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«Non toccate i cuccioli di capriolo appena nati». Consigli pratici di fronte ai “bambi”

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Non toccare i cuccioli di “bambi”. È l’appello alla cittadinanza del “Piacenza Wildilife Rescue Center”, il pronto soccorso per animali selvatici a Niviano di Rivergaro. A partire dalla metà di maggio, tra meno di due settimane, comincia infatti il periodo con il picco più alto delle nascite di caprioli. Così gli operatori e i volontari della struttura vogliono impedire la raccolta incauta dei piccoli esemplari. «Ogni anno, riceviamo numerose telefonate da parte di persone che hanno trovato o portato con sé i caprioletti appena nati – spiega la referente del “Pwrc” Fabiana Ferrari -. Quando il ritrovamento rientra nell’arco di ventiquattr’ore, tentiamo di ricongiungere l’animale alla madre».

Le prime 24 ore sono cruciali 

Altrimenti, oltre questo breve lasso di tempo, le probabilità di successo si riducono drasticamente e «siamo costretti a ricoverare il cucciolo per avviare un lungo periodo di svezzamento e reinserimento in natura». I dati raffigurano un problema serio: «Sono circa quaranta i cuccioli che ricoveriamo ogni anno e altrettanti quelli che ricollochiamo – chiarisce Ferrari -. Questi ritrovamenti coinvolgono tutto il territorio provinciale: dalla pianura alla collina, fino alle zone montuose».

Da qui l’invito alla gente ad allontanarsi e a non entrare in contatto con i “baby caprioli”, «lasciando l’area indisturbata e permettendo così alla madre di tornare dal proprio piccolo». Se il caprioletto presenta ferite o segni di traumi, bisogna contattare il “Piacenza Wildilife Rescue Center” per effettuare un sopralluogo e valutare la situazione.

«In compagnia di un cane – continua l’esperta – è fondamentale tenerlo al guinzaglio. Inoltre, se il caprioletto è già stato toccato, è comunque possibile ricollocarlo in natura, ma solo dopo averlo sporcato con terriccio e materiale vegetale presente sul posto per rimuovere l’odore umano dal suo corpo».

Thomas Trenchi
(Pubblicato sul quotidiano Libertà)

Classe 1998, giornalista professionista dell'emittente televisiva Telelibertà e del sito web Liberta.it. Collaboratore del quotidiano Libertà. Podcaster per Liberta.it con la rubrica di viaggi “Un passo nel mondo” e quella d’attualità “Giù la mascherina” insieme al collega Marcello Pollastri, fruibili anche sulle piattaforme Spreaker e Spotify; altri podcast: “Pandemia - Due anni di Covid” e un focus sull’omicidio di via Degani nella rubrica “Ombre”. In passato, ideatore di Sportello Quotidiano, blog d'approfondimento sull’attualità piacentina. Ha realizzato anche alcuni servizi per il settimanale d'informazione Corriere Padano. Co-fondatore di Gioia Web Radio, la prima emittente liceale a Piacenza. Creatore del documentario amatoriale "Avevamo Paura - Memorie di guerra di Bruna Bongiorni” e co-creatore di "Eravamo come morti - Testimonianza di Enrico Malacalza, internato nel lager di Stutthof". Co-autore di “#Torre Sindaco - Storia dell’uomo che promise un vulcano a Piacenza” (Papero Editore, 2017) e autore di "La Pellegrina - Storie dalla casa accoglienza Don Venturini" (Papero Editore, 2018). Nel maggio del 2022, insieme ai colleghi Marcello Pollastri e Andrea Pasquali, ha curato il libro-reportage "Ucraina, la catena che ci unisce", dopo alcuni giorni trascorsi nelle zone di guerra ed emergenza umanitaria. Il volume è stato pubblicato da Editoriale Libertà con il quotidiano in edicola. Ecco alcuni speciali tv curati per Telelibertà: "I piacentini di Londra" per raccontare il fenomeno dell'emigrazione dei piacentini in Inghilterra nel secondo dopoguerra, con immagini, testi e interviste in occasione della festa della comunità piacentina nella capitale britannica dal 17 al 19 maggio 2019; “I presepi piacentini nel Natale del Covid”; “La vita oltre il Covid” con interviste a due piacentini guariti dall’infezione da Coronavirus dopo dure ed estenuanti settimane di ricovero in ospedale; il reportage “La scuola finlandese” negli istituti di Kauttua ed Eura in Finlandia.