cultura
Martina Picca: «Racconterò l’alluvione del 2015 in un libro di testimonianze»
«Non erano solo quattro mura, non si trattava solo di cemento. Era la radice dell’amore di una famiglia e quando la pianta è stata spaccata in due, squartata, sradicata, mutilata mi ci sarei voluta seppellire per un attimo anche io». Dopo tre anni dall’alluvione nel nostro territorio, la 21enne Martina Picca ha ricordato così, sul suo profilo Facebook, quei terribili attimi. La giovane studentessa di Farini, che il 14 settembre 2015 si è vista crollare la casa di fronte agli occhi, ha deciso di scrivere un libro per raccontare la sua esperienza e raccogliere la voce dei tanti piacentini colpiti dall’esondazione del Nure. Tornando con la mente a quel disastro, in cui hanno perso la vita tre persone, «la prima immagine che riemerge sono gli occhi di mia mamma e mio papà. Pensavo che fosse l’ultima volta che li avrei visti. Mi sentivo in trappola, dentro a un incubo». Martina ha scelto di trasportare sulla carta le sue emozioni legate all’alluvione «inizialmente per buttare fuori il dolore».
Una sera però, durante una cena con le amiche, si è convinta nel tentativo di provare a realizzare un’opera strutturata, «un viaggio nel dolore ma anche nella speranza, e non l’ennesimo racconto di un’Italia che cade a pezzi. Voglio che sia una sorta di rivincita, per riportare a galla anche le cose belle, come le centinaia di persone che sono corse ad aiutare, a dare un sorriso, a portare conforto. Spero che possa far riflettere chi ancora si arroga il diritto di giudicare senza sapere». Pur essendo alla ricerca di una casa editrice disponibile a sostenere il progetto, la ragazza è giunta circa alla metà della stesura del libro: «Rimettere insieme i pezzi di quelle giornata è più difficile del previsto». Martina ha in programma l’incontro con alcuni alluvionati: «Vorrei inserire le interviste in una sezione ad hoc. Invito a contattarmi chiunque abbia una storia da riferire».
Thomas Trenchi
(Pubblicato sul quotidiano Libertà)