cultura
Alessandro Bianchi, il piacentino che lavora nella biblioteca più importante al mondo
Ha un rapporto quasi carnale con i libri. Ama il sapore della carta, la bellezza di una copertina e il rumore delle pagine che vengono sfogliate. Il 35enne piacentino Alessandro Bianchi si trova esattamente al posto giusto: da qualche giorno, infatti, lavora nella biblioteca Bodleiana a Oxford, una delle più antiche e grandi al mondo.
«Mi piacciono i libri non solo per il loro contenuto, ma anche come oggetti d’arte caratterizzati da rilegature elaborate e vezzi tipografici», racconta il giovane, a dir poco entusiasta di questo mestiere che gli permette di stare a contatto ogni giorno con i «meravigliosi artefatti».
Di cosa ti occupi nella biblioteca Bodleiana?
«Ricopro una posizione manageriale che prevede la gestione del personale e delle collezioni di libri antichi e moderni conservate nel distaccamento della biblioteca Bodleaina dedicato alla lingua e alla cultura giapponese».
Vivi in mezzo ai libri quotidianamente. Qual è il tuo preferito?
«Che domanda difficile per un bibliofilo come me… Uno dei miei titoli preferiti è “Japanese Fairy Tales” (Fiabe giapponesi), un set di splendidi volumi stampati su carta crespa e prodotti per l’esportazione in Europa e America agli inizi del ventesimo secolo».
Insomma, c’è un fil rouge che ti lega al mondo orientale, vero?
«Sì. La mia prima esperienza all’estero è avvenuta nell’anno accademico 2008-2009, quando ho raggiunto Tokyo grazie a una borsa di studio. Ho vissuto in Giappone per periodi più o meno lunghi. Tra le altre cose, ho compilato il catalogo online di una delle più grandi collezioni di libri illustrati giapponesi presenti in Nord America».
Quali sono le tappe principali che ti hanno portato alla biblioteca Bodleiana?
«Nel 2010, ho iniziato un dottorato all’università di Cambridge, con una tesi sulla produzione e circolazione di satira politica nel Giappone del diciottesimo secolo. Agli inizi del 2015, ho fatto il pendolare tra Cambridge e Londra, per condurre uno stage alla “British library”, la biblioteca nazionale inglese. Dopodiché mi sono trasferito a Washington DC, nel museo d’arte asiatica dello Smithsonian. Inoltre, ho insegnato letteratura giapponese classica ad Haverford College, un’università privata nei pressi di Philadelphia».
Hai realizzato il tuo sogno?
«Assolutamente sì, il mio desiderio sta diventando realtà».
Thomas Trenchi
Pubblicato sul quotidiano Libertà