola finlandese” negli istituti di Kauttua ed Eura in Finlandia.