curiosità
Meno “avocado mania” e più cibi piacentini: il progetto (a pedali) di Superfood Italia
L’articolo, pubblicato sul quotidiano Libertà, riguardo il progetto di “Superfood Italia”, inventato da due giovani piacentini che vogliono coniugare l’attività fisica con il lavoro, la buona tavola con la sostenibilità ambientale.
Pedalano con tutine aderenti, in sella alle bici da corsa, per consegnare i «veri cibi salutari del territorio piacentino». E non i così detti “superfood”, come avocado o bacche di goji, che sono «sani, certo» ma provengono «dalla parte opposta del pianeta». I giovani ideatori di “Superfood Italia”, Antonio Corciulo e Leonora Fortunati, hanno fondato anzitutto una filosofia che unisce lo sport all’ambiente, il buon palato alla stagionalità, l’etica lavorativa al rispetto dei “riders”. Poi l’hanno trasformata in un piccolo laboratorio gastronomico in via San Siro, in cui preparano zuppe, panini e insalate da recapitare sulle due ruote ai clienti.
SPORT + LAVORO: «Così è nato Superfood»
«Abbiamo inventato un servizio di consegna a domicilio che per ora è attivo principalmente in centro storico e nei quartieri prossimi al cuore della città – racconta Corciulo -. I nostri ciclisti, sportivi abituati a pedalare per chilometri, portano il cibo a casa, sul posto di lavoro o direttamente in palestra. A differenza delle multinazionali di fattorini, ovviamente, non c’è nessuna forma di sfruttamento». Il tutto nasce dalla voglia di coniugare un passatempo all’ambito professionale: «Sono un appassionato di ultramaratone, quando posso vado a correre. A volte, però, non è facile incastrare il lavoro e l’attività fisica. Così ho pensato di andare incontro a queste esigenze, ritagliandomi un mestiere che mi permetta di restare in allenamento. Ad oggi, la squadra di “Superfood Italia” è formata da tre cuochi, tre ciclisti e un’addetta al confezionamento».
«Abbandonare l’avocado mania!»
È possibile ordinare dal menù su internet o al telefono. I piatti variano ogni settimana: insalata di uova, roastbeef, sandwich vegano, tonno scottato e caprino, minestra di riso, piselli e calamari, pollo nostrano con riso ai fagioli neri… «Cerchiamo di rispondere alla domanda crescente di ingredienti naturali e nutrienti – continua Corciulo -. È un format innovativo per abbandonare i mondi esotici lontani e l’avocado mania, cioè un’abitudine che porta a inquinare il pianeta per far viaggiare alimenti di cui talvolta si riesce a pronunciare il nome a stento. Per la carne, ad esempio, ci rivolgiamo a un piccolo allevamento dI San Pietro in Cerro, dove i bovini crescono al pascolo e non ingozzandosi di mangimi pieni di antibiotici. Bisogna riscoprire i sapori locali capaci di apportare beneficio a mente e corpo».
Thomas Trenchi
(Pubblicato sul quotidiano Libertà)