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Alluvione del 2015, un abitante di Roncaglia: «Muri ancora scrostati e fango nel sottoscala dopo tre anni»

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Alluvione del 2015, un abitante di Roncaglia: «Muri ancora scrostati e fango nel sottoscala dopo tre anni»

Le pagine dei libri sugli scaffali resteranno impregnate di fango per sempre. Per i muri al pianterreno bisognerà aspettare ancora un anno: «Pochi giorni fa, il muratore ha trovato due spanne d’acqua nel sottoscala risalenti al 14 settembre 2015: le pareti sono marcite, per un po’ di tempo la muffa ci ha causato perfino problemi alla salute – racconta Roberto Segalini, residente di Roncaglia -. Tra dodici mesi potremo ricoprirli di nuovo con l’intonaco».

A distanza di tre anni dall’esondazione del torrente Nure, le conseguenze umane, economiche e burocratiche non sono per nulla lontane. Anzi. Nella testa di Roberto, la cronaca di quella giornata è indelebile: «Mi ero svegliato alle sei e un quarto, ignaro che trenta minuti prima a Bettola il Nure si era letteralmente portato via circa trecento metri di strada provinciale, tre persone avevano perso la vita e una quarta si era salvata miracolosamente». Roberto raggiunge il posto di lavoro, tra le nubi grigie che non lasciano presagire nulla di buono. Incontra un amico e viene a sapere che il torrente è fuoriuscito dagli argini e sta allagando Roncaglia. «Com’è possibile che alle otto e un quarto, dopo due ore e mezza dalla violenta esondazione a Bettola, nessuna autorità abbia pensato di avvisare del pericolo i residenti a valle?».

In preda allo sgomento, chiama immediatamente a casa e la disperazione di sua moglie conferma quanto sta accadendo: l’acqua e il fango hanno iniziato a invadere l’abitazione, la lavanderia e l’autorimessa. Si tenta di salvare il salvabile, con una paura che balena nella testa: suo padre sta passeggiando col cane, senza il cellulare. Roberto chiama le Forze dell’ordine per informarle che il genitore è disperso. «Quante probabilità di salvarsi poteva avere un uomo di ottant’anni travolto da un’onda d’acqua e fango alta oltre un metro e piena di tronchi?», si chiede. Dopo tre ore, per fortuna, il padre viene trovato vivo. Nel frattempo, non può tornare a casa per l’impraticabilità della zona. Solo alle 14, riesce a rimettere piede a Roncaglia. E lo spettacolo di fronte ai suoi occhi è devastante: «Trent’anni di sacrifici spazzati via in pochi minuti». Gli ottanta centimetri di acqua sfiorano le finestre, i tronchi galleggiano nelle strade. Scattano i soccorsi, si accendono i riflettori. Poi vengono contate le ferite e inoltrate le richieste di risarcimento. Si giunge ai giorni nostri, al rimborso effettivo dei danni che – nonostante gli oltre mille giorni trascorsi dal tragico evento – fa ancora parte della stretta attualità: «Le cifre a disposizione non hanno garantito un rimborso complessivo. Nel mio caso, dagli enti competenti ho ricevuto solo il dieci percento dei danni subiti».

Per alcune aziende, invece, tuttora non sono arrivati i risarcimenti economici stimati dai tecnici. È il caso di Nicola Bosi, titolare della “Compensati Bosi” a Roncaglia, che il 14 settembre 2015 è stata travolta dal Nure: «In quegli attimi provavo una sensazione di impotenza – ricorda l’imprenditore col groppo in gola -. Per sei mesi, l’attività è rimasta ferma. Oggi non abbiamo ancora riacquistato tutti i macchinari distrutti. Comunque, ho fiducia nelle istituzioni».

Thomas Trenchi
(Pubblicato sul quotidiano Libertà)

Classe 1998, giornalista professionista dell'emittente televisiva Telelibertà e del sito web Liberta.it. Collaboratore del quotidiano Libertà. Podcaster per Liberta.it con la rubrica di viaggi “Un passo nel mondo” e quella d’attualità “Giù la mascherina” insieme al collega Marcello Pollastri, fruibili anche sulle piattaforme Spreaker e Spotify; altri podcast: “Pandemia - Due anni di Covid” e un focus sull’omicidio di via Degani nella rubrica “Ombre”. In passato, ideatore di Sportello Quotidiano, blog d'approfondimento sull’attualità piacentina. Ha realizzato anche alcuni servizi per il settimanale d'informazione Corriere Padano. Co-fondatore di Gioia Web Radio, la prima emittente liceale a Piacenza. Creatore del documentario amatoriale "Avevamo Paura - Memorie di guerra di Bruna Bongiorni” e co-creatore di "Eravamo come morti - Testimonianza di Enrico Malacalza, internato nel lager di Stutthof". Co-autore di “#Torre Sindaco - Storia dell’uomo che promise un vulcano a Piacenza” (Papero Editore, 2017) e autore di "La Pellegrina - Storie dalla casa accoglienza Don Venturini" (Papero Editore, 2018). Nel maggio del 2022, insieme ai colleghi Marcello Pollastri e Andrea Pasquali, ha curato il libro-reportage "Ucraina, la catena che ci unisce", dopo alcuni giorni trascorsi nelle zone di guerra ed emergenza umanitaria. Il volume è stato pubblicato da Editoriale Libertà con il quotidiano in edicola. Ecco alcuni speciali tv curati per Telelibertà: "I piacentini di Londra" per raccontare il fenomeno dell'emigrazione dei piacentini in Inghilterra nel secondo dopoguerra, con immagini, testi e interviste in occasione della festa della comunità piacentina nella capitale britannica dal 17 al 19 maggio 2019; “I presepi piacentini nel Natale del Covid”; “La vita oltre il Covid” con interviste a due piacentini guariti dall’infezione da Coronavirus dopo dure ed estenuanti settimane di ricovero in ospedale; il reportage “La scuola finlandese” negli istituti di Kauttua ed Eura in Finlandia.