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Gerbido e Mortizza, il “Far West” delle frazioni piacentine

Viaggio nelle frazioni piacentine di Gerbido e Mortizza. L’inchiesta pubblicata sul quotidiano Libertà, un anno dopo il tour ai margini della città del sindaco Patrizia Barbieri.

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Gerbido e Mortizza, il "Far West" delle frazioni piacentine. Presto piazza nuova e telecamere

Manca solo uno sceriffo a cavallo che insegue un bandito. Gerbido assomiglia al Far West: la scena è deserta, le saracinesche sono abbassate, la posta aperta a giorni alterni ha un aspetto fatiscente, alcuni cavi sconnessi sbucano dagli edifici e le erbacce sono incolte. La presenza del bar, della cooperativa e della scuola materna è l’eccezione che conferma la regola. La frazione, circondata rigorosamente dai campi agricoli, ha varie necessità inascoltate da anni, a partire da una piazzetta per ritrovarsi a fare due chiacchiere. «Non esco mai, prendo esclusivamente l’autobus per andare a Piacenza», dice una signora anziana alla finestra. Nella via principale, fuori dalle campane della raccolta differenziata, giacciono due o tre sacchi della spazzatura abbandonati a cielo aperto. Sui cancelli di qualche abitazione privata sono stati affissi i cartelli che indicano la “zona sottoposta a controllo di vicinato”, come deterrente fai da te per provare ad allontanare i malintenzionati. A tratti si ha l’impressione di tornare indietro nel tempo.

Nei giorni scorsi, la zona di Gerbido è stata interessata dal crollo dei calcinacci – anche di grosse dimensioni – dal viadotto autostradale dell’A21. Ieri mattina, ha riaperto alla circolazione via Leccacorvi, il tratto comunale sottostante al ponte. Sono stati esclusi – a seguito degli accertamenti svolti – problematiche di natura strutturale. Durante il tour dell’allora neoeletta a sindaco Patrizia Barbieri, una cittadina aveva chiesto un defibrillatore a Gerbido (a parte quello già attivo della società sportiva, ritenuto però insufficiente per la platea di quattrocento abitanti).

I residenti di Mortizza: «Ci sentiamo abbandonati da anni»

Mortizza è l’ultimo paese creato da Dio, e oggi sembra sparita dalla cartina geografica. È la provocazione di una delle residenti incontrate ieri nell’estrema frazione piacentina. All’invito di Libertà e Telelibertà, infatti, si è presentato un gruppo formato da una quindicina di cittadini arrabbiati e spazientiti di fronte alle «infinite richieste cadute nel vuoto», pronti a elencare – una ad una – le problematiche urgenti del loro agglomerato di case. «Da almeno due anni, sentiamo solo promesse che svaniscono nel nulla. Soffriamo un forte senso di abbandono – esordisce Maria Pavone -. Ad agosto, i bruchi americani si sono mangiati i rami e le foglie delle piante vicino ai giardinetti. Sono state pressoché inutili le segnalazioni alle autorità competenti». Nel confronto con gli abitanti, emerge più volte anche l’impellenza delle disinfestazioni contro le zanzare nel periodo estivo, soprattutto nei pressi delle panchine, della scuola, del pullman e dell’ambulatorio medico. Due settimane fa, un 19enne che vive a Mortizza, proprio nella zona dove l’Ausl ha isolato una trappola di zanzare positive al virus, è rimasto colpito dall’infezione da West Nile, una malattia in costante aumento e che in altre zone della regione Emilia-Romagna rappresenta una vera e propria emergenza.

Poi ci sono i rami pericolanti, gli alberi troppo alti vicino alle abitazioni e i giochi malmessi nel parco intitolato a Nereo Savi. «Le mattonelle sono sconnesse, il sentiero in cemento è interrotto a metà: alcune famiglie non si fidano a portare i propri figli per evitare qualsiasi incidente», denuncia Leondino Bancin, volontario dell’Auser impegnato nella pulizia, nell’apertura e nella chiusura dell’area verde. «Se non ci fosse questo signore, come faremmo?», commenta un papà. La battaglia storica è quella per un impianto d’acqua potabile usufruibile dai circa ottocento abitanti. A tal proposito, nel 2011 in consiglio comunale è stato approvato un ordine del giorno, ma a tutt’oggi manca. La strada principale è costeggiata da una foresta urbana che rischia di complicare la vita agli automobilisti. «Nel prato accanto alla fermata del bus – lamentano i residenti – c’è una buca che si allaga alla minima pioggia». Daniele Dotto aggiunge al quadro una carenza d’igiene pubblica: «I bidoni sono sporchi, non vengono mai puliti».

