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cultura

Palazzo del Governatore, uno dei simboli più maestosi di Piacenza (di E. Pivoni)

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Il Palazzo del Governatore è uno dei più maestosi palazzi civici della nostra città. Venne edificato su un’area dove in precedenza (fine del XV secolo) era posta la residenza dei commissari dei duchi sforzeschi e, successivamente, degli Anziani del Governo.

Nel 1780 gli edili di Piacenza (all’epoca nel Ducato di Parma sotto i Borbone di Parma, i Farnese si erano estinti nel 1731) decisero la selciatura di Piazza Cavalli e, in concomitanza, la ricostruzione dell’edificio civico. Se ne assegnò l’incarico all’architetto neoclassico piacentino Lotario Tomba (originario di Sarmato), autore del progetto del Teatro Municipale e della sistemazione del coro di S. Maria di Campagna. Il Tomba, propositore in ambito locale dei postulati neoclassici e già architetto comunale, ebbe in questa occasione la sua prima affermazione pubblica. Il nuovo edificio, progettato nel 1787, arretrato rispetto al precedente, dal fronte a bugnato liscio con due ordini di finestre con cornici a timpano separate da paraste, ben si inserisce con la sua lunga sagoma nel contesto della piazza, sviluppandosi in orizzontale e presenta un repertorio neoclassico: balconata con statue di divinità mitologiche e vasi decorativi. Il loggiato al piano terra era aperto all’epoca. Le due torrette laterali e il risalto centrale, di altezza equivalente, tolgono monotonia alla facciata nobilitandola con il rinvio a schemi che ritroviamo in numerosi castelli di costruzione contemporanea.

Sulla facciata a sinistra è applicata una meridiana solare e a destra un calendario perpetuo installati nel 1793 da Gian Francesco Barattieri di San Pietro, fisico piacentino studioso di Newton e di meccanica. Il Palazzo deve il suo nome agli uffici e all’abitazione dei governatori cittadini che si succedettero fino all’annessione del Ducato di Parma al Regno di Sardegna e poi al Regno d’Italia nel 1859-1860.

Durante il fascismo il Palazzo venne ridenominato Palazzo dell’Economia Corporativa. Nel secondo dopoguerra ritornò al suo antico nome, mentre sul retro vennero edificate nuove gallerie commerciali negli anni ’50 e gli uffici della Camera del Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura.

Edoardo Pivoni