cultura
Neve e statue in movimento, il super-presepe di San Savino conquista anziani e bambini
Dal cielo scende un angelo splendente, appeso a una carrucola ben nascosta. Dai comignoli intagliati nel polistirolo fuoriesce il fumo, mentre i fiocchi di neve si appoggiano ai piedi delle statuette. Fino al 20 gennaio, nella parrocchia di via Alberoni è possibile guardare da vicino il frutto di questa passione.
Dal cielo scende un angelo splendente, appeso a una carrucola ben nascosta. Dai comignoli intagliati nel polistirolo fuoriesce il fumo, mentre i fiocchi di neve si appoggiano ai piedi delle statuette. Il fornaio cuoce le pagnotte, il falegname impugna la sega, il boscaiolo lavora con la mannaia, la lavandaia immerge i panni nel fiume e il maniscalco regola gli zoccoli del cavallo. Nei presepi esposti nella chiesa di San Savino a Piacenza, ci sono tutti i mestieri di una volta, il sapore della tradizione, gli occhi stupiti dei bambini, il senso di comunità e il calore della famiglia: elementi immancabili nella rappresentazione della nascita di Gesù, uno dei simboli assoluti del periodo natalizio. Che, ogni anno, rinasce grazie alle mani pazienti e all’ingegno di tanti artigiani.
Fino al 20 gennaio, nella parrocchia di via Alberoni è possibile guardare da vicino il frutto di questa passione. Un gruppo di piacentini ha rinnovato la consueta mostra di presepi nel quartiere Roma, che stavolta parte da un’enorme scena in movimento (circa 10 metri quadri) in cui si alternano la luce e la buio, la frenesia della quotidianità e il riposo notturno, e in cui viene spontaneo voltare lo sguardo verso la capanna dove Gesù bambino muove le braccia con incredibile realismo, adagiato nel fieno della mangiatoia. Sullo sfondo, di fronte al cielo stellato e alla stella cometa luminosa, si snoda un ruscello carico d’acqua.
L’opera d’arte – perché di questo si tratta – è stata ideata dallo storico presepista Giovanni Pesatori e, dopo la sua scomparsa, è stata conservata (e aggiornata) da “colleghi” e amici, tra cui il fratello Giuseppe Pesatori, Enrico Fumi, Loredano Guazzi, Giuseppe Rossi, Andrea Veneziani, Antonio Obertelli, Umberto Boeri e Pietro Pozzoli.
Gli altri “plastici” nella cripta
Il percorso prosegue nella cripta di San Savino, che accoglie una decina di presepi più piccoli e statici, curati nei minimi dettagli (persino nella decorazione millimetrica dei petali di fiori). A realizzarli sono stati Pinuccio Braghi, Giovanni Pesatori, Gabriele Morsia e Maurizio Falsetti. Sul sagrato della chiesa, poi, si può ammirare una scena sacra curata dalle classi del catechismo, composta da ricami e bambolotti di pezza, nonché l’augurio – impresso con i gessetti su una lavagna nera – di «trovare la pace nel mondo, attraverso la solidarietà, la fratellanza e l’accoglienza».
Thomas Trenchi
(Pubblicato sul quotidiano Libertà)