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La stagione dell’amore viene e va. Anche per i caprioli di Mucinasso

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La stagione dell'amore viene e va. Anche per i caprioli di Mucinasso

La stagione dell’amore viene e va. Anche per i caprioli. Nei giorni scorsi, alcuni esemplari sono stati avvistati in un campo accanto al cimitero di Mucinasso, proprio nel periodo dell’anno in cui normalmente si accoppiano.

«L’ovulo fecondato della femmina rimane quiescente fino a dicembre, quando esce dallo stato di riposo e riprende a svilupparsi – spiega l’agrotecnico naturalista Stefano Soavi -. Dopodiché, partorisce in tarda primavera».

I tre esemplari selvatici, catturati dal teleobiettivo del quotidiano Libertà, scorrazzavano a pochi metri dalle abitazioni della frazione piacentina, mimetizzandosi con il colore del terreno agricolo. Anche se è difficile analizzare i caprioli esclusivamente attraverso le fotografie scattate in lontananza, per l’esperto si tratterebbe di un piccolo gruppo composto da un maschio e due femmine, «individuabili soprattutto grazie alla forma dei palchi, ossia le appendici ramificate sulla testa tipiche della famiglia dei Cervidi».

Soavi ricorda che «fino vent’anni fa, nel territorio piacentino, era difficile incontrare i caprioli. Recentemente, in seguito alla legge sulla caccia del 1992 che ha garantito una tregua alla fauna selvatica, questa specie è tornata a popolare le nostre zone, colonizzando quelle aree collinari lentamente abbandonate dai cittadini e affermandosi come specie autoctona della pianura locale. Di conseguenza, si sono ripresentati anche i lupi: i predatori naturali dei caprioli. È cambiata pure la mentalità delle persone – conclude Soavi -, che hanno acquisito maggiore sensibilità nei confronti di questi animali».

In questi casi, la raccomandazione principale resta quella di «non interagire in maniera impulsiva con gli esemplari perché, se spaventati, potrebbero correre sulla strada e causare incidenti automobilistici».

Thomas Trenchi
(Pubblicato sul quotidiano Libertà)

Classe 1998, giornalista professionista dell'emittente televisiva Telelibertà e del sito web Liberta.it. Collaboratore del quotidiano Libertà. Podcaster per Liberta.it con la rubrica di viaggi “Un passo nel mondo” e quella d’attualità “Giù la mascherina” insieme al collega Marcello Pollastri, fruibili anche sulle piattaforme Spreaker e Spotify; altri podcast: “Pandemia - Due anni di Covid” e un focus sull’omicidio di via Degani nella rubrica “Ombre”. In passato, ideatore di Sportello Quotidiano, blog d'approfondimento sull’attualità piacentina. Ha realizzato anche alcuni servizi per il settimanale d'informazione Corriere Padano. Co-fondatore di Gioia Web Radio, la prima emittente liceale a Piacenza. Creatore del documentario amatoriale "Avevamo Paura - Memorie di guerra di Bruna Bongiorni” e co-creatore di "Eravamo come morti - Testimonianza di Enrico Malacalza, internato nel lager di Stutthof". Co-autore di “#Torre Sindaco - Storia dell’uomo che promise un vulcano a Piacenza” (Papero Editore, 2017) e autore di "La Pellegrina - Storie dalla casa accoglienza Don Venturini" (Papero Editore, 2018). Nel maggio del 2022, insieme ai colleghi Marcello Pollastri e Andrea Pasquali, ha curato il libro-reportage "Ucraina, la catena che ci unisce", dopo alcuni giorni trascorsi nelle zone di guerra ed emergenza umanitaria. Il volume è stato pubblicato da Editoriale Libertà con il quotidiano in edicola. Ecco alcuni speciali tv curati per Telelibertà: "I piacentini di Londra" per raccontare il fenomeno dell'emigrazione dei piacentini in Inghilterra nel secondo dopoguerra, con immagini, testi e interviste in occasione della festa della comunità piacentina nella capitale britannica dal 17 al 19 maggio 2019; “I presepi piacentini nel Natale del Covid”; “La vita oltre il Covid” con interviste a due piacentini guariti dall’infezione da Coronavirus dopo dure ed estenuanti settimane di ricovero in ospedale; il reportage “La scuola finlandese” negli istituti di Kauttua ed Eura in Finlandia.