cultura
«L’epurazione dei fascisti dopo la guerra: una pagina di storia mai affrontata»
L’epurazione dei fascisti in Italia nel secondo dopoguerra. È il saggio del giovane ricercatore storico Edoardo Pivoni, tratto dalla sua tesi di laurea. È stato pubblicato nel 2018 con l’editore “Parallelo 45”.
«Ho deciso di realizzare quest’opera per diffondere per quanto possibile la consapevolezza di una pagina della storia italiana poco conosciuta al pubblico e decisamente poco affrontata dalla storiografia, cioè la punizione e la rimozione del fascismo e dei fascisti nel secondo dopoguerra nel nostro Paese – spiega il piacentino Pivoni -. Come diceva il partigiano Dante Livio Bianco: “Se qualcuno, quando eravamo sulle montagne a condurre la guerra partigiana, fosse venuto a dirci che un bel giorno, a guerra finita, avremmo potuto essere chiamati davanti ai tribunali, per rispondere in via civile di atti che allora erano il nostro pane quotidiano, gli avremmo riso francamente in faccia”».
«L’esercito della Resistenza italiana, contemporaneamente al proscioglimento di migliaia di fascisti moderati e criminali veri e propri – continua Pivoni -, veniva perseguitato dai giudici tra gli anni ’40 e ’50 essendo ritenuto una fonte di sovversione dell’ordine e della società. Molti ex fascisti rientrarono nell’amministrazione pubblica e in politica, disattendendo quella che doveva essere la rinascita sincera dell’Italia democratica».
Si tratta di un saggio ben documentato, arricchito da numerosi fonti, volumi storici, fonti d’archivio e quotidiani, che «non vuole ricorrere alla retorica dei “buoni o dei “giusti” – specifica l’autore – ma raccontare con indagine storiografica fatti ancora sconosciuti nella nostra storia contemporanea».