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curiosità

Studenti-giornalisti per imparare il mestiere di scrivere

“Piacenza, cosa vuoi di più?” e “Giovani e lettura: due mondi non poi così distanti”. Un gruppo di liceali 16enni ha scelto di lanciarsi alla scoperta del mondo della comunicazione. Ecco il risultato delle loro fatiche.

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Si chiama Alternanza Scuola Lavoro e da quest’anno, per la prima volta, sarà protagonista del nuovo Esame di Stato, la Maturità per intenderci. In tutti gli Istituti superiori, il colloquio orale non si aprirà più con una tesina multidisciplinare redatta dagli studenti sulla base del percorso scolastico dell’ultimo anno, ma con una breve presentazione, meglio se realizzata su supporto digitale, che verterà proprio sulle attività di esplorazione del mondo professionale. 

Al Liceo Gioia, già dal terzo anno, i ragazzi sono chiamati a frequentare corsi pomeridiani di almeno 20 ore con l’obiettivo di farsi un’idea di uno specifico settore, comprendere il percorso di studi più adatto a intraprendere una determinata attività, indagare gli sbocchi lavorativi e riflettere sulle proprie inclinazioni personali.

Un gruppo di liceali 16enni ha scelto di lanciarsi alla scoperta del mondo della comunicazione. Dopo aver incontrato alcuni professionisti piacentini che hanno raccontato la loro esperienza, l’idea è stata: “Se dobbiamo imparare come si fa, perché non farlo davvero?”.

Così, nell’ottica della scuola delle competenze e delle abilità, gli studenti, sotto la guida dell’insegnante Michela Vignola, si sono lanciati a capofitto nella realtà. Armati di penne, taccuini e registratori – mettendo da parte l’inevitabile timidezza iniziale – hanno intervistato i piacentini su due temi sentiti come rilevanti: “La città che vorrei” e “Il rapporto dei giovani con la lettura”.

Di seguito il risultato delle loro fatiche. Dopo aver realizzato le interviste, il momento di scrivere l’articolo vero e proprio ha consentito di sperimentare fino in fondo sul campo una giornata da giornalisti. Alternanza Scuola Lavoro: detto, fatto. 

Piacenza, cosa vuoi di più?

È questa la domanda che abbiamo posto ad alcuni cittadini durante la nostra esperienza di alternanza scuola-lavoro. «Aggiungerei tante navette e chiuderei parti della città alle macchine, che oggi assediano persino piazza Cavalli a tutti gli orari del giorno». Come è emerso dall’intervista, uno dei desideri maggiori dei piacentini è il miglioramento dei trasporti pubblici, contestati da molti. I pullman sono spesso sovraffollati e hanno orari poco pratici. I numerosi ritardi peggiorano la situazione e rendono il loro utilizzo scarso.

Secondo altri, un’alternativa ai mezzi pubblici potrebbe essere una “cultura delle piste ciclabili”, che – oltre a diminuire l’intensità del traffico – ridurrebbe l’inquinamento ambientale, a cui Piacenza è soggetta già da alcuni anni (nei primi venti giorni di gennaio 2019 gli sforamenti di polveri sottili sono stati già dieci, uno ogni due giorni è fuorilegge).

Un altro problema riscontrato è quello della mentalità cittadina “chiusa” e “provinciale”. Infatti, Piacenza è una città abbastanza vecchia con un’età media di circa 46 anni e il 25% degli abitanti oltre i 65 anni. «Vorrei una mentalità nuova e più aperta basata sul rispetto delle regole». A risentire di questa mentalità vecchia sono soprattutto i giovani, che definiscono la città “troppo morta” lamentando la scarsità di spazi di aggregazione gratuiti e la mancanza di locali. Fra le possibilità concrete vi sono biblioteche, festival musicali, manifestazioni di carattere culturale.

Non meno importante è il problema ambientale: «Vorrei una città più pulita», afferma un cittadino, «con meno case, meno cemento, più parchi e più verde». Una possibilità sarebbe quella di riutilizzare le ex-aree militari in disuso, convertendole in spazi fruibili alla cittadinanza.

Anche la valorizzazione dei beni culturali è un aspetto da migliorare. A Piacenza e provincia vi è una diffusa cultura a scopo commerciale: un esempio è Grazzano Visconti, finto borgo medievale costruito intorno a un nucleo originale del 1395. Sarebbe meglio valorizzare luoghi come Castell’Arquato, Vigolo e Chiaravalle della Colomba.

Chiara C., Tommaso C., Giacomo D., Mattia G., Aronne G., Marco M.

Giovani e lettura: due mondi non poi così distanti

I giovani piacentini, contrariamente a ciò che si pensa, leggono. è questo il risultato di una serie di interviste compiute in due delle librerie più frequentate a Piacenza: «Vengo in libreria fin troppo spesso!», afferma divertita Rebecca, 21 anni.

Ma chi è che li spinge a leggere? Giovani che vanno a comprare libri solo sotto l’obbligo di professori sono ormai uno stereotipo superato. Alcuni pensano che la pressione degli insegnanti, possa scatenare una vera e propria passione, mentre altri ritengono che una troppa insistenza abbia l’effetto contrario: «Non dipende dalla scuola, ma dal ragazzo che sceglie un percorso di studi e di formazione personale piuttosto che un altro», afferma una dipendente della libreria Mondadori, la quale è convinta che la passione per la lettura non sia condizionata da costrizioni esterne e che un ragazzo obbligato a leggere non riuscirà mai ad apprezzarne il piacere.

I ragazzi riscoprono i classici, ma fantasy e libri riguardanti personaggi in voga rimangono tra i più venduti. Stefano, 17 anni, ci ha confessato che il suo genere preferito è la fantascienza, nonostante dalle interviste alle varie librerie sia emerso una preferenza di grandi classici. Inoltre ammette anche che, a discapito di ciò che si potrebbe pensare, la scuola non lo ha incentivato alla lettura, concentrandosi piuttosto sullo studio delle materie scolastiche e leggendo altri testi come svago.

Nonostante l’avvento di Internet sembra che ci siano pochi ragazzi che leggono e-book. «La gente è più affezionata alla carta», seppur i libri digitali vengano prediletti per la loro comodità, soprattutto in una fascia di età compresa tra i 15 e i 25 anni: nonostante tutto, rimane una lettura di nicchia. «Alcuni non possono vivere senza avere in casa dischi o quadri, mentre io non posso fare a meno di avere dei libri», conclude Renata.

Franca, invece, dipendente alla libreria Feltrinelli, aggiunge che «Il 18app (fondi elargiti dallo Stato ai neo-maggiorenni, da spendere in libri e cultura) è stato largamente utilizzato dai giovani e ha contribuito a un aumento delle vendite». Inaspettatamente, quindi, i giovani piacentini hanno stretto un legame significativo con la lettura, andando contro il pregiudizio di una gioventù sempre più dedita alla tecnologia e non alla cultura.

Marika P., Alice B., Alice G., Alice D., Stian B.