Cucina
Lorenzo Groppi, il 20enne piacentino che raccoglie i cartoni della pizza (brutti) da tutto il mondo
Quanto può essere brutto un cartone della pizza? Da questa grottesca domanda, è nata la “creatura-social” del 20enne piacentino Lorenzo Groppi: una pagina Facebook con oltre 13mila seguaci in cui vengono raccolte le grafiche (terribili) stampate sui cartoni bianchi utilizzati per trasportare la celebre pietanza italiana. L’idea, divertente e curiosa, è stata applaudita anche dai comici del Trio Medusa durante una puntata di “Chiamate Roma Triuno Triuno” in onda su Radio Deejay.
Lorenzo, come nasce il format di “Cartoni della pizza brutti”?
«Due anni fa, mangiando la pizza in un parcheggio in Sardegna con gli amici, ho notato un disastro grafico impresso sul cartone, corredato da una stampa con i colori fuori fase. Ma la pagina Facebook vera e propria è nata solo ad aprile di quest’anno, quando in una notte insonne mi sono imbattuto in un cartone con la pizza avanzata lasciato in cucina…».
Che scopo ti sei posto, in questa iniziativa goliardica?
«All’inizio, l’obiettivo era semplicemente quello di far ridere con le immagini dei vari cartoni inviati da tutta Italia. Però, quando poi ho comprato il libro “Viva La Pizza! The Art of the Pizza Box” di Scott Wiener, famoso per possedere la più grande collezione di cartoni della pizza provenienti da tutto il mondo, ho scoperto che ogni nazione percepisce il cartone in maniera diversa. Ad esempio, i cartoni italiani spesso raffigurano Totò, Alberto Sordi e parecchi politici. Ma tutti, di base, ha lo stesso incastro, perché agli italiani importa unicamente la qualità dell’alimento. Un cartone perfetto per me sarebbe quello che unisce un metodo di conservazione valido ad una grafica semplice ma accattivante».
Qual è il peggior cartone che hai mai visto?
«Un cartone con un pizzaiolo che a bocca storta con i baffi, ai limiti dello stereotipo, dice che la sua pizza è al bacio, con annesso gesto dell’Ok».
Cosa speri che possa diventare “Cartoni della pizza brutti”?
«Mi piacerebbe dar vita a un libro che metta in mostra questi capolavori. Molti utenti mi inviano le fotografie di pareti tappezzate da cartoni della pizza brutti: una sorta di pinacoteche, anzi una PIZZAcoteche».
Thomas Trenchi