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Inquinamento, il “fumo nero” di alcuni autobus a Piacenza…

Quello davanti a me era un autobus della nostra città… L’opinione di Fauziaebon (tratto dalla pagina Facebook “Sopra la Riga”)

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Le parole che NON ci fanno paura: sforamento, smog, tumori, malattie respiratorie, traffico, mezzi pesanti, Pm10, logistica, snodo autostradale, pianura Padana uno dei luoghi più inquinati del pianeta.

Che non ci facciano paura, però, è molto strano. Perché noi qui ci viviamo. Ma ci crepiamo anche e prima del previsto proprio a causa dell’inquinamento. Già: crepiamo di inquinamento.

Qualche settimana fa, nel bianco totale di una nevicata cittadina, mentre ero in coda insieme ad altri, osservavo il mezzo davanti a me. Purtroppo la foto non rende. Perché il fumo nero che usciva era impressionante.

Quello davanti a me era un autobus della nostra città. Quante corse al giorno farà questo pullman? Quindi per tutto il giorno questo fumo nero ci viene regalato perché tanto non ci fa paura?

Trasporto pubblico…

Noi privati cittadini con un’auto Euro 4 non possiamo circolare, quindi per spostarci dobbiamo usare i mezzi pubblici malandati che possono circolare tutto il giorno…
La mia auto è una Euro 5 e l’ho usata complessivamente un’ora in tutta la giornata, mentre l’autobus viaggia per circa otto ore al giorno. E, spesso, è vuoto.

La società che opera a Piacenza è a partecipazione comunale. Oddio, potremmo dire che è a partecipazione regionale perché è una partecipata anche di altri comuni emiliani. Insomma, vuol dire che siamo noi cittadini che finanziamo questa società giusto? Mi sono sentita cretina, perché io inquino usando la mia auto, ma poi sono colpevole anche dell’inquinamento partecipato! 

Allora, qualcuno mi spiega perché esiste il blocco del traffico se poi i mezzi che ci obbligano a usare inquinano il doppio? La troviamo per favore una soluzione per non farci sentire in colpa anche quando saliamo sui mezzi?

Admin di varie pagine Facebook e influencer dei social network piacentini, si definisce «una con un caleidoscopio al posto del cervello, che vede tutto strano. Vedo fare cose fatte per dissimulare, per non fare le cose che invece si dovrebbero fare ma che sono scomode da applicare a questo mondo senza più coraggiosi. Ho iniziato a scriverne, a modo mio, per ribellione. Voglio farvi sorridere per mostrarvi e farvi riflettere su ciò che ci vogliono vendere per buono ma che invece è amarissimo».