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curiosità

C’era una volta un aereo che faceva sognare gli studenti universitari (di Fauziaebon)

C’era una volta a Piacenza un aereo supersonico pronto a spiccare il volo verso le stelle… / Tratto dalla pagina Facebook @SopraLaRiga

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C’era una volta a Piacenza un aereo supersonico pronto a spiccare il volo verso le stelle. 
Questo aereo era particolare in tutto, anche nel luogo da dove partiva.
Partiva da un’università.
Vi sembra una cosa assurda?
Forse si, se siete persone che guardano gli oggetti per quel che sono.
Ma io che vedo senza dare importanza alla forma, io che guardo oltre, insomma, io guardandolo ho sempre visto solo le stelle.
Perché non sembrava un aereo, era posizionato come fosse su una rampa di lancio, era un razzo verso l’infinito.
Esisteva augurio più bello per i nostri figli che dopo aver studiato tanto per ottenere una laurea, uscendo per l’ultima volta dalla loro università, potessero avere?
La laurea che stringete tra le mani sarà il vostro razzo per ottenere le stelle ovunque voi le vorrete raggiungere.
L’università è un mezzo, e lo studio è il mezzo umano per comprendere e raggiungere il più alto livello di conoscenza che si vuole ottenere.
Ecco, tanto tempo fa a Piacenza, alla Cattolica, c’era questo simbolico aereo a forma di razzo.
Un giorno molto strano questo aereo è stato tolto.
Perché?
La motivazione data fu “perché è un aereo da guerra e non si addice al tipo di università ( economia e commercio e la facoltà di agraria) che lo ospita”.
Erano tempi da medioevo quelli del 2019 dicevano alcuni e forse avevano ragione… perché un poco di cose strane si sentivano in giro, ma questa motivazione riguardo all’F104 suonava tanto assurda da sembrare veramente medioevale.
Vedere solo un aereo da guerra in quell’aereo è sicuramente un limite.
Quell’aereo era un aereo da difesa.
Acquistato dallo stato italiano nel 1966 e da subito finito, ancora prima di volare nei nostri cieli, in mezzo a milioni di polemiche.
Era un aereo che aveva causato incidenti mortali coinvolgendo piloti dell’aeronautica! Non doveva essere acquistato. Costava tantissimo in manutenzione.
Ma ci fu altro.
La ditta che lo costruiva e vendeva anni dopo era finita in mezzo a casi di corruzione. E indovinate chi furono i corrotti? Tra varie personalità di tutto il mondo spiccavano i Generali e i Ministri italiani.
Economia italiana? Lo stato italiano aveva pagato con i nostri soldi quindi l’economia e il commercio c’entravano eccome con gli aerei.
Ma non con questo aereo
A finire nello scandalo delle tangenti fu il C130, un aereo per trasporto truppe dell’esercito.
Lo scandalo in Italia fu tale che coinvolse tutta la Democrazia Cristiana e Aldo Moro e come conseguenza si arrivò addirittura alle dimissioni del Presidente della Repubblica, l’allora presidente Leone.
Quindi erano i C130, cosa c’entra un F 104?
E ma la ditta era la stessa.
Certo.
Ma anche l’economia era la stessa, il denaro, la corruzione, la politica, i partiti.
“Le responsabilità penali, amministrative e civili sul caso Lockheed – al di fuori di un’interpretazione del “sono tutti corrotti” che si ribalta facilmente nel suo contrario – è quindi così circoscrivibile: La DC, il PSDI, i Militari, la Finmeccanica-Ciset, il sistema giudiziario, e ultima ma non per questo minima, la stessa Lockheed.”
Quindi era colpa di un aereo?
Siete proprio sicuri che invece non sia solo un capro espiatorio perché dai, questo signor aereo non ha corrotto nessuno, sono stati gli uomini a cedere.
E poi…
Quanti politici abbiamo in Italia laureati in Cattolica?
A mio avviso forse avere davanti agli occhi questo aereo poteva servire da monito per i futuri dirigenti e amministratori per non ripetere l’errore nel loro futuro lavoro di cedere MAI E POI MAI alla corruzione.
O no?
E quindi un poco l’aereo era adatto a questO ateneo vero?
Voi che dirigerete il futuro ricordatevi dello scandalo Loockheed comunque, anche senza aereo.
Ma a ben vedere c’è altro, di un’altra cosa si sono dimenticati forse quelli dell’università.
Questo aereo da difesa era italiano, veniva costruito in Italia dall’Aeritalia ed è stato uno delle migliori varianti costruite, ne esistono 206 esemplari impiegati fino al 2004 per la difesa del territorio italiano. 
Veniva definito “la bara volante” perché era sensibilissimo, bisognava saperlo pilotare davvero.
Ma se volava lui nessun aereo riusciva a scappare.
Un razzo più che un aereo.
Fu così comunque che dopo una riunione in consiglio alla Cattolica venne deciso di restituire l’aereo ( era solo esposto da noi ma era di proprietà dell’aeronautica Italiana) al legittimo proprietario perché “ non faceva un bel vedere”.
C’era una volta a Piacenza un aereo che sembrava un razzo.
Non volava più.
Ma ha fatto sognare di poter salire fino alle stelle molti giovani universitari. Ed era il più bello dei sogni che si potesse regalare.

Di Fauziaebon

Admin di varie pagine Facebook e influencer dei social network piacentini, si definisce «una con un caleidoscopio al posto del cervello, che vede tutto strano. Vedo fare cose fatte per dissimulare, per non fare le cose che invece si dovrebbero fare ma che sono scomode da applicare a questo mondo senza più coraggiosi. Ho iniziato a scriverne, a modo mio, per ribellione. Voglio farvi sorridere per mostrarvi e farvi riflettere su ciò che ci vogliono vendere per buono ma che invece è amarissimo».