Transitando sopra ad alcune strade, si alza una polvere di terriccio quasi scenografica, probabilmente finita al centro della carreggiata per colpa dei mezzi agricoli. Non si salva neppure il cimitero, che – al di là dello scenario già di per sé triste, per ovvie ragioni – è pieno di buche dovute apparentemente alla scarsa manutenzione. È distrutta anche la tettoia all’ingresso del cortile scolastico, dove ora in realtà si trova l’ambulatorio della Croce bianca. Accennando al passato di Mortizza, va segnalato il 1923, cioè l’anno in cui la frazione è stata annessa al Comune di Piacenza, dopo essere stata un piccolo comune della cintura insieme a San Lazzaro e Sant’Antonio. Dal 1907 fino al 2000, una serie di violente alluvioni ha costretto Mortizza a vivere giorni terribili. La chiesa è stata finanziata da Giovanni Celli, nobile e mecenate del secolo scorso, che lì ha avuto poderi e ville.

Il Comune risponde: «Verrà costruita una piazza nuova a Gerbido»

Rilevatori di sagoma per “pizzicare” i camion troppo altri prima dei sottopassaggi, così da scongiurare altre cadute di calcinacci come quella che si è verificata nei giorni scorsi in via Leccacorvi dal viadotto dell’A21. In arrivo anche le telecamere di videosorveglianza e la nuova piazza di Gerbido. Sono le promesse dell’assessore ai lavori pubblici Paolo Garetti, che risponde ad alcune istanze sollevate dai residenti di Mortizza e Gerbido. «Inseriremo la segnaletica verticale a Mortizza nella lista degli interventi prioritari, in particolare lungo la via che collega le due frazioni. Inoltre, è pressoché pronto l’appalto per la manutenzione straordinaria da un milione di euro, che vedrà una serie di interventi di riasfaltura anche su strada Nizzolaro e sull’arteria che va da Gerbido a Mortizza».

L’assessore sembra stroncare – almeno per ora – il sogno di una pista ciclabile nei pressi dell’argine a Mortizza: «È una richiesta legittima, ma attualmente non è prevista. Andrebbe realizzata su una proprietà demaniale, quindi bisognerebbe sondare la disponibilità dell’agenzia. Proveremo a valutarne la fattibilità». Per quanto riguarda la necessità di un distributore d’acqua potabile a Mortizza, Garetti fa sapere che sono stati avviati i contatti con Atersir, l’ente di regolazione dei servizi pubblici ambientali della regione Emilia-Romagna, per provare a intercettare bandi od occasioni per realizzare l’impianto. La connessione internet è debole o addirittura assente: «I ponti radio permettono di navigare su internet a una velocità più che dignitosa. Probabilmente, nel corso della prossima estate – grazie a un bando ministeriale – l’azienda “Open Fiber” provvederà alla posa della fibra anche in queste frazioni».

Buone notizie anche per Gerbido: «È prevista l’installazione in zona di una telecamera di contesto all’interno di un progetto per la sicurezza che è in attesa del cofinanziamento di 200mila euro – su un totale di 400mila euro – da parte del Ministero dell’interno. Nella frazione, è in fase di progettazione la piazza, un luogo aggregativo che verrà costruito come opera di compensazione da un’azienda privata».

Thomas Trenchi
(Pubblicato sul quotidiano Libertà)

Classe 1998, giornalista professionista dell'emittente televisiva Telelibertà e del sito web Liberta.it. Collaboratore del quotidiano Libertà. Podcaster per Liberta.it con la rubrica di viaggi “Un passo nel mondo” e quella d’attualità “Giù la mascherina” insieme al collega Marcello Pollastri, fruibili anche sulle piattaforme Spreaker e Spotify; altri podcast: “Pandemia - Due anni di Covid” e un focus sull’omicidio di via Degani nella rubrica “Ombre”. In passato, ideatore di Sportello Quotidiano, blog d'approfondimento sull’attualità piacentina. Ha realizzato anche alcuni servizi per il settimanale d'informazione Corriere Padano. Co-fondatore di Gioia Web Radio, la prima emittente liceale a Piacenza. Creatore del documentario amatoriale "Avevamo Paura - Memorie di guerra di Bruna Bongiorni” e co-creatore di "Eravamo come morti - Testimonianza di Enrico Malacalza, internato nel lager di Stutthof". Co-autore di “#Torre Sindaco - Storia dell’uomo che promise un vulcano a Piacenza” (Papero Editore, 2017) e autore di "La Pellegrina - Storie dalla casa accoglienza Don Venturini" (Papero Editore, 2018). Nel maggio del 2022, insieme ai colleghi Marcello Pollastri e Andrea Pasquali, ha curato il libro-reportage "Ucraina, la catena che ci unisce", dopo alcuni giorni trascorsi nelle zone di guerra ed emergenza umanitaria. Il volume è stato pubblicato da Editoriale Libertà con il quotidiano in edicola. Ecco alcuni speciali tv curati per Telelibertà: "I piacentini di Londra" per raccontare il fenomeno dell'emigrazione dei piacentini in Inghilterra nel secondo dopoguerra, con immagini, testi e interviste in occasione della festa della comunità piacentina nella capitale britannica dal 17 al 19 maggio 2019; “I presepi piacentini nel Natale del Covid”; “La vita oltre il Covid” con interviste a due piacentini guariti dall’infezione da Coronavirus dopo dure ed estenuanti settimane di ricovero in ospedale; il reportage “La scuola finlandese” negli istituti di Kauttua ed Eura in Finlandia.