cultura
Quando gli studenti “sgomitano” per un posto in biblioteca. La coda fuori dalla Passerini-Landi
La studentessa Maria Rossi spiega: «Alla Passerini-Landi non ci sono abbastanza posti rispetto a tutti ragazzi che la popolano. È uno splendido ambiente, sarebbe bello godere di un’apertura serale come succede in altre città».
Alle 8.30, in anticipo di mezz’ora dall’orario di apertura, la studentessa Daria Parenti è la prima a schierarsi di fronte al portone in legno: «Bisogna sbrigarsi, altrimenti non si trova un posto a sedere». Dietro di lei, in poco tempo, si accalcano altri trenta giovani in trepidante attesa per accaparrarsi uno spazio. Non è il concerto di qualche rapper o l’inaugurazione di un locale notturno, ma la consueta coda del sabato mattina fuori dalla Biblioteca Passerini-Landi in centro storico a Piacenza. Che, a ben guardare, sembra essere comunque molto in voga.
«Frequento l’università di Bologna, alcuni amici mi hanno consigliato di venire qua prima dell’apertura per riuscire ad assicurarmi un tavolo», conferma Sofia Digeronimo, che si è presentata sul marciapiede della biblioteca alle 8.43. Al sabato, infatti, numerosi studenti approfittano della pausa delle lezioni per “sudare” sui libri in compagnia, immergendosi negli esercizi di matematica o nelle nozioni di storia anche per l’intera giornata. E la Passerini-Landi diventa una cornice ideale, con i seguenti orari d’attività: dalle 14 alle 19 al lunedì e dalle 9 alle 19 dal martedì al sabato.
«Normalmente, si fatica a trovare un posto – aggiunge Martina Costa, terza sul podio per ordine d’arrivo, precisamente alle 8.50 -. Qualcuno occupa più seggiole con i quaderni, gli zaini e le borse. È un comportamento scorretto».
Alle 8.51, a nove minuti dal fatidico momento, si fa avanti anche Angelica Gobbi: «Al sabato pomeriggio è impossibile sedersi. Mi è capitato di dovermene andare, o di essere costretta a ripiegare sull’aula monumentale al primo piano. Quella è l’ultima spiaggia». E come darle torto: «È obbligatorio lasciare gli zaini fuori, in un armadietto. In più, non ci sono le prese della corrente elettrica per ricaricare il computer».
Apertura serale? L’idea che stuzzica i giovani
La studentessa Maria Rossi rincara la dose: «Alla Passerini-Landi non ci sono abbastanza posti rispetto a tutti ragazzi che la popolano. È uno splendido ambiente, sarebbe bello godere di un’apertura serale come succede in altre città».
Vera Conovalova è praticamente appiccicata all’entrata, ma le lancette dell’orologio segnano solo le 8.53: mancano sette minuti. Per un attimo, così, si distrae e confessa: «In biblioteca sono più produttiva, a casa vengo disturbata dai miei genitori». Alle nove in punto, si sente un rumore dalla serratura del portone. I giovani si preparano a correre. E via, quando finalmente nulla li divide più dall’ingresso, a mettere un’ipoteca sul tavolo migliore.
Thomas Trenchi
(Pubblicato sul quotidiano Libertà)