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Brutta sorpresa per gli invalidi, si alza l’età minima per l’assegno sociale

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Gli invalidi civili stanno per trovare una «brutta sorpresa» sotto l’albero di Natale. La sezione piacentina dell’Anmic, infatti, ha comunicato con perplessità che a partire dal 2019 l’età minima per beneficiare dell’assegno sociale di invalidità verrà innalzata alla soglia dei 67 anni.

In precedenza erano già cambiati più volte i requisiti anagrafici: dai 65 anni e 3 mesi del 2013 ai 65 anni e 7 mesi del 2016. Nel 2018 si era passati a 66 anni e 7 mesi, che a breve tramuteranno appunto nei 67 anni. Insomma, si tratta dell’ennesimo scatto dovuto all’adeguamento dell’incremento della speranza di vita, attualmente pari a cinque mesi.

La “letterina” firmata dall’Inps

L’assegno sociale è una prestazione economica fornita a domanda ai cittadini italiani e stranieri in condizioni economiche disagiate e destinata agli invalidi civili che d’ora in poi avranno raggiunto il 67esimo anno. Nei giorni scorsi, l’associazione di via Poggiali ha ricevuto una lettera formale dall’Inps in cui si precisa che «coloro i quali compiono l’età prevista dalla normativa attualmente vigente (66 anni e 7 mesi) entro il 31 dicembre 2018, a prescindere dalla data di presentazione dell’istanza di assegno sociale, sono da considerare “ultrasessantacinquenni”».

Ciò comporta che i soggetti che presentano la domanda di assegno sociale dopo il primo gennaio 2019 saranno ritenuti titolari del requisito anagrafico pur non avendo ancora compiuto i 67 anni previsti; chi richiede il riconoscimento dell’invalidità civile nel corso del 2019 prima di avere compiuto 67 anni, in caso di accoglimento della domanda conseguirà comunque la condizione di invalido “ultrasessantacinquenne”, per cui sarà preclusa la possibilità di richiedere la pensione di inabilità o l’assegno mensile di assistenza.

La pensione d’inabilità civile, l’assegno mensile di assistenza agli invalidi parziali e la pensione non reversibile ai sordi saranno concesse – a seguito del riconoscimento del requisito sanitario e sussistendo le altre condizioni socio-economiche previste – alle persone d’età non inferiore al diciottesimo anno e fino al compimento del sessantasettesimo.

Thomas Trenchi
(Pubblicato sul quotidiano Libertà)

Classe 1998, giornalista professionista dell'emittente televisiva Telelibertà e del sito web Liberta.it. Collaboratore del quotidiano Libertà. Podcaster per Liberta.it con la rubrica di viaggi “Un passo nel mondo” e quella d’attualità “Giù la mascherina” insieme al collega Marcello Pollastri, fruibili anche sulle piattaforme Spreaker e Spotify; altri podcast: “Pandemia - Due anni di Covid” e un focus sull’omicidio di via Degani nella rubrica “Ombre”. In passato, ideatore di Sportello Quotidiano, blog d'approfondimento sull’attualità piacentina. Ha realizzato anche alcuni servizi per il settimanale d'informazione Corriere Padano. Co-fondatore di Gioia Web Radio, la prima emittente liceale a Piacenza. Creatore del documentario amatoriale "Avevamo Paura - Memorie di guerra di Bruna Bongiorni” e co-creatore di "Eravamo come morti - Testimonianza di Enrico Malacalza, internato nel lager di Stutthof". Co-autore di “#Torre Sindaco - Storia dell’uomo che promise un vulcano a Piacenza” (Papero Editore, 2017) e autore di "La Pellegrina - Storie dalla casa accoglienza Don Venturini" (Papero Editore, 2018). Nel maggio del 2022, insieme ai colleghi Marcello Pollastri e Andrea Pasquali, ha curato il libro-reportage "Ucraina, la catena che ci unisce", dopo alcuni giorni trascorsi nelle zone di guerra ed emergenza umanitaria. Il volume è stato pubblicato da Editoriale Libertà con il quotidiano in edicola. Ecco alcuni speciali tv curati per Telelibertà: "I piacentini di Londra" per raccontare il fenomeno dell'emigrazione dei piacentini in Inghilterra nel secondo dopoguerra, con immagini, testi e interviste in occasione della festa della comunità piacentina nella capitale britannica dal 17 al 19 maggio 2019; “I presepi piacentini nel Natale del Covid”; “La vita oltre il Covid” con interviste a due piacentini guariti dall’infezione da Coronavirus dopo dure ed estenuanti settimane di ricovero in ospedale; il reportage “La scuola finlandese” negli istituti di Kauttua ed Eura in Finlandia.