curiosità
A colloquio con lo psicologo durante la coda in tangenziale. L’idea del piacentino Piero Verani
Le automobili inchiodano in mezzo alla strada, una dietro l’altra. I gas di scarico si diffondono nell’aria. Sale il suono dei clacson, cala l’asticella della pazienza. La dura vita dell’ingorgo stradale, però, può trasformarsi anche in un’opportunità. Lo psicologo piacentino Piero Verani – dietro la maschera da “psicologo della tangenziale ovest di Milano” – ha inventato un’iniziativa curiosa: per tutto il mese d’ottobre, durante le code al volante sulla strada milanese, offre colloqui telefonici gratuiti per indagare la propria salute mentale. «Si tratta di un primo contatto che può servire per dare il via a un percorso con incontri in studio. È un modo leggero per cominciare a prendersi cura di se stessi – si augura Verani -, affrontare le difficoltà emotive e le dinamiche relazionali che generano sofferenza e rompere il muro del pregiudizio che ancora resiste quando si pensa di rivolgersi a uno psicologo».
Come nasce l’idea?
«La pagina Facebook “Lo psicologo della tangenziale ovest” sorge dalla volontà di tenere un basso profilo e usare ironia, sia sulla mia condizione di pendolare che sulla mia professione. Tuttavia, l’iniziativa è seria. Sulla pagina Facebook ho indicato orari e durata della telefonata per un patto chiaro tra psicologo e utente. Con leggerezza vorrei contribuire a rompere il muro degli stereotipi che ancora resiste intorno ai temi della salute mentale, a quarant’anni esatti dalla rivoluzione introdotta dalla legge Basaglia».
Quali utenti speri di intercettare con questo servizio?
«Spero di intercettare davvero persone al volante come me, in coda sulla tangenziale ovest di Milano, magari qualcuno che senza questa proposta non si sarebbe mai rivolto a uno psicologo con la scusa che “non ho tempo” (mentre guidi non perdi tempo) o “non ho i soldi” (non paghi) o perché scettico. Il primo giorno è arrivata subito una chiamata, da parte di un papà preoccupato per il figlio adolescente. L’iniziativa è valida lunedì, mercoledì e giovedì (salvo cambiamenti indicati sulla pagina FB) tra le 7.15 e le 8.30 per il mese di ottobre».
Al giorno d’oggi, ammettere d’avere bisogno di uno psicologo fa ancora paura?
«Le opere di sensibilizzazione, informazione, divulgazione sono essenziali oggi. Infatti, nonostante i passi avanti, nella società contemporanea ci sono due estremi: la banalizzazione e i pregiudizi. La mia iniziativa è una proposta che nel suo piccolo vorrebbe contribuire a combattere lo stigma che colpisce chi ha ricevuto una diagnosi psichiatrica e chi vorrebbe chiedere aiuto psicologico strutturato, ma prova vergogna e non lo fa oppure preferisce recarsi da un professionista a un’ora di distanza in automobile (“così non mi vede nessuno”, mi è successo). Andare dallo psicologo dovrebbe essere come andare dal dermatologo, dal medico di base, dall’oculista o dal dentista».
Thomas Trenchi
(Pubblicato sul quotidiano Libertà)