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«Zero rampe a Piacenza, vogliamo un parco tutto per noi». Sogni, luoghi e volti dello “skate” piacentino

«A Piacenza non esiste un luogo dedicato allo skate, purtroppo sono state eliminate tutte le rampe». Eppure, gli skaters piacentini sembrano in forte crescita. Ecco l’inchiesta nel movimento dello “skate” pubblicata sul quotidiano Libertà.

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Zainetto, altoparlanti con la musica e, ovviamente, la tavola di legno sotto i piedi (oppure, quando si è stanchi, sotto il braccio). Lo skate è uno stile di vita, e non solo uno sport estremo. Lo si comprende davvero osservando alcuni giovani piacentini che eseguono acrobazie spettacolari sulla scalinata del liceo scientifico a barriera Genova, uno dei ritrovi più gettonati per gli amanti del genere. Saltano da un muretto all’altro, roteando nell’aria e provando spingersi sempre più in là. Qualcuno cade per terra, ma senza batter ciglio si alza e riparte da zero.

Hanno i rasta, i capelli lunghi o corti, il berretto sugli occhi e le felpe larghe. Non ci stanno però ad essere ritratti come “nullafacenti” o “sbandati”. Al di là dei pregiudizi, infatti, lavorano, studiano all’università e, al pomeriggio, rivendicano con orgoglio la propria passione. Che, tuttavia, nella nostra città non è così semplice da coltivare: «A Piacenza non esiste un luogo dedicato allo skate – denunciano Alberto Zurla e Mirko Finotelli, referenti del gruppo “Nether Skateboarding Crew” -, purtroppo sono state eliminate tutte le rampe», quegli scivoli fondamentali per prendere velocità sulla tavola e sperimentare nuove manovre impossibili.

Eppure, il movimento degli skaters piacentini sembra in forte crescita. Basta guardarsi intorno: si radunando – in modo un po’ sparpagliato – di fronte al Respighi, nel piccolo anfiteatro in cemento in via Giarelli, nei posteggi di corso Europa e davanti all’istituto tecnico in via Nasolini, cornici precarie in cui si amplifica il rischio di farsi male sul serio. «Tra l’altro, a volte qualche passante si lamenta. Anche per questo chiediamo a gran voce uno spazio riservato allo skate, un parco dove coinvolgere i bambini in piena sicurezza. Da questo punto di vista, Piacenza è una delle poche realtà italiane che non offre nessuna possibilità».

Ad oggi, “Nether Skateboarding Crew” conta una trentina di membri, i quali collaborano all’organizzazione del festival “Alley Oop” all’arena Daturi incentrato sulla cultura di strada e gli sport estremi. Si tratta di ragazzi e ragazze (chi ha detto che le donne non possono salire sulla tavola?) che amano sentirsi «liberi e fuori dagli schemi», e che mirano ad allargare la scena piacentina dello skate.

Fino a pochi mesi fa, hanno potuto fare affidamento a Spazio 2, l’area comunale in via 24 Maggio: «Poi – raccontano Zurla e Finotelli – le rampe sotto alla tettoia sono state rimosse. La stessa sorte è toccata alle infrastrutture nel pattinodromo a Borgotrebbia, riconvertito in campo da basket, e a quelle nei pressi del centro commerciale Galassia, marcite a causa del maltempo». Ecco perché questi giovani sognano uno “skatepark” tutto per loro. «Sarebbe ideale realizzarlo proprio a Spazio 2, per intercettare gli skaters già attivi, nonché le persone che finora non hanno mai avuto l’occasione di allenarsi con continuità».

Raccolta fondi per costruirsi le rampe…

Nel frattempo, mentre attendono una risposta definitiva dalle istituzioni, i membri di “Nether Skateboarding Crew”, con un’età compresa tra i 14 e i 27 anni, hanno deciso di rimboccarsi le maniche, avviando una raccolta fondi per acquistare il materiale necessario a costruire autonomamente delle rampe su cui divertirsi, anche attraverso un laboratorio di artigianato aperto alla cittadinanza.

Thomas Trenchi
(Pubblicato sul quotidiano Libertà)

Classe 1998, giornalista professionista dell'emittente televisiva Telelibertà e del sito web Liberta.it. Collaboratore del quotidiano Libertà. Podcaster per Liberta.it con la rubrica di viaggi “Un passo nel mondo” e quella d’attualità “Giù la mascherina” insieme al collega Marcello Pollastri, fruibili anche sulle piattaforme Spreaker e Spotify; altri podcast: “Pandemia - Due anni di Covid” e un focus sull’omicidio di via Degani nella rubrica “Ombre”. In passato, ideatore di Sportello Quotidiano, blog d'approfondimento sull’attualità piacentina. Ha realizzato anche alcuni servizi per il settimanale d'informazione Corriere Padano. Co-fondatore di Gioia Web Radio, la prima emittente liceale a Piacenza. Creatore del documentario amatoriale "Avevamo Paura - Memorie di guerra di Bruna Bongiorni” e co-creatore di "Eravamo come morti - Testimonianza di Enrico Malacalza, internato nel lager di Stutthof". Co-autore di “#Torre Sindaco - Storia dell’uomo che promise un vulcano a Piacenza” (Papero Editore, 2017) e autore di "La Pellegrina - Storie dalla casa accoglienza Don Venturini" (Papero Editore, 2018). Nel maggio del 2022, insieme ai colleghi Marcello Pollastri e Andrea Pasquali, ha curato il libro-reportage "Ucraina, la catena che ci unisce", dopo alcuni giorni trascorsi nelle zone di guerra ed emergenza umanitaria. Il volume è stato pubblicato da Editoriale Libertà con il quotidiano in edicola. Ecco alcuni speciali tv curati per Telelibertà: "I piacentini di Londra" per raccontare il fenomeno dell'emigrazione dei piacentini in Inghilterra nel secondo dopoguerra, con immagini, testi e interviste in occasione della festa della comunità piacentina nella capitale britannica dal 17 al 19 maggio 2019; “I presepi piacentini nel Natale del Covid”; “La vita oltre il Covid” con interviste a due piacentini guariti dall’infezione da Coronavirus dopo dure ed estenuanti settimane di ricovero in ospedale; il reportage “La scuola finlandese” negli istituti di Kauttua ed Eura in Finlandia.