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«Non toccate i cuccioli di capriolo appena nati». Consigli pratici di fronte ai “bambi”
Non toccare i cuccioli di “bambi”. È l’appello alla cittadinanza del “Piacenza Wildilife Rescue Center”, il pronto soccorso per animali selvatici a Niviano di Rivergaro. A partire dalla metà di maggio, tra meno di due settimane, comincia infatti il periodo con il picco più alto delle nascite di caprioli. Così gli operatori e i volontari della struttura vogliono impedire la raccolta incauta dei piccoli esemplari. «Ogni anno, riceviamo numerose telefonate da parte di persone che hanno trovato o portato con sé i caprioletti appena nati – spiega la referente del “Pwrc” Fabiana Ferrari -. Quando il ritrovamento rientra nell’arco di ventiquattr’ore, tentiamo di ricongiungere l’animale alla madre».
Le prime 24 ore sono cruciali
Altrimenti, oltre questo breve lasso di tempo, le probabilità di successo si riducono drasticamente e «siamo costretti a ricoverare il cucciolo per avviare un lungo periodo di svezzamento e reinserimento in natura». I dati raffigurano un problema serio: «Sono circa quaranta i cuccioli che ricoveriamo ogni anno e altrettanti quelli che ricollochiamo – chiarisce Ferrari -. Questi ritrovamenti coinvolgono tutto il territorio provinciale: dalla pianura alla collina, fino alle zone montuose».
Da qui l’invito alla gente ad allontanarsi e a non entrare in contatto con i “baby caprioli”, «lasciando l’area indisturbata e permettendo così alla madre di tornare dal proprio piccolo». Se il caprioletto presenta ferite o segni di traumi, bisogna contattare il “Piacenza Wildilife Rescue Center” per effettuare un sopralluogo e valutare la situazione.
«In compagnia di un cane – continua l’esperta – è fondamentale tenerlo al guinzaglio. Inoltre, se il caprioletto è già stato toccato, è comunque possibile ricollocarlo in natura, ma solo dopo averlo sporcato con terriccio e materiale vegetale presente sul posto per rimuovere l’odore umano dal suo corpo».
Thomas Trenchi
(Pubblicato sul quotidiano Libertà)