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La pista ciclabile di Montale come il set di un film horror?

Non è il set di un film horror, ma di certo non mancano gli elementi di suspense e terrore che potrebbero ispirare il regista Dario Argento. La pista ciclabile di Montale, frequentata di giorno anche da mamme e bambini, è un susseguirsi di degrado e noncuranza.
«È una stradina brutta e pericolosa. In quel punto, spesso, ci sono persone che si drogano», indica una ciclista con il dito in direzione del tratto di corsia che passa sotto al viadotto della tangenziale. A prima vista, infatti, si notano graffiti, sellini smontati dalle biciclette, vestiti e stracci abbandonati, resti di falò, cocci di vetro, bottiglie di superalcolici, sacchetti di plastica, contenitori di vario tipo e sigarette.
Qualche mese fa, tra l’altro, questa è stata la cornice di un ritrovamento inquietante, con le prove dell’esecuzione un rito voodoo – utilizzato dalle “maman” nigeriane per rendere schiave le ragazze – a ridosso della pista ciclabile. Già dalla corsia ciclopedonale nei pressi di via Modena, accanto alla ferrovia, le erbacce secche, i cespugli da schivare come slalom e i rami con le spine non facilitano la vita alle biciclette. All’imbocco della pista nei pressi di via Martelli – oltre a preservativi, sassi e bottiglie d’acqua per terra – c’è una barriera in cemento armato con un ferro arrugginito sporgente che contro il quale rischiano di scontrarsi gli utenti.
Una volta superato questo primo agglomerato di ostacoli, gli abitanti della frazione che vogliono raggiungere il centro storico passano in via Emilia Parmense: nella prima parte dell’arteria viene garantita una pista sicura contigua al marciapiede, mentre – dall’incrocio con via Mafalda di Savoia in poi – cominciano le buche, i tombini dissestati e le depressioni nell’asfalto anche di una decina di centimetri. «Non si capisce qual è lo spazio per i ciclisti e quello per i pedoni – fa notare una signora a spasso con i cani -. L’asfalto è malmesso, mettendo in pericolo gli anziani che pedalano».
All’altezza del centro commerciale di Porta San Lazzaro, come già segnalato lo scorso giugno su Libertà dalla studentessa dell’università Cattolica Maria Rossi, «la pista ciclabile è in pessime condizioni o addirittura assente».
Thomas Trenchi
(Pubblicato sul quotidiano Libertà)
