cultura
Piacenza, 2023. Da qui parte il romanzo “Rosaspina” della 23enne Paola Varesi
La pubblicazione di “Rosaspina” è anche l’occasione per indagare l’approccio che oggi i giovani hanno con la lettura. «Checché se ne dica, i miei coetanei leggono. Non bisogna limitarsi allo stereotipo per il quale i ragazzi stanno sempre incollati al telefono o al computer».
Piacenza, 2023. Un tipografo del giornale locale indaga sulla scomparsa della piccola Sandra, la figlia di una collega. Nella fitta trama di questa giallo, il giornale in questione si chiama “Il Cittadino”. Ma, come spiega la giovanissima autrice, «in realtà è un chiaro omaggio a Libertà, che ha giocato un ruolo fondamentale nella mia formazione».
“Rosaspina” (Arpeggio Libero Editore) è il romanzo della 23enne Paola Varesi, laureanda in scienze della letteratura e collaboratrice del nostro quotidiano per l’inserto “LiberTeam”.
«Si tratta di una sorta di futuro ipotetico, una dimensione alternativa che attinge dal nostro territorio, modificandolo in parte. Il protagonista, originario di Torino, all’inizio giudica in maniera negativa una realtà che somiglia ben poco a quella piemontese – racconta Paola -, ma grazie alla sua esperienza nella redazione impara ad apprezzarne i luoghi e soprattutto le persone. Il modo in cui tutti indagano sul mistero della piccola Sandra è una proiezione del clima che si respira nella redazione del quotidiano, di cui ammetto di non poter fare a meno».
Il libro è stato presentato ufficialmente il 26 ottobre alle ore 21 nella biblioteca comunale di Ziano. «Il mio intento non è stato quello di scrivere un semplice giallo. L’amore genitoriale e il rapporto tra madre e figlia, infatti, rappresentano il tema dominante del romanzo».
La pubblicazione di “Rosaspina” è anche l’occasione per indagare l’approccio che oggi i giovani hanno con la lettura. «Checché se ne dica, i miei coetanei leggono. Non bisogna limitarsi allo stereotipo per il quale i ragazzi stanno sempre incollati al telefono o al computer».
Nel tempo degli ebook, Paola rivendica il sapore della carta: «Siamo ben distanti dal poter dire che il digitale sia in grado di soppiantare in maniera definitiva il cartaceo. Su internet dilaga un numero esorbitante di blog su lettura e scrittura, gestiti proprio da ragazzi che hanno pressapoco la mia età. Il fascino della carta è unico e duro a morire. Il suo profumo, la consistenza sotto le dita, la possibilità di immergere lo sguardo tra fiumi di inchiostro e scollegarsi dal resto del mondo sono sensazioni che soltanto un libro cartaceo può regalare – continua Paola -. Non penso siano molti quelli disposti a rinunciare a tutto questo, preferendo una tavoletta retroilluminata». Per lei scrivere vuol dire «regalare emozioni a chi legge. Probabilmente sono di parte, però non smetterò mai di considerare la mia libreria un angolo di paradiso e sono convinta che tanti siano del mio stesso parere».
Thomas Trenchi
(Pubblicato sul quotidiano Libertà)